Nodo alla gola

Sciolto il nodo del mistero sul luogo del congresso di fine commissariamento (forse si voleva giocare a far crescere la suspence come in un film di Hitchcock) si comincia a discutere di cosa si dirà in quel di Pomezia.

All’uopo, il dottor Sbarra dell’Anas ha predisposto le tesi (o meglio, gli “elementi di orientamento e riflessione”) per orientare la discussione nelle assemblee congressuali che eleggeranno i delegati attesi all’hotel Antonella.

Il problema è che in queste tesi, o elementi di orientamento che dir si voglia, ci sono dei forti elementi di disorientamento e di depistaggio. Bugie per confondere le acque e tentare di nascondere in modo maldestro il tradimento consumato da Via Po 21 con l’accettazione di quell’articolo 39 della Costituzione che la Cisl aveva sempre rifiutato, in tutte le sue stagioni e quale che fosse il segretaria generale.

Così, a pagina 8, ultimo capoverso, c’è un paragafo confuso e senza capo né coda, in cui non si capirebbe neppure di cosa si parla, se non fosse per un titoletto a lato: “il falso nodo dell’articolo 39”.

Cioè, sarebbe falso l’allarme lanciato da quelli che, come questo sito ha fatto, hanno letto nel documento unitario Cgil-Cisl-Uil quel che c’è scritto chiaramente, ossia una dichiarazione a favore dell’attuazione dell’articolo 39. Ma, suggerisce il titoletto commissariale ai lettori delle assemblee della Fai, ‘non vi fidate di quelli che vi dicono che la Cisl ha ammainato la propria bandiera, perché tutto resterà come prima’.

Ma che il “falso nodo” sia invece un nodo vero, anzi un nodo alla gola del sindacalismo libero, lo dimostra il fatto che, per cercare di sostenere l’insostenibile, le tesi emanate dal dottor Sbarra dell’Anas prendono il discorso molto alla larga ed evitano di chiamare le cose col loro nome.

Invece di dire che il documento sottoscritto anche dalla Cisl parla due volte (a pagina 3 e a pagina 14) di “attuazione dell’articolo 39”, le tesi commissariali parlano di “una possibile interazione tra legge e contrattazione” (frase che non vuol dire niente, ma che fa rima); e poi di un “intervento legislativo di sostegno”. (espressione che vuol dire poco, se non si dice a che tipo di sostegno ci si riferisce: quello di una legge che interviene prima, per rimuovere gli ostacoli alla contrattazione; o quello di una legge che arriva dopo, per recepire le intese. Ma, in generale, in tutti e due i casi l’autonomia sindacale è sempre a rischio).

Infine si dice che la legge dovrebbe garantire “l’erga omnes dei minimi salariali contrattuali”. Tacendo però che nella Costituzione che si vuole attuare ci sono scritte le condizioni per avere il desiderato effetto effetto erga omnes: i sindacati devono essere registrati come persone giuridiche di diritto pubblico, devono far controllare i loro statuti, devono agire unitariamente in proporzione dei loro iscritti, e tutte le altre regole che l’applicazione dell’articolo 39 implica. Con le conseguenze che ne seguiranno;  ad esempio, se fosse stato attuato l’art. 39, non sarebbe stato possibile firmare senza la Flai-Cgil il contratto degli operai agricoli del 1995 che ha riformato la contrattazione di settore.

Quindi chi racconta che “si parla solo di una legge di sostegno” o non sa cosa dice, o mente per la gola.

O, più probabilmente, non sa di cosa parla e al tempo stesso mente per la gola.

 

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  1. FALSO NON E’ L’ARTICOLO 39 LA CUI CHIAREZZA E’ A PROVA DI SCEMO, bensì lo stradino Sbarra e i soci che essendo incapaci di svolgere il proprio ruolo di guida, avendo sempre e solo ubbidito, adesso che devono analizzare e decidere non sanno che pesci pigliare e allora preferiscono lasciar fare al al governo. Così mantengono intatto il potere nel sindacato senza dover rispondere dell’operato che, salvo qualche ciliegina di contorno sarà sostanzialmente di natura legislativo. Si assicurano così la continuazione dei tanti privilegi e si liberano dei problemi che essendo affrontati per legge non possono essere che modificati da un altra legge.
    Ovviamente tutto questo spremere le meningi non é cosa da poco sarà il caso che al più presto si rivalutino le retribuzioni e tutti gli annessi e connessi per, un così tanto gravoso impegno e lodevoli risultati conseguiti in termini salariali e di occupazione.
    DEVONO SEMPLICEMENTE VERGOGNARSI. HANNO SVENDUTO ANNI DI LOTTA E SACRIFICI DELLE GENERAZIONI CHE IL SINDACATO LO HANNO CREATO E CRESCIUTO LAVORANDOCI AGRATIS ANZI SPESSO SI AUTOTASSAVANO PER LE SPESE DI FUNZIONAMENTO. V E R G O G N A

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