C’è una parola magica che comincia ad affiorare qua e là in qualche documento degli organi di strutture della Cisl: la parola “dimissioni”.
Ad esempio, l’esecutivo della Fim di Venezia, il 24 settembre, ha approvato un documento sul caso Scandola; un testo più o meno condivisibile in questo o quel punto, che al penultimo capoverso fa un’affermazione importante:
“qualora la dismisura dei redditi di questi dirigenti fosse confermata, come ultimo gesto dignitoso nei confronti della Cisl, chiediamo le loro dimissioni”.
Dimissioni, quindi, come unica via d’uscita. Certo, senza fare il nome di “chi”, e solo “qualora” fosse “confermata” la “dismisura”. Il che vuol dire quindi che, al momento, vale per tutti il beneficio del dubbio, sul “se” e sul “quanto”. Ma proprio questo richiede verifiche per confermare, smentire o precisare pubblicamente le cifre che sono state indicate. E non di rovesciare una montagna di sabbia sul passato, in cambio della promessa che in futuro quei redditi rientreranno nelle nuove previsioni regolamentari modificate appositamente.
Ma anche dove la parola magica resta non detta, si possono leggere affermazioni assolutamente chiare ed univoche. Richieste esplicite di atti, e non solo promesse per il futuro. E subito (ma non il “subito” di Franca Porto; a proposito, la dichiarazione dei redditi della Furlan è stata poi “pubblicata subito” sul sito della Cisl?)
Ad esempio, nella relazione alla conferenza organizzativa della Cisl Asse del Po, si legge che
“anche i soldi degli iscritti e dei lavoratori sono sacri e di conseguenza chi con inaccettabile leggerezza se ne è approfittato ha compiuto azioni sacrileghe … Concordiamo con un autorevole esponente della segreteria confederale che ritiene impossibile cambiare un certo andazzo in due giorni. Ma per dare un segnale perentorio e inequivoco di cambiamento non occorrono due giorni. Bastano due ore”.
Qui non si parla di dimissioni, o di quale debba essere il segnale. C’è però la denuncia di un problema, e c’è una richiesta di risposte non elusive, ma anzi adeguate alla gravità della questione.
Senza neanche un “qualora”
PS Nella stessa relazione ci sono altri passaggi importanti: ad esempio, c’è il riferimento a vicende locali (per le quali si citano Fnp e Fisascat) definite “anticipatrici di quanto sarebbe successo in questa estate di passione”, con un’azione di “livelli superiori che hanno coperto ciò che andava invece smascherato e messo all’indice”, e con commissariamenti dall’esito poco felice. Da qui la proposta di rivedere l’istituto del commissariamento per evitarne un uso strumentale e che danneggia la rappresentanza degli iscritti.
Un punto sul quale siamo del tutto d’accordo. Ed ogni riferimento al commissario della Fai non è puramente casuale. Il quale commissario, come è stato scritto ieri in un acuto commento, qualora “avesse percepito stipendi superiori a quello stabilito dal regolamento, violando clamorosamente lo statuto” andrebbe ovviamente sanzionato. O dagli organismi di garanzia statutaria, ma questo è altamente improbabile, o dagli organismi politici che dovrebbero sollecitarne le dimissioni.
Cosa che, intanto, facciamo noi. Sempre “qualora”.
In considerazioni delle “anticipazioni” di quanto sarebbe successo questa estate, un vero gruppo dirigente, e mi riferisco in primis al Segretario Generale Sig Annamaria Furlan , considerando i precedenti e mi riferisco al Sig. Raffaele Bonanni, di cui Lei era a conoscenza ed AVEVA promesso che faceva chiarezza, ad oggi non mi risulta che abbia provveduto, avrebbe dovuto immediatamente prendere provvedimenti per non far succedere quello che è successo se veramente voleva bene alla CISL, visto che ha preferito tenere coperte certe cose tra amici e sottovalutando i soci della CISL, deve ritenersi responsabile di quello che è successo e se veramente vuole bene alla CISL faccia un esame di coscienza e dia un buon esempio di serietà e moralità e di eticità e con i suoi amici di segreteria rimetta il suo incarico farebbe un passo storico per il bene della CISL e dei suoi fondatori
Penso che l’enormità degli interessi in gioco e l’arroganza / ignoranza dimostrata da lor signori (in questo caso) non farà mollare l’osso, con le buone maniere, anzi è proprio questo che li fa diversi ; loro si sono arrogati il diritto di violare costantemente e con metodo le regole storiche della democrazia sindacale ed adesso si ergono a giudici di chi timidamente si permette di obiettare, incolpandolo di fare male al sindacato. Ma che brava gente peccato però che mentono strumentalmente. Se davvero tenevano al buon nome del sindacato non avrebbero fatto/tollerato simili porcate e quantomeno una volta a conoscenza avrebbero fatto pulizia in tempi rapidi e non nascosto la sporcizia. La loro tecnica di difesa è chiara “mettiamoci una pietra sopra” e da adesso in avanti severità e trasparenza. Ma vogliamo ricordare per un attimo che lo scandalo è nato dai mega-stipendi che dovevano servire per generare mega-pensioni? E che con la legge Fornero, il giochetto fatto in extremis dall’ex segretario nazionale della cisl non è più possibile; Certo saranno sempre sostanziose specie se come nel caso del segretario della FNP Bonfanti si incrementano delle cifre che abbiamo letto. Dunque di che stiamo parlando tutta questa severità altro non è che aria fritta che non sposta il problema di una virgola. Bisogna, pacificamente assediarli con picchetti davanti alle sedi sindacali cominciando da Roma e se è necessario anche dichiarando uno sciopero contro tanta arroganza .