C’era una volta un sindacato che piaceva ai lavoratori…

Luigi Viggiano, autore già di diversi commenti pubblicati sul nostro blog, ci manda da Savona una sua analisi sul documento Cgil-Cisl-Uil, e più in generale sul rischi di obsolescenza del movimento sindacale italiano, che volentieri pubblichiamo

L’OBSOLESCENZA DEI LAVORATORI E L’OSCURANTISMO POLITICO CULTURALE DEI SINDACATI HANNO CANCELLATO LA LORO EGEMONIA

Che un cambiamento significativo sia avvenuto nella società del terzo millennio è una sensazione che molti oggi percepiscono anche se pochi però, riescono a definirla. Personalmente, approfondendo la questione, sono arrivato alla conclusione che la parola OBSOLESCENZA, ricorrente in diverse analisi, è alla base di una possibile risposta che tenterò di argomentare.

La definizione del termine “OBSOLESCENZA” che ne dà il dizionario Treccani è: “In genere, invecchiamento, superamento (di istituzioni, strutture, manufatti e sim.)”. I risultati della ricerca, in effetti hanno evidenziato proprio una serie di novità, in tal senso, quali: mutamenti della struttura produttiva del Paese; delocalizzazioni, crisi del manifatturiero; fine della classe operaia come soggetto sociale compatto, fine delle grandi e medie aziende; frammentazione di quest’ultime in piccole realtà artigianali, aumento dei servizi e crescente industrializzazione dell’agricoltura.

E’ da qui che origina “l’obsolescenza della cultura politica dei sindacati”, saldamente ancorata a, quella del dopoguerra, quando la classe operaia era il soggetto della rivoluzione e del cambiamento che grazie alla mediazione di Dossetti era stato inserito nell’articolo 1 della Costituzione con il termine più generalista e neutrale “lavoro”.

Questa cultura non ha voluto o saputo prendere atto, che i lavoratori hanno acquisito la convinzione che oggi il sindacato serve gli interessi dei vertici più che della base (prova ne è che, negli ultimi tempi solo le banche hanno ottenuto un indice di gradimento peggiore). Questo risultato è maturato grazie anche alla caduta di stile e dei valori etico morali manifestatisi nell’ultimo anno, che testimoniano l’abissale differenza istauratasi tra le aspettative dei lavoratori e più in generale dei cittadini e quelle del sindacato, rimasto a crogiolarsi con l’eredità culturale e le abitudini della prima Repubblica; continuando a rivendicare una collocazione politico-istituzionale, nella quale avere l’ultima parola in materia economico-sociale, anche se con significative differenze tra CGIL-UIL da una parte, e CISL dall’altra.

Per questo si continua a difendere il contratto collettivo nazionale di settore benché siano ormai preponderanti le ragioni di maggior giustizia sociale e di maggior sviluppo produttivo, che portano alla contrattazione decentrata.

E’ da questi motivi, uniti ai reiterati scandali, assorbiti con inusitata arroganza di potere e disprezzo dei rappresentati, trattati alla stregua dei peggiori sudditi che nasce la disaffezione dal sindacato, temuto più del governo stesso (ed è tutto dire). Un esempio che alimenterà ancora di più il malcontento lo abbiamo letto nell’ultima recente proposta di CGIL, CISL e UIL.

Si deve sapere che ad un certo punto sta scritto “L’esigibilità universale dei minimi salariali definiti dai Ccnl, in alternativa all’ipotesi del salario minimo legale, va sancita attraverso un intervento legislativo di sostegno, che definisca l’erga omnes dei Ccnl, dando attuazione a quanto previsto dall’Art. 39 della Costituzione.” e a pagina 11 del documento unitario, ultimo capoverso che “la fonte della bilateralità è costituita dai contratti collettivi nazionali di lavoro che definiscono livelli e modalità della contribuzione”.

Tradotto in parole più comprensibili; si chiede di dare ai sindacati il potere di imporre contributi ai lavoratori, di stabilire quanto tutti devono pagare (iscritti e non iscritti). Perché la bilateralità funziona così.

Scusate ma non vi pare che si tratta di una ennesima madornale presa per i fondelli di tutti i lavoratori perché, in alternativa a qualcosa che il governo riconoscerebbe comunque per legge, il sindacato accetta in cambio della bilateralità? Che significa esclusivamente ulteriori trattenute obbligatorie per tutti!!!!!

Questo a mio avviso è fare i propri interessi barattando quelli dei lavoratori. O no?

Luigi Viggiano – Fnp Savona

 

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