Nel 2003, poco prima che Bush e Blair lanciassero la guerra in Iraq, molte città del mondo ospitarono manifestazioni con lo slogan “not in my name”: se il mio governo fa la guerra, diceva chi scese in piazza, sappia che non la fa in mio nome.
Anche la circolare con cui il segretario organizzativo della Cisl ha preso le distanze dall’Adiconsum per un’iniziativa considerata da molti un’istigazione al gioco d’azzardo (attività lecita, ma dai risvolti morali delicatissimi e che “nuoce gravemente alla salute” più delle sigarette) dice più o meno la stessa cosa: quel che fa l’Adiconsum non viene fatto in nome della Cisl. Che, per quanto la riguarda, chiede all’Adiconsum se fosse possibile recedere dal protocollo (stipulato, come ricorda il sito www.vita.it, con “una multinazionale delle scommesse e del gioco online con sede a Malta”).
Anche la Cisl dice dunque “not in may name”. Ma le due situazioni sono un po’ diverse.
Chi manifestava per la pace nel 2003 (ed oggi ha la magrissima consolazione di vedere che la storia gli ha dato più ragione che torto) non aveva alcun potere di decidere, e allora esercitava almeno la libertà di parlare e di manifestare. Era una protesta dal basso contro l’alto, “il potere dei senza potere”.
La dirigenza di Via Po 21 il potere di decidere ce l’avrebbe; e invece se la cava dicendo “non siamo stati noi”. O anche “sono forse io il guardiano dell’Adiconsum?”
Qui, però, i conti non tornano.
Se infatti l’Adiconsum è un ente della Cisl, cioè qualcosa che la Cisl ha voluto per realizzare meglio i propri scopi, allora deve stare sotto il controllo della Cisl. E non può diventare una repubblica autonoma, che usa la bandiera della Confederazione per accreditarsi all’esterno, ma poi in casa sua fa quel che gli pare (e pure con arroganza, come dimostra la lettera avvocatesca con cui il suo presidente ha cercato di intimidire il direttore del sito che aveva meritoriamente riportato la notizia; e che giustamente non si è intimidito).
Invece nella Cisl di oggi ormai accade che si commissaria una federazione perché il suo congresso, organo sovrano, ha preso una decisione sgradita a Via Po 21; mentre un ente della Cisl può fare quello che gli pare. Chi deve essere subordinato comanda, chi si deve autogovernare viene messo sotto.
Ormai non ci sono più regole, ma solo rapporti di forza. La legge del più forte al posto dello statuto.
Ma allora, se questa è una dirigenza confederale forte coi deboli e debole coi forti, se ne deduce che la Fai è stata commissariata perché era debole. Mentre l’Adiconsum è forte.
Sì, ma cos’è che rende così forte l’Adiconsum, da potersi permettere di fare cose che la Cisl ha formalmente sconfessato?
Sì, ma cos’è che rende così forte l’Adiconsum, da potersi permettere di fare cose che la Cisl ha formalmente sconfessato?
LA RISPOSTA E’ SEMPLIC E: COSE INCONFESSABILI QUALI: GIRI DI DANARO, SCAMBI DI FAVORI , NEPOTISMO, STIPENDI DA FAVOLA E TUTTE LE ALTRE NEFANDEZZE CHE VENGONO A GALLA GIORNO DOPO GIORNO.