Bilateralità e problemi derivati

Dice il proverbio che quando gira l’edilizia, va bene per tutti. E quando non gira? Questo è il problema. Perché da un po’ di tempo le cose vanno come sappiamo.

Ad esempio, il Fatto quotidiano di domenica 6 dicembre ci racconta che l’Associazione nazionale costruttori edili (l’Ance) si trova di fronte alla prospettiva di tagli “lacrime e sangue” per poter mandare avanti una baracca di grandi proporzioni, messa in ginocchio dalla crisi e da investimenti sbagliati.

La crisi sappiamo tutti cos’è. Quanto agli investimenti sbagliati, pare che l’Ance, forse “nel disperato tentativo di far fronte con l’acqua alla gola ad una situazione economica che stava precipitando” (così scrive il giornalista Daniele Martini) abbia investito un paio d’anni fa in derivati sui subprime americani. Come dire, o la va o la spacca. E non è andata.

Ma questo sarebbe solo un ulteriore problema; all’origine ci sarebbe una crisi che sta “sgretolando il sistema di finanziamento incentrato sulle Casse edili, un metodo di cogestione che sembrava granitico“; ma, scrive ancora Martini, “finché l’edilizia ha tirato il sistema ha funzionato alla perfezione e tutti erano felici. Ora che il giocattolo è andato in mille pezzi, restano i cocci“.

Ai nostri lettori non sarà difficile cogliere l’analogia con le vicende che raccontiamo da qualche mese. Perché anche la Filca ha avuto i suoi problemi per la crisi del sistema delle Casse edili; ed il suo gioco per nascondere il problema, invece che derivati o subprime, si chiamava fusione con la Fai. Una fusione costruita su che cosa? Sulla bilateralità. Cioè sull’origine del problema, una forma di collaborazione fra sindacati e imprese che permetteva forme di finanziamento per le associazioni ma che, un po’ come i derivati, distribuiva più ricchezza di quella che produceva. Un sistema che la crisi ha fatto scoppiare.

La Fai, in altre parole, è stata un po’ il subprime della Filca. Un’operazione rischiosa per salvare un sistema che non funzionava. E probabilmente è meglio che sia saltata anche da questo punto di vista, perché (senza voler mettere in discussione il principio della bilateralità) quando un sistema costa più di quel che produce, quando distribuisce ai suoi partecipi più soldi di quel che l’economia reale giustifica, allora quel sistema è sbagliato.

Naturalmente, è proprio a quel sistema che guarda invece il dottor Sbarra dell’Anas. Che parla ancora e sempre di bilateralità come del futuro del sindacato. Una bilateralità che, affidata a lui, ci fa pensare ad una bolla che prima o poi scoppierà. E farà male a molti che ora gli battono le mani convinti di essersi messi in banca. Senza aver pensato che di questi tempi proprio dalle banche si rischiano le peggiori fregature.

Condividi il Post

Un Commento - Scrivi un commento

  1. Ma gli operatori edili continuano a prendere lo stipendio più alto? fino a giugno mi risulatva rendessero anche il 30% in più avendo un contratto di categoria.

    Reply

Commenti