La Cisl è un risciò

L’ultima notizia su Scandola potrebbe gettare nel panico Via Po 21.

Il vulcanico pensionato, espulso per aver chiesto un po’ più di chiarezza su quanto si guadagna da quelle parti, è implicato in un progetto, il “risciò solidale“, che ufficialmente è solo un programma per offrire un servizio di trasporto eco-sostenibile gestito da detenuti in fase di reinserimento e dedicato ad anziani o persone con disabilità.

Ma poi, come direbbe un Petteni o un Bonfanti, bisogna capire come mai “proprio in questo momento”, il nostro pensionato espulso se ne esce con questa iniziativa. Come mai non l’ha presa prima di essere espulso? Cosa deve dimostrare? E a chi?

E poi, la domanda delle domande: chi c’è dietro? Chi lo muove?

Noi non siamo così bravi nelle dietrologie come i big della Cisl, altrimenti magari noi saremmo al loro posto e loro al nostro. Ci sembra però che il risciò sia una bella immagine per capire, una volta tanto, che prima di domandarsi chi c’è dietro, i nostri capi farebbero meglio a guardare a chi c’è davanti.

Perché un risciò è proprio come la Cisl, c’è chi sta davanti e pedala, e chi sta dietro e può chiacchierare; chi fa andare avanti la baracca, e chi viene trasportato; chi va, e chi decide dove andare. Una ripartizione di ruoli che va benissimo, a condizione che chi sta dietro non diventi un peso morto e non scandalizzi chi sta davanti e fa fatica per tutti.

Altrimenti il risciò non è più solidale. E finisce che non si va più da nessuna parte. Né chi c’è dietro, né chi c’è davanti.

11960272_1166044263412904_2174939717082617061_n

 

Condividi il Post

Un Commento - Scrivi un commento

  1. A proposito di chi pedala e chi no, sentito Sbarra stamattina alla radio, GR3 delle 8.45?

    Ha imparato bene la lezioncina sul sostegno ai consumi e sulla crescita. Peccato che non abbia spiegato come si
    possano realizzare, con quali ‘ricette’.
    Meglio che si dedichi a scrivere i libri sulla cucina calabrese, sicuramente gli riuscirebbero bene.

    Reply

Commenti