Inas: l’etica, la faccia e altre parti del corpo

La campagna “io ci metto la faccia” contro i tagli ai patronati, tagli che preoccupano anche noi perché sappiamo la delicatezza della questione per i lavoratori dell’Inas e chi di serve dei suoi servizi (altri destini ci interessano meno), ha provocato alcune reazioni.

Una è quella di Fausto Scandola. Che nel messaggio riportato in coda suggerisce alla presidenza di rinunciare almeno ad una parte dei compensi aggiuntivi rispetto alla pensione. Sempre in nome di quel rispetto dell’etica per il quale è stato espulso e riespulso per averne fatto presente la necessità al segretario generale.

Anche stavolta si aspettano obiezioni nel merito, se sono possibili.

Un altro messaggio ci arriva da un lettore che, con un linguaggio fin troppo colorito che ci siamo permessi qua e là di sostituire con dei puntini, pone più o meno lo stesso problema ma dal punto di vista dell’estetica, cioè della credibilità di certe facce che appaiono nella campagna.

Quanto a noi, abbiamo accolto con piacere, al di là di divergenze su altre questioni, la notizia della designazione di Domenico Pesenti alla presidenza dell’Inas. Sperando che in quel ruolo Pesenti voglia rimanere un sindacalista e non diventi un pazzo che crede di essere un managér.

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Per contenere i disagi dal taglio delle risorse al “nostro” patronato INAS, Consiglio alla Presidenza di ridursi drasticamente i compensi ricordandoVi che sono già in aggiunta alla pensione. Grazie a Voi potremmo apparire piu convincenti ed ETICAMENTE  piu accettabili,

Grazie della Vostra attenzione, cordiali saluti,

Fausto Scandola

( per il momento ancora un ex iscritto  CISL espulso due volte )

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E’ partita questa “lodevole” iniziativa dei patronati contro gli ingiustificati tagli ai patronati.

E’ commovente e non in senso ironico vedere come gli operatori ci stiano mettendo la faccia prima di rimetterci qualche altra cosa.

Ma la cosa più commovente e questa volta in senso ironico è vedere tra tante facce anche qualche … che non si vergogna di mostrarsi in pubblico dopo aver abbondantemente dilapidato le casse dell’Inas. Certo, si sono rifugiati dietro le proprie città, Siracusa e Palermo (tanto per fare un esempio) e ci stanno chiedendo che i loro diritti, ovvero gli stipendi da super manager “de …” vanno tutelati.

Sono curioso di vedere quante altre facce … si presenteranno all’appello.

Come diceva la Sora Lella: “annamo bene, annamo proprio bene!”

Lettera firmata

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7 Commenti - Scrivi un commento

  1. Il problema non sono le facce che circolano in categoria e negli uffici sia come volontari che come impiegati
    tutta gente che ci mette la faccia con gli iscritti e non iscritti per stipendi miserevoli a differenza delle altre, quelle si VERE GRAN FACCE DA……….CHE GUARDA CASO SI TROVANO TUTTE IN CONFEDERAZIONE E COME I PEGGIORI PARASSITI VIVONO GIOCANDO A FARE E VIVERE DA TOP MANAGER COL LAVORO DELLE ALTRE.
    Pensano di essere indistruttibili, anche il cinghialone lo pensava e tutti abbiamo visto come é finita. Ancora un po di paziena e mangeranno anche loro la polvere.
    IL CLOCHARD DI VIA PO CHE NON HA MAI VISTO UN EURO

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  2. Domenico Pesenti alla guida dell’INAS dopo l’ammirevole guida di una categoria che di rispetto delle regole non ha da farsi insegnare nulla da nessuno è un gran bel segnale. Domenico sa molto bene cosa vuol dire la centralità del socio, e non solo a parole. Sa che i servizi non sono qualcosa di astratto rispetto al sindacato ma ne sono parte integrante e attiva. Gli auguro di riuscire a sistemare i danni creati dai suoi predecessori. Vai Domenico. Il sindacato sano è con te!

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    1. Anche noi giudichiamo la scelta di togliere Sorgi dall’Inas e mettere Pesenti una delle pochissime cose giuste fatte dalla Cisl negli ultimi tempi (forse un po’ anche grazie a Scandola?). E confermiamo che ci dispiace dover constatare d’altra parte che Domenico è stato corresponsabile di molte delle cose sbagliate fatte dalla Cisl. A cominciare dal commissariamento di una federazione di categoria per una libera scelta, giusta o sbagliata che fosse, del suo congresso. E tanto più se poi si dice, come nell’intervento conclusivo all’assemblea della Filca, che si vuole una Cisl più fondata sulle categorie.

      Qui l’amico Pesenti è in palese contraddizione. Perché “rispetto delle regole” è anche rispettare le legittime decisioni delle altre federazioni, e non far saltare il tavolo se il risultato della partita non ti piace. Tanto più se si sostiene che il risultato era stato concordato con l’allora segretario della Fai.

      Perché se il risultato era stato concordato, la partita era truccata.

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      1. La cosa che rispetto a quello che sostenete mi è più difficile da capire è la seguente: perchè tutte le Fai territoriali hanno votato favorevolmente (diciamo al 99,999%) tutti i documenti che ci hanno portato al congresso di unificazione quando poi hanno dimostrato di essere contrarie in larga maggioranza facendo saltare un percorso di 2 anni fatto di ore ed ore di riflessioni. Aver buttato al vento centinaia di migliaia di euro per non essersi fermati prima, per non aver avuto il coraggio di sostenere negli organismi la propria convinzione, o per non aver avuto la forza di sostenere a congresso quelle che erano le delibere territoriali è stato sleale, non tanto verso la FILCA, quanto verso i soci FAI e i consiglieri degli organismi territoriali. Io credo che quando una federazione si comporta in questo modo non può essere che considerata ingovernabile. E quando una federazione è ingovernabile è normale che venga commissariata.

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        1. Le nostre risposte nel post ‘Dibattito riaperto sulla notte dell’Ergife’.

          Grazie dei tuoi contributi e della loro franchezza.

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  3. In qualità di confederale ho assistito a dei consigli generali e a dei direttivi della FILCA e della FAI, e devo dire che parlare di slealtà verso i soci da parte della FAI è veramente scorretto inoltre detto da un uomo FILCA che in fatto di ascoltare i soci negli organismi certamente è da prendere da esempio, in quanto negli organismi FILCA è DIFFICILISSIMO sentire la voce di un socio e se per sbaglio parla l’intervento è stato programmato in genere chi parla sono i segretari e qualche operatore che comunque sono allineati se no non esisterebbero più, Bonanni negli anni aveva provveduto, devo quindi contraddire quello affermato dal Un FILCA, invece devo testimoniare riguardo alla FAI , che proprio dai SOCI veniva l’opposizione all’unificazione sia dal settore alimentare come dall’agricolo e quindi credo che le votazioni hanno dato il vero esito di quello che il SOCIO VOLEVA, semmai da questo gesto ci sono da imparare la democrazia altro che COMMISSARIARE, siamo seri e non pecore

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