C’era una volta la Fai. C’era una volta una Fondazione legata alla Fai. C’era una volta una Scuola nazionale di formazione Fai. C’era una volta la case editrice Agrilavoro. Tutte cose che il commissario ha di fatto chiuso, occupandole con la sua inutile presenza per togliere il posto a qualcun altro, o semplicemente lasciandole morire senza neanche darsi cura di chiuderle ufficialmente.
Quest’ultimo è il destino di FAI-Documentazione. Una pubblicazione di supporto alla dirigenza della Federazione, nata negli anni ’80 per la Fisba, per opera in particolare di Aldo Carera sotto la vigilanza e la custodia del professor Silvio Costantini, che nei decenni si era affermata come prezioso e stimato strumento di lavoro anche al di fuori dell’organizzazione. Con cadenza mensile (più o meno…) arrivava una cartellina verde, con dentro fogli di vari colori: alcuni erano estratti di libri o articoli interessanti, per le politiche di settore o per la preparazione e l’identità del sindacalista, altri erano numeri e statistiche, altri presentavano documenti di organizzazioni sindacali o internazionali (anche tradotti appositamente) altri offrivano recensioni di pubblicazioni fatte così conoscere alla dirigenza Fai che non aveva il tempo di leggere tutto, altri, di colore giallo, erano note su argomenti vari che a volte venivano riprese su riviste scientifico-culturali. A volte, ad esempio per i seminari interregionali di studio, venivano proposti numeri monografici e dossier.
Licenziando Giampiero Bianchi (ma questo scommettiamo che non lo sapeva, tuttavia nell’esercizio del potere vale quello che si dice per il diritto, l’ignoranza non è una scusa) il commissario ha segnato la fine di questa esperienza. Bianchi faceva i tre quarti del lavoro e tutto quello propedeutico: selezionava il materiale delle riviste, proponeva gli argomenti, scriveva note e recensioni, suggeriva temi di discussione e approfondimento. Ce lo vedete ora il triplice Manca (assistente del segretario confederale-commissario-presidente a tutti i costi) fare questo lavoro? E ve li immaginate i risultati?
Noi offriamo le pagine di questo sito per cercare di non disperdere del tutto quell’esperienza.
Proponiamo quindi a chiunque abbia da segnalare un testo, un documento, o voglia scrivere una nota o una recensione, di farcela avere (info@il9marzo.it), e noi la pubblicheremo in queste pagine. Mettendo tutto a disposizione di tutti. Perché, ci scommettiamo, anche fra quanti battono, più o meno convintamente, le mani al commissario, ce n’è uno, o magari due, che comincia ad avere un po’ di nostalgia per quella “cosa verde” che ogni tanto arrivava sul tavolo del sindacalista di periferia.
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