Coerenza vo cercando

Pubblichiamo il primo contributo nel dibattito che abbiamo aperto sulla trattativa del metalmeccanici. E altri ne sollecitiamo.

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Bentivogli contro l’oltranzismo imprenditoriale

Nella piazza bresciana, Marco Bentivogli si è scagliato contro l’oltranzismo che nega un vero negoziato e blocca da otto mesi la categoria. “Siamo venuti a trovarvi – ha detto il sindacalista riferendosi agli industriali metalmeccanici – per spiegare tutto il nostro dissenso; altro che rinnovamento, state mostrando quanto di più vecchio c’è nelle relazioni industriali”.

Secondo il leader della Fim, rispetto al livello delle retribuzioni in Europa, solo in Italia e a Cipro diminuiscono i salari: “Provateci voi – ha sottolineato alla controparte di Federmeccanica e Assistal – a campare con 1.200 euro al mese, mantenendo la famiglia e pagando il mutuo. Gli imprenditori hanno perso denaro e imprese; i metalmeccanici non hanno più 300mila posti di lavoro e hanno dimezzato i salari. Non firmeremo mai un contratto che difende il potere di acquisto dei salari per solo il 5% dei lavoratori e che fa diventare il nostro Contratto Nazionale un contrattino e non rafforza la contrattazione in azienda e nel territorio.

L’altra sera ho sentito Bentivogli su La7 e poi ho letto quanto sopra su Formiche.net; e nonostante mi fossi imposto di lasciarli cuocere nel loro brodo non riesco ad ingoiare i bocconi amari che Marco ci propina in quanto cislini. L’impressione per non dire la certezza che sto acquisendo nel sentire o leggere i nostri super dirigenti, Marco compreso, é sconcertante nel senso che questi, al contrario di come pensavo e cioè che recitassero scientemente la loro parte in questa tragedia del lavoro e dei lavoratori, invece devo ricredermi perchè essi pensano veramente che basta fare il contrario di quanto fanno gli altri e il posto a tavola è garantito vita natural durante; non hanno capito, gli illusi, che il gioco è finito da un bel po’; ormai il potere del lavoro e dei lavoratori grazie anche alle loro argute strategie si é ridotto a zero.

Che pena mi fa Marco quando dice “Siamo venuti a trovarvi – per spiegare tutto il nostro dissenso; altro che rinnovamento, state mostrando quanto di più vecchio c’è nelle relazioni industriali” Con una presentazione simile scommetto che gli industriali se la sono fatta addosso, non dalla paura come accadeva ai tempi che evoca Marco, ma dalle risate. Però non voglio infierire su Marco che si attiene alla linea della postina né voglio interferire con la loro contrattazione. In realtà mi ha colpito il suo richiamo al buon senso e alle giuste argomentazione quindi all’ETICA e alla MORALE due concetti che quando devono essere applicate a loro si INVOCANO quando invece devono essere loro a rispettarle verso gli altri si DIMENTICANO. Coerenza vo cercando amici cari chi la fa l’aspetti caro Marco (mi spiace ma anche il vino migliore se si unisce all’aceto va a male e mi pare che tu ne stai correndo un serio rischio).

JE SUIS FAUSTO’

