Alla testa delle federazioni regionali della Fai proseguono gli avvicendamenti, come scriverebbe Enrico Marro, con sindacalisti “a lui fedeli”. Fedeli non a Marro, a sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas (e, attraverso di lui, a nostra signora delle Poste, Via Po 21, 00198 Roma).
Non che i segretari regionali in uscita fossero stati particolarmente ribelli. Ma la differenza è che i nuovi sono stati approvati da lui personalmente, e ora il messaggio all’esterno (vero o falso che sia), è che sua eccellenza ha in pugno la situazione.
Dopo i passaggi di mano in Veneto, Campania, Liguria, Lombardia, Toscana e Sicilia, con segretari tenuti tutti a battesimo da sua eccellenza nel ruolo di padrino, l’ultimo avvicendamento è quello nelle Marche, dove il segretario regionale uscente è stato promosso capodipartimento a Via Tevere 20, lasciando il posto a Giuseppe Giorgetti, si dice non senza qualche difficoltà (qualche intervento del neo eletto era sembrato meno entusiasta del dovuto verso il nuovo corso; ma si vede che tutto è stato chiarito).

Ma tutto questo è solo un antipasto. Perché finalmente si avvicina il momento che sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas aspettava da quindici anni. Parliamo della Fai della Calabria, dove Giuseppe Gualtieri ha raggiunto il limite dei mandati. Oggi sono in pochi a ricordarsene, ma Gualtieri era diventato segretario regionale all’esito di una vicenda che è all’origine del rancore di sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas verso la Fai e verso chi l’ha guidata negli anni passati.
Correva l’anno 2001, e la Fai calabrese stava per eleggere un segretario regionale scelto all’interno della federazione, quando il nuovo segretario generale della Usr Calabria, cioè il dottor Sbarra non ancora dell’Anas (l’assunzione, per quanto se ne sa, è avvenuta alcuni anni dopo…) tentò un colpo di mano per imporre un segretario (come direbbe Enrico Marro) “a lui fedele”.
Si andò così, dopo un congresso apparentemente unitario, al voto in un consiglio generale spaccato su due candidati, quello dell’Unione regionale e quello della Federazione. E il candidato che il dottor Sbarra non ancora dell’Anas voleva imporre prevalse su quello della Fai per 25 a 24. Sennonché una persona votante risultò poi non in regola con l’iscrizione e la votazione fu annullata dai probiviri della Fai, perché la presenza fra i votanti di una persona che non ne aveva diritto inficiava la validità della deliberazione del collegio presa con un voto di scarto (all’epoca si decideva ancora secondo diritto).
Ne seguì un lungo braccio di ferro, fra la Usr del dottor Sbarra non ancora dell’Anas e la Fai, guidata all’epoca da Albino Gorini. Un tiro alla fune che nessuno poteva vincere e nessuno voleva perdere, che portò ad uno stallo ed infine, dopo un bel po’ di tempo, ad eleggere Gualtieri.
Negli anni seguenti, Gualtieri si è barcamenato abbastanza bene, tanto è vero che è arrivato alla fine dei mandati. Certo, non tutti hanno apprezzato che abbia lanciato la carriera sindacale del figlio; ma, a parte il fatto che in Calabria, e anche altrove, non sono molti quelli che potrebbero fargli la morale da questo punto di vista (e comunque un figlio non è un’amante…), va detto che il ragazzo è poi riuscito a farsi apprezzare, non assumendo mai atteggiamenti del tipo “mi manda papà”. A differenza di altri che mettono sempre in mezzo padri e padrini (o madrine).
Semmai ci sarebbe da ricordare che qualche lettera anonima era arrivata anche sul conto di Gualtieri senior. Ma le lettere anonime sono un genere letterario fin tropppo diffuso in Calabria per poter essere prese sul serio (ne girano, di ben più piccanti, anche sul conto di sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas…); e comunque si sa che a Roma vengono prese in considerazione solo quando la Cisl-probiviri sa che è il padrone che lo vuole, altrimenti vengono (giustamente) cestinate.
Ora, comunque, Gualtieri è arrivato alla fine, ed ha chiesto a sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas una ricollocazione per poter arrivare alla pensione. Il posto, finalmente, si libera. E sua eccellenza ha l’occasione di lavare l’onta, di mettere a fare il segretario regionale della Fai chi lui aveva scelto fin dal 2001. Anche per ricordare che lui sorride a tutti ma non dimentica mai uno sgarro. E si vendica sempre, anche dopo tanti anni.
E infatti si è già vendicato di Gorini, che da segretario generale della Fai non lasciò che fosse l’Unione regionale a scegliere un segretario regionale della Fai. Una vendetta consumata grazie a testimoni falsi, interessati e/o ricattabili. Grazie ad un collegio servile di pseudo-probiviri confederali, che accetta per oro colato le parole di chi non è al di sopra di ogni sospetto. Un collegio che non accetta di esaminare le prove dell’innocenza delle persone, se vanno in senso opposto a quello che è stato ordinato loro di fare da chi li ha messi lì.
Aspettiamo ancora di sapere se a titolo gratuito o meno.
Par di capire che il mamma-santissima ha reintrodotto i tribunali speciali tipico di di una certa società triviale e oscurantista tuttora ampiamente diffusa in alcuni paesi “civili e democratici” cosa che la postina l’ha ritenuta talmente buona e giusta da farla propria applicandola con sistematicità nella gestione della CISL.