Musi lunghi e memoria corta

A Via Tevere 20, dove gli scontenti sono più numerosi dei contenti, ora va di moda il mugugno e il rimpianto. Atteggiamenti sterili, ma soprattutto non giustificati. Perché chi oggi ha il muso lungo dovrebbe avere la memoria meno corta, e ricordarsi che la situazione di oggi è il risultato di scelte fatte per un anno e mezzo. E cominciare magari a rendersi conto che sarebbe stato meglio che la Fai un anno e mezzo fa, invece di cantare in coro “battiam battiam le mani, arriva il commissario” proseguisse con ogoglio sulla strada che il congresso dell’Ergife aveva aperto. Quella dell’autonomia delle federazioni e del no ai confusi accorpamenti voluti da Bonanni e riconfermati dalla Furlan (ve la ricordate quando strillava “gli accorpamenti delle categorie li dobbiamo fare“?).

Anche perché poi quella è stata la linea seguita dal commissario: niente accorpamento. E tutti gli altri si sono mossi su quella linea. O c’è qualcuno che crede veramente all’ineluttabile fusione fra Fim e Femca, per la quale il segretario dei chimici aveva avuto la proroga oltre i 65 anni? E la scuola, altra federazione col segretario generale prorogato in cambio dell’accorpamento, poi cos’ha fatto? In pratica, tutti hanno seguito la Fai, che aveva aperto la strada rifiutando l’accorpamento e sfiduciando il segretario generale prorogato assieme a Bonanni, a quello della Femca ed a quello della scuola. E gli strilli della Furlan “gli accorpamenti li dobbiamo fare”, non li ha ascoltati nessuno.

Questo è il paradosso: la Fai apre la strada vincente, e poi si lascia rubare la vittoria. Alza la bandiera e poi, invece di sventolarla, la consegna senza opporre resistenza. Dopo l’Ergife e le dimissioni di Cianfoni, Invece di eleggere la nuova segreteria, ha indugiato dando il tempo a Via Po 21 di commissariarla. E dopo il commissariamento invece di farsi sentire, un po’ tutti si sono messi a fare i calcoli di cosa gli sarebbe convenuto.

Calcoli sbagliati fin dall’inizio, perché chi ha tutte le carte in mano può cambiare gioco quando vuole. E allora, l’unica cosa da fare era evitare che qualcuno avesse tutte le carte.

Per questo noi abbiamo fatto ricorso contro il commissariameno. E oggi non abbiamo grossi rimpianti. Almeno dal punto di vista dell’umore stamo meglio noi di altri,

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