La vendetta della cara leader

L’avvocato Lorenzo Cantone, che rappresenta Fausto Scandola nel ricorso contro l’espulsione dalla Cisl, ha scritto alcune parole di commento alla riespulsione del suo assistito.

Le proponiamo ai nostri lettori

La vendetta della Cara Leader. Cara in tutti i sensi

Se c’erano ancora dei dubbi, oggi, leggendo il lodo definitivo dei Probiviri confederali, abbiamo la certezza che l’espulsione di Fausto Scandola è stata disposta solo sulla base della accusa, peraltro infondata, di “aver espresso valutazioni e censure gravemente offensive della dignità, onorabilità ed integrità morale ed etica della segretaria generale Annamaria Furlan.”

E’ bastato l’invito, rivolto alla suddetta da Fausto Scandola, a dimettersi se non riesce a cogliere l’incompatibilità morale ed etica tra il sentire degli iscritti CISL e gli emolumenti d’oro degli alti dirigenti sindacali confederali, per integrare addirittura – sempre secondo l’Inquisizione Confederale – una “aggressione alla reputazione del vertice politico dell’organizzazione che ha come sua diretta conseguenza un incalcolabile quanto ingiusto danno di immagine per la stessa CISL.”

Una prosa di cui neppure i nord coreani sarebbero capaci a difesa del Caro Leader Kim Jong-un. Una prosa falsa, naturalmente, che contraddice sé stessa quando poi sposa toni molto più gravi di quelli imputati a Scandola per offendere gravemente I Probiviri veneti (che non si erano sentiti di andare oltre un richiamo per il nostro battagliero
sindacalista) e dichiarare la nullità del loro lodo per essere il Collegio
di primo grado dei predetti “venuto meno ai suoi obblighi funzionali
determinando la invalidità del lodo che risulta viziato da difetto
assoluto di motivazione, travisamento ed errore rilevante sui presupposti
di fatto, illogicità irragionevolezza, arbitrarietà, contraddittorietà e
omessa ponderata applicazione di norme statutarie.”

E questo è il modo di rapportarsi civilmente e pacatamente alle altrui opinioni dei maestri del bon ton, che hanno espulso Scandola, così tanto appiattendosi sulle richieste vendicative della Segretaria Nazionale che la motivazione del lodo definitivo è costituita, in modo imbarazzante, soprattutto dal riprendere pari pari le argomentazioni del ricorso in appello di quest’ultima.

Non una parola sul vero contenuto dellalettera di Scandola e sul problema dei mega stipendi, considerato come estraneo alla Storia ed allo Statuto CISL. Come se facesse parte di questa Storia, di questo Statuto e del discernimento che si richiederebbe ad un Collegio di Probiviri poter espellere un valoroso e antico militante senza neppure averlo convocato e sentito a suo difesa, per poi affermare che sarebbe stato Fausto Scandola a non volersi difendere. Come se facesse parte dello Statuto CISL nascondersi dietro il latino dell’ “electa una via non datur recursus ad alteram” per stimmatizzarre il ricorso di Fausto Scandola alla magistratura ordinaria dopo che il Collegio dei Probiviri Confederale, il 29 luglio 2015, lo aveva cacciato senza neppure sentirlo a difesa, decretando una espulsione disposta in violazione dell’ art. 13 dello Statuto CISL ed alla quale avrebbe dovuto seguire entro 30 giorni il lodo definitivo, emesso invece solo il 13 ottobre 2015.

Vuoi vedere che il Collegio dei Probiviriconfederali è “venuto meno ai suoi obblighi funzionali, determinando la invalidità del lodo, che risulta viziato” dall’essere stato emesso fuori termine? Oltre che fuori dai criteri della giustizia, della democrazia e del buon senso.

Lorenzo Cantone, avvocato.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. roba da matti, questa ha perso la testa e deve nascondere o proteggere qualcuno..
    comunque dobbiamo ancora vedere i redditi di tutti i capi sindacali
    chissà perchè.
    Avvocato la denunci per truffa con Bonanni e quelli che sappiamo e poi vedremo.
    buon lavoro

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  2. … si fa pulizia nella Chiesa e si tituba a far pulizia nel Sindacato?

    Qui non si tratta di pruderie moralisticheggianti, ma di far areare i locali. Ovviamente se ancora si ha stima del sindacato come soggetto che tutela i lavoratori.

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