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. A PROPOSITO DI COERENZA (La chiesa apre alle istanze sociali e la CISL?)
    Se il Papa, il cardinale di Milano e l’Avvenire mostrano apertamente grande attenzione per gli ultimi la logica conseguenza non poteva che essere, come hanno fatto, quella di appoggiare la proposta del salario minimo perché lodevole e coerente con l’insegnamento voluto e praticato da Papa Francesco. A questo punto sarei curioso di conoscere il parere dei nostri grandi condottieri le cui antenne mi sembrano sempre meno sintonizzate sulla vita delle classi sociali che dicono di rappresentare e in particolare di quella grande maggioranza di cattolici che sempre di più li vivono come dei corpi estranei, lontani anni luce dalla vita di un vero Cristiano. Hanno eretto a sistema un modo di fare sindacato del tipo visto nella prima parte del film “Fronte del Porto” riportandoci agli inizi degli anni 50.
    La distanza tra la Cisl e Papa Francesco, nonostante i puntuali, inopportuni e strumentali interventi della Furlan, ogni volta che S.S. apre bocca, aumenta in modo esponenziale e tende all’infinito perché, diametralmente opposti; quello del Papa che è includente contro quello della Furlan escludente; a loro personalmente, dell’ascensore sociale non gliene può fregar di meno perché, sbagliando, sono convinti che il gradino sociale che ritengono appagante sia stato raggiunto per sempre, poveri illusi se ne accorgeranno presto, quando non serviranno più al padrone che bel tonfo faranno.
    I segnali di attenzione lanciati dalla Chiesa di recente verso proposte inclusive sono talmente forti ed autorevoli che se la nostra fosse una intellighentia anche solo minimamente pensante avrebbe di che preoccuparsi.
    In quanto ad autorevolezza basta dire che di recente si è pronunciato a favore del reddito di cittadinanza il Papa, in persona, l’Arcivescovo di Milano Scola (una delle più grosse comunità Cristiane del Mondo) e poi l’Avvenire famoso ed autorevole giornale cattolico. Il Cardinale smentendo quanti dipingono i Grillini come “populisti anti-sistema” precisa “Non é populismo assecondare il bisogno dei cittadini”; “capisco benissimo che la finanza è molto importante, però capisco altrettanto bene che noi del popolo siamo messi in condizioni di comprendere assai poco di quello che la finanza fa. E la finanza morde sulla nostra pelle. Qui c’è qualcosa che non funziona. Ad esempio una forma di salario minimo va introdotta.” Detto da una personalità, che non è certo un rivoluzionario delle comunità Cristiana o un don Chisciotte come il sottoscritto, è un segnale altamente significativo, non vi pare? Come pure lo è l’accoglienza e l’attenzione che il Papa ha riservato alla nuova amministrazione comunale di Roma. Ma la notizia che ha del sensazionale la si legge in un articolo di fondo dell’ ”Avvenire” a firma dell’economista Leonardo Becchetti che in sostanza condivide in larga parte le idee più ricorrenti sulla necessità di garantire un reddito inclusivo, battersi per la sostenibilità ambientale e la riorganizzazione degli spazi urbani interrompendo così una espansione senza limite e ultima cosa, ma non per questo meno importante della prima, cominciare a dire qualche no e mettere dei limiti e regole alle lobby e multinazionali di ogni tipo, almeno per qualche decennio.
    Luigi Viggiano FNP Savona

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  2. Je suis Faustò anche moi) · Edit

    Condivido pienamente i due articoli precedenti.
    Faccio solo presente che anche in Fim nelle Regioni si sono accapigliati per lo stipendio.
    Si dovrebbero essere aumentati lo stipendio a 3000 euro netti al mese + auto e altri benefits per il responsabile e 2300-2400 per gli altri.
    Intanto i loro lavoratori sono licenziati, cassintegrati e non hanno contratto o come dice il Bentivogli il loro potere di acquisto è diminuito del 50%, invece quello dei sindacalisti è aumentato e aggiornato ogni anno in base all’inflazione.
    Un sindacalista medio ormai guadagna quasi come un dirigente di base dei metalmeccanici e allora ci vogliono le fusioni per poter pagare le prebende.
    I giovani infatti non capiscono perchè il sindacato sia contrario al reddito di cittadinanza e pensano giustamente che sia solo perchè devono difendere i soliti e anzi che ormai il sindacato è una struttura istituzionale che vive ed è conosciuto solo per i servizi(caf-patronato pagati anche dallo Stato e che sostituiscono lo stato).
    Sarebbe interessante fare una analisi dei bilanci delle società regionali dei Caf e del Caf Nazionale, vedere dove vanno gli utili se ci sono e dove ci sono e quanto hanno aumentato le tariffe a danno degli iscritti pur avendo il contributo dello Stato.

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