Il 9 marzo si è tenuta la prima udienza sul ricorso d’urgenza (articolo 700 del codice di procedura civile) contro il commissariamento della Fai. In questa sede la parte ricorrente (cioè noi), ha chiesto al giudice di acquisire altro materiale, relativo a fatti successivi alla presentazione del ricorso, per dimostrare che la decisione della Cisl di commissariare la Fai è stata una ritorsione politica, contro il libero voto del congresso, e non un atto necessario al rispetto dello statuto della Cisl.
La Cisl e il commissario della Fai si sono costituite all’udienza, presentando direttamente al giudice Cecilia Bernardo le loro memorie. Con toni diversi, ma con argomenti analoghi, la Cisl ed il commissario Fai sostengono che il ricorso va respinto per ragioni formali (con argomenti consueti in questi casi: difetto di legittimazione dei ricorrenti, non esperibilità della procedura d’urgenza ecc.) e comunque perché infondato nel merito (il commissariamento è legittimo, il commissario sta lavorando bene e così via).
Per dar modo agli avvocati dei ricorrenti di produrre le loro risposte, e poi a quelli della controparte di controrispondere, il giudice ha dato termini diversi alle parti, fissando al 30 marzo l’udienza di trattazione.
E’ prevedibile quindi che la decisione arrivi nel mese di aprile; successivamente la parte soccombente potrà presentare appello, a seguito del quale (se sarà presentato) potrà poi aprirsi il procedimento vero e proprio (che avrà, ovviamente, tempi più lunghi).