Amici di Bonanni

Un interessante commento pervenutoci da qualcuno all’interno della Fim del Veneto racconta, fra le altre cose, qual è la versione ufficiale che viene fatta circolare per screditare quelli, fra i quali ci siamo anche noi, che pongono il problema della trasparenza da ieri, e non solo da domani, sui redditi (e sulla contribuzione pensionistica) di Biancaneve e dei sette nani.

“Tutti pupazzi manovrati da Bonanni”. Con un linguaggio che, se ce ne fosse stato bisogno, dimostra un’altra volta la deriva sovietica in atto nella Cisl.

Screditare il dissenso con espressioni sprezzanti ed accuse di essere al soldo di questo o quello era appunto il modus operandi del Pcus e dei partiti satelliti (compreso quello italiano). Citiamo alcuni esempi: “lacché al servizio dell’imperialismo”, “provocatori al soldo della reazione”, “pidocchi che si erano annidati nella criniera di un magnifico cavallo” (questa fu un’invenzione di Togliatti), o, nella migliore delle ipotesi, “incoscienti che fanno solo il gioco del nemico”. Gente comunque irrilevante perché, come diceva il presidente albanese, compagno Enver Hoxha, “i cani abbaiano, ma la carovana va avanti”.

Proprio come per il comunismo sovietico, comunque, i fatti dicono altro. Basta guardare questa foto,

o quest’altra,ancora più esplicita,

o rileggere i discorsi fatti da Bonanni e dalla Furlan l’uno sull’altra l’anno scorso di questi tempi, per capire come stavano e come stanno le cose.

D’altra parte la Fim del Veneto potrebbe più utilmente preoccuparsi del fatto di avere un segretario di categoria ed un segretario regionale che votano in un modo in esecutivo, davanti alla segreteria confederale (a proposito, tutti grandi oppositori di Bonanni?), e poi negli organismi che li hanno espressi votano in un altro (la storia è quella dell’indennità del 40%, che dovrebbe ridare la verginità regolamentare a chi l’aveva persa dai tempi, appunto, di Bonanni).

Oppure spiegare come mai tutti erano amici di Bonanni quando era  segretario, mentre ora non lo è mai stato nessuno; come quei politici cresciuti nel Pci fin da piccoli che all’improvviso annunciano al mondo di non essere mai stati comunisti.

Ma, per quanto ci riguarda, c’è una cosa una cosa in più da dire, e ci permettiamo di ricordarla con l’indignazione che sarebbe ingiusto nascondere in questi casi.

Questo sito nasce per contestare la legittimità del commissariamento della Fai e per difendere il voto del congresso che aveva respinto l’operazione, imposta da Bonanni, di scioglimento della Fai per essere meglio assorbita dalla Filca. Anna Maria Furlan, continuatrice della linea di Bonanni (anche) su questo, ha voluto per questo il nostro commissariamento e ci ha mandato un commissario che ha licenziato un nostro amico con l’accusa di aver esultato alla notizia delle dimissioni di Bonanni dicendo “Finalmente la Cisl è libera!”. E invece libera non era.

Chi, date queste circostanze, dovesse venire a dirci in faccia che noi siamo manovrati da Bonanni, si prepari ad essere trattato come l’interlocutore di Totò in questa famosa scena

 

 

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Sempre dal vostro anonimo corrispondente Fim Veneto

    Ottimo commento da parte vostra!

    Aggiungo, avendolo dimenticato ieri, che ci è stata racconta la ‘verità’ sulle dimissioni di Bonanni e sul contentino d’uscita, ovvero l’incarico di responsabile del Centro Studi di Firenze.
    Bene, ci è stato detto che è partito tutto da una lettera di Fausto Scandola, e che le missive da lui spedite in via Po, compresa l’ultima relativa alla segretaria generale ‘milanista’, dovrebbero essere 6.
    Poi sostengono che Scandola è una marionetta manovrata dall’ex segretario!

    Quello che mi ha nauseato di più, è stato l’intervento di alcuni delegati che hanno difeso i dirigenti titolari di integrazioni e compensi scandalosamente alti – su tutti la Furlan, ma anche gli altri. Qualcuno di loro ha affermato che in CGIL pagano almeno il 10% in più che in Cisl, e che tanti dirigenti ‘arrotondano in nero’ con ospitate in tv, presentazioni di libri ecc.. E con quale sicurezza! Non mi hanno convinto; magagne ne avranno anche di là, ma almeno non si sono auto aumentati lo stipendio a luglio, e non hanno continuato a ricevere cospicue indennità, mentre coloro che dovrebbero rappresentare rischiano – parlo per il settore privato – ogni giorno licenziamenti, scorpori di ramo d’azienda, declassamenti, mobbing, ecc…e non vedono un euro di aumento da anni – perchè quelli ottenuti e tanto vantati da chi ha condotto le trattative con Confindustria vengono spesso, per normativa aziendale, in tutto o in parte assorbiti dal superminimo individuale.

    Alla prossima puntata della serie, le bugie hanno le gambe corte ma vita molto lunga…

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