Speriamo ci sia un giudice a Verona

Cosa c’è dietro alla questione della competenza territoriale sollevata dagli avvocati di Via Po 21 per portare dalla tranquilla Verona alla caotica capitale il procedimento aperto da Scandola contro la sua espulsione?

Dal punto di vista pratico, la cosa è chiara: Via Po 21 cerca di mandarla per le lunghe, possibilmente alle “calende greche”, e “buttarla in caciara” per non entrare nel merito. Come si dice, “prendi tempo e scamperai”. Cose che è normale faccia un avvocato (anche a prescindere dal detto “causa che pende, causa che rende”), ma che non aiutano certo a chiarire la questione. Come invece dovrebbe essere nell’interesse di tutti.

Dal punto di vista giuridico, invece, il problema è che un organo centrale della Cisl, che ha sede a Roma, ha ordinato l’espulsione di un iscritto di Verona.

Già, ma perché nella “Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori” un organo centrale della confederazione deve avere potere di vita o di morte associativa sugli iscritti (che non sono iscritti “alla Cisl” ma a strutture aderenti alla Cisl)? E perché questo organo centrale obbedisce agli ordini di Via Po 21 nel 100 per cento dei casi?

Il problema, come già per il commissariamento della Fai, è questo: esiste ancora la Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori, o è diventata una confederazione “generale”, come la Cgil? Esistono ancora libertà e democrazia interna, o sono state soppiantate definitivamente dal centralismo democratico?

Certo, quando si legge sui giornali che, nella proposta unitaria sulla contrattazione, vantata dalla signora Anna Maria come una gran cosa, ci sarà l’adesione della Cisl a una richiesta di attuazione dell’articolo 39 della Costituzione, i dubbi spariscono. Ma nel senso peggiore.

Perché allora è chiaro che di quella Cisl che aveva costruito la propria identità anche sull’opposizione all’attuazione dell’articolo 39 (per gli stessi motivi per cui aveva rifiutato il modello generale della Cgil), non è rimasto molto. Ed è anche per questo che in questa cosa che si chiama ancora Cisl, e dove Pastore e Romani sono nomi senza senso, si commissariano le federazioni per rappresaglia al libero voto di un congresso, si decidono espulsioni per inibire trasparenza ed esercizio del diritto di critica, si licenziano padri di famiglia come strumento di ritorsione politica.

Quando si perde l’idea che la libertà è un bene sommo, la si calpesta all’interno e ci si rinuncia senza troppi pensieri all’esterno.

Anche per questo, speriamo che ci sia un giudice a Verona.

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3 Commenti - Scrivi un commento

  1. La Cisl è stata una grande scuola sindacale di libertà; libertà di critica e di pensiero, dove ha trovato ospitalità anche il dissenso.
    Questo è stato possibile in presenza di una dialettica viva e forte.
    Poi venne il tempo della teoria di una Cisl unica e di conseguenza del pensiero unico, ovvero del’unanimità.
    Così si è spenta la dialettica interna ed è affiorata l’arroganza del potere di una parte del gruppo dirigente.
    Fausto Scandola ha avuto il merito di denunciare tale arroganza, portando alla luce lo scandalo dei trattamenti economici di alcuni massimi dirigenti, che ancora oggi non hanno avuto il coraggio, l’umiltà e la dignità di rendere trasparente la loro posizione a partire dal 2008 a fianco del segretario gen. Raffaele Bonanni, presentandosi invece come i paladini dell’etica e del rinnovamento.
    E così è stato espulso
    Gli amici del” 9 marzo” hanno avuto il merito di ribellarsi ad un commissariamento ingiusto alzando la bandiera dell’autogoverno delle categorie, e così alcuni di loro sono stati allontanati e licenziati.
    L’arroganza del potere.
    Stessi percorsi , stessi aneliti di libertà.
    E ” il 9 marzo” è diventato oggi un riferimento per tutti coloro che hanno creduto nella Cisl per i suoi valori fondativi.
    Per queste ragioni ” il 9 marzo” può farsi carico di mettere in rete una iniziativa concreta per raccogliere liberi contributi a sostegno della causa contro l’espulsione di Fausto Scandola, come già indicato in alcuni commenti, e non lasciaro solo perchè
    Non è giusto!

    La sua causa è per affermare la dignità di tutti gli attivisti e gli associati onesti Cisl, calpestati e non tutelati da quei dirigenti integrati in una deriva sindacale più profonda di quella che appare.

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