Il primo firmatario

La Repubblica non ama molto i sindacati.

Ci riferiamo, ovviamente, al quotidiano, non alla “Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Che, se la Costituzione non dice bugie, i sindacati li ama per definizione. O almeno dovrebbe,

Invece, il quotidiano diretto da Mario Calabresi, passata la festa del Primo maggio, torna subito a considerare le posizioni dei sindacati come qualcosa da collocare nella spazio anonimo delle lettere al direttore. Come fa con la nota di Fai, Flai e Uila, pubblicata il 3 maggio, a pagina 28, ultima colonna in fondo. Eppure l’argomento (il caporalato) è grave ed è di attualità, visto che lo stesso quotidiano ha appena dato ampio spazio all’intervento di due ministri.

Ma si sa, giornali e giornalisti amano i ministri più dei sindacalisti; e non gradiscono critiche come quelle che i tre segretari fanno, pur educatamente e col dovuto rispetto

La prima critica al governo è quella di non spingere abbastanza per far approvare subito la nuova legge; e la seconda, più sfumata, di aver scopiazzato il disegno di legge da un testo presentato da Fai,Flai e Uila due anni fa, con l’adesione di un centinaio di parlamentari. Come dire, prima vi fate belli col nostro lavoro e poi non ci ascoltatate neanche se piangiamo (a proposito di “notte del sindacato”)

Dei tre firmatari, uno solo era in carica due anni fa, il segretario della Uila Stfano Mantegazza. Ma anche Ivana Galli, neo segretario della Flai-Cgil, era sul pezzo, visto che era responsabile dell’organizzazione della sua Federazione. L’unica faccia nuova rispetto ad allora è il primo firmatario della lettera, il dottor Sbarra dell’Anas.

Ora, il nostro carissimo si è da poco insediato nella veste di segretario generale della Fai autocommissariata e, un po’ come Gesù, ha detto che “tutti quelli che sono venuti prima di me, sono ladri e assassini”. Magari proprio assassini no, e non proprio tutti (qualcuno è stato ampiamente amnistiato…), ma comunque la sua narrazione è stata tutta tesa a presentarsi come il salvatore della Fai.

Ma così finisce che anche lui, come i due ministri, sul caporalato si appropria del lavoro di altri. Perché il testo presentato due anni fa lui se lo è trovato già fatto. Lo avevamo detto noi, in un post di un anno fa: questo qui è una vera promessa della politica. E allora riproponiamo pari pari la conclusione di allora

uno così sarebbe un perfetto politico da seconda repubblica, di quelli che chiacchierano tanto e dicono agli altri che non fanno nulla.

Anzi, a pensarci bene, potremmo andare da qualche partito e dirgli: lo volete? E’ un affare!

Ma stando bene attenti a mettere nel contratto la clausola che “una volta uscita la merce dal negozio non si accettano reclami”.

(26 aprile 2015)

 

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Se la CISL è ridotta come vediamo ogni giorno ci sarà pure un motivo.
    Purtroppo abbiamo dei dirigenti troppo bravi (stante gli stipendi) al punto da considerarsi dei geni incompresi (secondo il loro pensiero). In realtà la migliore definizione che circola su di essi, tra gli iscritti è che “in assenza di purosangue anche i ronzini corrono”

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