Tu non sei mio amico, e io non ti convoco

Il nostro amico Maurizio Ori, la persona che è stata epurata dalla Fai per ritorsione dopo che aveva chiesto il voto segreto (come da regolamento e da buon senso) sullo scioglimento della Federazione (se fosse stato per la signora Anna Maria, presente e starnazzante al congresso, sarebbero bastate un’alzata di mano ed una misurazione ad occhio), è di nuovo al centro di una vicenda sgradevole ma significativa. Molto meno importante di quelle del congresso dell’Ergife e dei suoi derivati, ma che è un ulteriore indizio del basso livello della democrazia interna nella Cisl e nella Fai.

Anche dopo l’epurazione, infatti, Maurizio Ori ha ovviamente conservato gli incarichi che aveva, come presidente dell’Ente bilaterale agricolo regionale Emilia-Romagna (Ebarer) e come membro del consiglio regionale della Fai, liberamente eletto dal congresso regionale della Libera Fai nel 2013.

La presidenza Ebarer gli è stata appena tolta, anche a costo di farla avere ad un’altra organizzazione; e fin qui si tratta di scelte discutibili e di ripicche un po’ volgari, ma non illecite. Certamente illecita, dal punto di vista della democrazia interna, è invece la sua mancata convocazione in occasione della riunione del consiglio generale della Fai regionale. Si aveva paura che non si potesse decidere tutto all’unanimità? O si è ricevuto l’ordine da sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas? O l’ordine non è arrivato ma si sapeva di fargli cosa gradita?

In ogni caso, quando si riunisce un collegio la convocazione di tutti i membri è una regola basilare della democrazia interna ed è condizione di validità delle deliberazioni. Ma una federazione che si lascia commissariare per ritorsione contro il libero voto del proprio congresso e si autocommissaria al termine del commissariamento, ha evidentemente perso il senso della democrazia e del diritto.

Ecco perché siamo sempre più orgogliosi di aver impugnato l’illegittimo commissariamento. E siamo sempre più convinti delle nostre ragioni. Tanto è vero che nessun giudice le ha mai confutate nel merito. E tanto è vero che, per non aver avuto successo nella nostra iniziativa, nella Fai le violazioni del diritto e della democrazia interna continuano impunite.

Pubblichiamo quindi la lettera di protesta che Maurizio Ori invia ai membri del consiglio regionale Fai dell’Emilia-Romagna. Alcuni l’hanno già ricevuta per mail, gli altri la possono leggere qui.

www.il9marzo.it

Post Scriptum – La regola dice che quando si rivolgono delle accuse ad una persona, le si deve lasciare diritto di replica. E noi ci atteniamo sempre alle regole e quindi invitiamo il segretario regionale della Fai dell’Emilia-Romagna a farci avere le sue ragioni se è interessato a smentire, precisare o correggere qualcosa. Ma, fermo restando questo invito, ci permettiamo di credere fin d’ora alla versione di Maurizio Ori. Uno che è stato cacciato dalla Fai da chi dice di aver fatto pulizia nella Federazione; e che si smentice da solo esattamente perché, fra tanti, ha cacciato proprio Maurizio. Che era ed è al di sopra di ogni sospetto più di chiunque altro dal punto di vista del rispetto delle regole e dell’uso corretto dei soldi.

E chi racconta storie diverse mente per la gola.

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Oggetto: mancata convocazione al Consiglio regionale FAI Emilia Romagna

Agli amici del Consiglio Regionale FAI

Carissimi,

vi invio questa breve nota per denunciare il comportamento scorretto in quanto, oltre che anti democratico, quale palese violazione statutaria e irrispettoso nei confronti degli associati, da parte del segretario generale regionale della FAI Emilia Romagna, nella non convocazione di tutti componenti del Consiglio/Direttivo Regionale eletti dal Congresso del 2013.

Ho appreso solo ora della convocazione odierna del Consiglio Regionale di cui a norma statutaria, quale tutt’ora iscritto alla FAI, faccio parte.

Credo che quanto stia accadendo nella nostra Federazione debba far riflettere perché chi ha il potere di decidere ed agire deve sempre ricordare che esso gli deriva dalla fiducia accordata dall’assise congressuale, fiducia che ogni giorno si deve conquistare e non gli è dovuta per rango o per concessione del principe.

Da ultimo mi sorprende questo accanimento oltre che politico (fin dal dicembre 2014 e ne sapete le ragioni, compresa la sfiducia – della FAI – quale presidente di EBARER, presidenza oggi FLAI), sembra assumere i connotati anche personali, da colui che quaranta giorni prima del congresso regionale dell’11 aprile 2013 venne da me dicendomi che non essendo più segretario territoriale era a disposizione e se non c’era possibilità al regionale sarebbe andato a fare l’operatore della FAI di Cento e visto quanto accade probabilmente era la soluzione più adatta.

Grazie per l’attenzione.

A presto

Maurizio Ori

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  1. Caro Maurizio innanzi tutto ti esprimo tutto la mia solidarietà e riconoscenza per quello che hai fatto e detto che, a prescindere dall’evoluzione dei fatti, ha testimoniato che esistono ancora persone serie; onestamente integre e rispettose delle regole del vivere comune. Tutte cose che una pletora di nullafacenti e ancor più nulla capenti, che si sono impadroniti dell’organizzazione con i metodi che sappiamo, semplicemente ignorano e superano con: arroganza, prepotenza, abusi e minacce neanche tanto velate tipicamente malavitose.
    Ma per dirla con una battuta: tutto arriva per chi sa aspettare; tranquillo ride bene chi ride l’ultimo. Coraggio resisti ai soprusi nella convinzione che sei nel giusto e che tutte le persone come Fausto ti sono vicine e degli altri “non ti curar ma guarda e passa” WIVA LA CISL E LE PERSONE ONESTE E PROBE COME FAUSTO E MAURIZIO .

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