Il Bentivogli Marco se n’è accorto subito: dire che l’attuazione dell’articolo 39 serve ad evitare la legge sui minimi salariali è una foglia di fico (si veda l’articolo a questo link).
Naturalmente il Bentivogli Marco è sempre lui, uno che conosce l’arte della cautela politica più di quella della chiarezza, ed evita di dire (come qualcuno prima o poi dovrebbe dire…) che il cedimento sull’articolo 39 è una porcheria, un insulto fatto da Via Po 21 alla storia della Cisl ed alle battaglie politiche e sindacali dei nostri predecessori che dissero no alla legge sindacale.
Per questo il giovane Bentivogli si rifugia prudentemente nel giudizio generico su tutto il documento, nel “scelta giusta se…”. Perché non basta essere alla guida di una federazione del peso, anche storico, della Fim per avere il coraggio, nella Cisl del centralismo democratico, di dire “non sono d’accordo”.
Ma l’obiezione che fa è chiarissima: che senso ha parlare articolo 39 per garantire i minimi salariali, quando l’Italia ha un grado di copertura contrattuale più alto di altri paesi e su livelli minimi superiori, ad esempio, al minimo legale in Germania, che è a 8,50 l’ora?
E perché, aggiungiamo noi, una legge sui minimi salariali (che riguarderebbe, appunto, solo i salari, e solo i livelli minimi) sarebbe il male peggiore da evitare con una legge sindacale di attuazione dell’art. 39 che dovrebbe regolare anche l’organizzazione sindacale e il sistema contrattuale, e non solo i minimi? Altro che “legislazione di sostegno”, che sia “rispettosa dell’autonomia”! Articolo 39 vuol dire che la politica decide in casa del sindacato, e basta.
Ma se il problema non è quello dei minimi salariali, a che serve dare ai contratti forza di legge come durante il fascismo? Forse la risposta sta in una di quelle parole chi piacciono tanto al dottor Sbarra dell’Anas: nella bilateralità.
A pagina 11 del documento unitario Cgil-Cisl-Uil, ultimo capoverso si legge che
la fonte della bilateralità è costituita dai contratti collettivi nazionali di lavoro che definiscono livelli e modalità della contribuzione
Ecco un esempio, ma altri se ne possono fare. Si tratta di dare ai sindacati la possibilità di imporre contributi ai lavoratori (proprio come durante il fascismo). Di stabilire quanto devono pagare, e che tutti devono pagare. Perché la bilateralità funziona con i soldi. E dove ci sono i soldi, ci vuole chi li amministra. E chi amministra, ha minestra.
E la minestra, per Via Po 21, evidentemente è diventata un valore non negoziabile.
Più della libertà sindacale difesa dai nostri padri.
COME IL RE MIDA TRASFORMAVA IN ORO QUALUNQUE COSA TOCCASSE, QUESTI “SIGNORI” TRASFORMANO IN SOLDI; PER FINANZIARE IL SINDACATO DICONO, VISTO CHE LE ISCRIZIONI LANGUONO. NATURALMENTE DOPO AVER DETRATTO LE ESORBITANTI NOTE SPESE PER LORO E SE NON NE AVANZANO PAZIENZ SARA’ PER UN’ALTRA VOLTA.
A QUESTO PUNTO NO CI RESTA CHE CHIEDERE NOI L’APPLICAZIONE INTEGRALE DELL’ARTICOLO 39, PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE IL GOVERNO E PARLAMENTO CI TUTELEREBBERO DI PIU’ E MEGLIO DI QUANTO FANNO QUESTI VENDUTI CHE CI USANO PER FARE I PROPRI INTERESSI CON SEMPRE NUOVI CADREGHINI D’ACCAPARRARSI ED ANNESSE PREBENDE, ALTRO CHE RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI. CAPITE? CON QUESTO GIOCHETTO SI GARANTISCONO IL CONTRIBUTO DI TUTTI I LAVORATORI ISCRITTI E NON AL SINDACATO MUNGENDO COSìI ANCHE QUELLI CHE NON VOGLIONO.
TUTTI A CASA DEVONO ANDARE NON HANNO CAPITO CHE AL POTERE NON SERVONO PIU’ E CHE SOLO RICOMPATTANDO I LAVORATORI POTREBBERO ANCORA SPERARE DI SALVARE LA FACCIA.