Sbarra sbarra

Secondo un detto latino, i nomi sono un presagio di chi è la la persona che li porta. “Nomen omen”. Non che i latini avessero sempre ragione per forza, ma qualche volta la cosa sembra funzionare.

E, in effetti, sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas è uno che, almeno a parole, è sempre pronto a “sbarrare” la strada, e qualche volta anche l’autostrada, alle cose sbagliate, in modo da lasciar passare quelle giuste. Come la sbarra di un passaggio a livello.

Ad esempio, una settimana fa, ha sbarrato la strada al governo. Che invece di stringere le regole sui voucher in agricoltura, come lui aveva detto di fare, ha allargato le maglie. Forse sperando che il commissa-tario della Fai (cioè il commissario che si è fatto eleggere segretario) non se ne accorgesse.

Ingenui! Lui, ovviamente se n’è accorto subito, ed ha sbarrato prontamente la strada. Si tratta di una misura “sbagliata, iniqua, in grado da sola di smantellare e destrutturare il rapporto di lavoro subordinato in agricoltura, e che pertanto va rimossa”. Ora, avverte sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas, il governo deve fare un emendamento per cambiare le cose. Altrimenti lui non alza la sbarra.

E mica solo il governo italiano, anche quello degli Stati Uniti e la commissione europea devono fare i conti con lui. “Così com’è – ha detto l’altro giorno ad un convegno di studio sul trattato Usa-Ue – il Ttip non ci piace e non va firmato”. Altrimenti lui abbassa la sbarra anche in faccia ad Obama, forte com’è anche delle numerose presenze autorevoli al convegno. Una su tutte, quella di Nino Sorgi, quello che secondo Enzo Marro sarebbe stato fatto fuori dalla Furlan nell’ambito delle manovre per il post-Bonanni, e che invece è vivo e lotta insieme a tutta Via Po 21. E se la ride sotto i baffi, dall’alto del suo incarico speciale per le politiche internazionali della Cisl. Oltre a continuare a tenere quello di presidente dell’Inas immobiliare anche in quella che Marro chiama l’era del dopo Bonanni.

In fondo, se il nome è un presagio, Sorgi è come il sole; che anche quando sembra che sia tramontato poi torna a sorgere il giorno dopo.

Ma torniamo a sua eccellenza il commissa-tario, ed ai detti latini. Perché, a dire la verità, ce n’è anche un altro, un po’ diverso dal primo, secondo il quale i nomi non sono un presagio, ma sono una conseguenza della cosa o della persona alla quale si riferiscono. Nomina sunt consequentia rerum.

E allora, qual è la conseguenza delle cose che dice il dottor Sbarra dell’Anas al governo e ad Obama? Bisogna vedere quel che succede. Perché se il governo si arrenderà alla sua ingiunzione allora il nome sarà ben meritato E così per Obama sul Ttip. In caso contrario, “consequentia rerum”, il nome giusto per uno Sbarra che non sbarra potrebbe essere “Sbarra di cartone”.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. I negoziati sul TTIP si sono avviati ufficialmente nel giugno del 2013, il dott. Sbarra rischia di chiudere il passaggio a livello dopo che il treno è passato e falcidiato un bel numero di pedoni che attraversavano…

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  2. IL CASO DELLA SBARRA DI Sbarra mi dà lo spunto per invitare, chi ne avesse voglia e volontà, di fare una opera di bene alla CISL, spiegando ai suoi GENERALICCHI la piccolissima differenza che passa tra autoritarismo e AUTOREVOLEZZA, perché penso che i negletti abbiano le idee un poco confuse.
    Essi infatti, rivolgendosi ad autorità del calibro che abbiamo letto, usano lo stesso autoritarismo con cui si sono impadroniti e governano la Cisl. Forse, anzi sicuramente, ignorano che qualcuno appena un poco più autorevole di loro, solo qualche millennio fa diceva:” Padre, perdona loro che non sanno quel che dicono e quel che fanno”.
    L’ignoranza e l’arroganza che li pervade è tale da far pensare che il metodo autoritario/ricattatorio usato in Cisl possa essere modello per situazioni e realtà che semplicemente lo aborrano.
    Il loro autoritarismo ricorda tanto i bulletti di borgata di oggi equivalenti ai manganellatori di ieri basato sull’arroganza del potere assoluto imposto con minacce e ricatti.
    L’AUTOREVOLEZZA però è come il coraggio o uno ce l’ha o non ce L’ha, e nessuno di loro sembra che abbia le sembianze ed il modo di fare di una: Madre Teresa di Calcutta, La Pira o ancora di De Gaspari tanto per fare qualche esempio di AUTOREVOLEZZA GENUINA.
    TUTTI A CASA DEVONO ANDARE!!!!!! Se questi sono i grandi generali, ne facciamo volentieri a meno, a ridateci i soldati semplici.
    JE SUIS FAUSTO’

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