Oggi la Cisl organizza un convegno sul prossimo referendum costituzionale; un’iniziativa che, a quanto scrive stamattina Enrico Marro sul Corriere della Sera, serve a lanciare la posizione favorevole al sì nel referendum.
Su questo tema abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo una lettera, da qualcuno che, invece, propende per il no.
www.il9marzo.it
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Cari amici, ma perché la Cisl dovrebbe decidere come votare al referendum? E perché, volendolo fare, organizza un convegno invece che un dibattito interno, a partire dai luoghi di lavoro? E perché, in rappresentanza del no, chiama Roberto Calderoli?
Comincio a fare le mie considerazioni dall’ultima domanda: Roberto Calderoli fu uno degli autori principali della riforma bocciata dal referendum di dieci anni fa. Quando, se si fossero seguiti i giudizi che si sentono in giro, ad esempio nella Fim (dice Bentivogli: “ma come? Abbiamo sempre chiesto la riduzione del numero dei parlamentari e ora diciamo no?”) avremmo dovuto votare sì. Invece fummo molti a votare contro ed a bocciare la riforma Calderoli.
Quindi è offensivo della verità far rappresentare i molti che furono allora per il no, e lo sono anche oggi, da Calderoli.
Quanto al dibattito interno, la dice lunga sullo stato della democrazia interna alla Cisl il fatto che non si discuta negli organismi, ma si facciano discutere degli esterni sulla base di un copione già scritto per far vincere le ragioni del sì. Si teme forse che dagli iscritti possa venire un pronunciamento per il no?
La prima domanda, invece, è la più delicata. Perché su di una nuova Costituzione (perché questa non è una “riforma”, è la sostituzione di tutta la parte sulla forma di governo) sarebbe bene avere un giudizio condiviso nell’organizzazione ed un’idea propria.
Ma questo è il punto: ci vorrebbe un’idea propria. Non far proprie le deboli idee di un governo (debole sia politicamente che culturalmente), per ragioni di convenienza tattica.
Grazie dell’ospitalità
Lettera firmata
e per il si ci sarà maria elena boschi… si punta in alto…
“Cari amici, ma perché la Cisl dovrebbe decidere come votare al referendum? E perché, volendolo fare, organizza un convegno invece che un dibattito interno, a partire dai luoghi di lavoro?”
Amico caro l’ingenuità delle tue domande mi fa pensare che sei uno dei pochi giovani rimasti nella cisl e dunque provo a risponderti sulla base di un po d’esperienza in più. Permettimi però una piccola premessa altrimenti tutto diventa meno comprensibile. Dobbiamo partire da alcuni punti fermi della dirigenza cisl di oggi: essa è filo governativa anzi più esattamente vive all’ombra del potere di turno per mendicarne le briciole. L’altro punto necessario premettere è che per Crudelia De Mon e company l’iscritto cisl é un incapace d’intendere e di volere perciò non può capire le grandi strategie politiche ergo si arrogano (nonostante la dichiarata democrazia) il diritto di decidere loro forti, dei pareri di persone che sanno il fatto loro e che soprattutto siano sulla loro linea). Così potranno dire di aver agito sulla base di quanto emerso dal convegno. A parte il fatto che è una bugia grossa come una casa perché come scritto, il convegno è stato organizzato in funzione della linea già decisa e non viceversa. Ma l’obiettivo principale del convegno è di sottrarsi ald un possibile per non dire certo attacco di non aver fatto niente su una questione così delicata e allo stesso tempo non usare il normale dibattito interno al sindacato dove sapevano benissimo che avrebbero preso solo fischi e pesci in faccia.
Però se può consolarti ti dico che tutte le volte che la Furlan ha fatto una scelta politica ha sempre toppato alla grande quindi se tanto mi da tanto il NO dovrebbe vincere alla grande.
JE SUIS FAUSTO’
Quando non si è più in grado di svolgere il proprio ruolo, cioè quello della contrattazione delle condizioni di lavoro, qualcosa bisognerà pur fare per non morire d’inedia!