Dopo un anno di commissariamento, è tempo di bilanci.
Non tanto di quelli politici, per i quali tanto vale aspettare il congresso di fine commissariamento, quanto per alcuni aspetti collaterali, e però importanti, che riguardano la vita della Fai.
Ad esempio, la casa editrice Agrilavoro. Che, come testimonia il sito www.agrilavoro.it aveva prodotto con buona regolarità testi di varia natura dai primi anni ’90 in poi. Fino a che non si autonominato presidente il dottor Sbarra dell’Anas. Che, come commissario avrebbe potuto lasciare l’incarico a qualcun altro non avendo egli interessi né competenze in materia.
Il bilancio economico della casa editrice Agrilavoro non lo conosciamo. Dal sito però risulta che nell’ultimo anno non sono apparse pubblicazioni.
Quindi, sotto questo aspetto, il bilancio della gestione Sbarra è pari a zero.
Un po’ diverso il discorso per quanto riguarda la fondazione Fisbafat, poi fondazione Fai-Cisl studi e ricerche. Che non si è limitata a non fare studi né ricerche, ma si è attivamente impegnata a distruggere ciò che era stato fatto. Ad esempio a sostituire il sito, su cui era possibile trovare il materiale che testimoniava del lavoro svolto, con un cartello e la scritta canzonatoria “sito in costruzione”. Che è lì da un sacco di tempo senza che nessuno stia costruendo niente
Però, in cambio del dolce far niente e della distruzione di ciò che era stato fatto, la Fondazione Fai-Cisl studi e ricerche, sotto la presidenza del dottor Sbarra dell’Anas, ha chiesto che gli fossero destinati i finanziamenti del “5 per mille”.
E lì, comunque sia andata, il bilancio non sarà certamente pari a zero. Almeno per qualcuno.
