L’involontaria lezione del professor Brunetta

Ci sono professori che insegnano a parole, e ci sono professori che sono maestri perché insegnano anche con l’esempio della loro vita.

Così è per Renato Brunetta, professore di economia del lavoro e maestro di vita, che ha spiegato con l’esempio personale la crisi di una contrattazione collettiva incapace di promuovere una distribuzione del reddito funzionale alla crescita, e cosa vuol dire che la ricchezza creata dal lavoro si sposta sempre più dal basso verso l’alto, dalla ricompensa del lavoro a quella del capitale e/o delle posizioni di privilegio.

Stiamo vivendo infatti, e in Italia con forza maggiore che altrove, un periodo storico nel quale, a differenza della seconda metà del secolo scorso, il lavoro dipendente viene sottovalutato, mentre a crescere sono le ricchezze da capitale e i compensi che possono essere fissati unilateralmente, senza passare da una mediazione sindacale ormai indebolita e distratta dalla politica (come nella grottesca polemica sugli scioperi del venerdì e su una manovra che non cambia niente nella struttura dell’economia).

Con la forza di un solo esempio, il professor Brunetta lo ha fatto capire a tutti: mentre altri stanno lì a discutere su chi riceverà quattro soldi, chi tre, chi due e chi uno solo se non mezzo dall’intervento del governo sulle tasse, il professore di economia del lavoro si è assegnato un aumento annuale che da solo basterebbe a far entrare un contribuente nella fascia medio alta di reddito. Cioè una di quelle trattate meglio dal governo. Ma soprattutto un aumento che pari al doppio o al triplo di quel che guadagna la maggioranza dei lavoratori dipendenti, le cui retribuzioni sono state fermate da decenni grazie a trucchi come l’Ipca e al miraggio di interventi compensativi sul fisco (un carico che poi resta quasi tutto sulle loro spalle, per cui quel che ricevono da una parte poi se lo vedono levare da un’altra).

Ma il trucco più grossolano è quello che usano a Via Po 21, chiamandolo impropriamente “produttività”. Invece di prendere atto di quel che, fra gli altri, diceva anche Mario Draghi (mica Maurizio Landini, che infatti parla d’altro) quando era presidente della Bce, e cioè che i bassi salari sono un problema generale proprio perché frenano anche la produttività, i pigri scienziati cislini (pseudo scienziati e anche pseudo cislini) ripetono la tiritera che “per aumentare i salari deve prima crescere la produttività”. Cioè non bisogna cambiare nulla (tanto meno con il salario minimo) rispetto alla ricetta che da trent’anni blocca stipendi e salari perché non si vuol capire che la relazione salari-produttività non è mai in una direzione sola, ma la crescita di un elemento può stimolare (e di fatto stimola spesso) quella dell’altro.

Ora però abbiamo una speranza, perché ci possiamo appoggiare ad un esempio concreto chiarissimo. Via Po 21 presti dunque attenzione al suo maestro Renato Brunetta. E non alle sue prediche (non dico inutili per non accostarlo a qualcuno meno bravo di lui sul piano retributivo), ma al suo esempio e a quel che incontrovertibilmente dimostra: siccome la contrattazione collettiva fa fatica a recuperare l’inflazione e non stimola la produttività, la ricchezza si sposta dal basso verso l’alto, cioè da chi è rappresentanto dai sindacati a chi ha la forza di fare da sé.

L’unico problema del maestro della Cisl è che l’incarico di presidente del Cnel dipende dalla politica; e quindi il bell’aumento è durato poco (ieri mattina lui lo rivendicava ancora, addirittura come “doveroso”; poi in serata è stato costretto alla marcia indietro perché chi l’ha messo lì ha voluto evitare l’aggravamento della figuraccia). Ma l’esempio resta, ed è chiarissimo.

E se anche a Via Po 21 lo capiscono, forse poi potranno capire anche quello di Elon Musk (mille miliardi in dieci anni), che preannuncia il futuro che ci aspetta.

Un futuro che non avrà pietà di chi, mentre stava succedendo tutto questo (in forma tragica come per Musk, o grottesca come per Brunetta), perdeva tempo a parlare di un’astratta partecipazione (a tutto tranne che alla ricchezza creata dal lavoro) o a cercare ogni anno nel testo della manovra qualche spunto per poter dire che la destra al governo, in fondo, ha fatto anche cose buone.

Francesca Romana per il9marzo.it

TRASPARENZA – Questo blog è stato finanziato con eur. 32.700 dalla Cisl che ha perso la causa per diffamazione intentata contro di noi ed ha dovuto pagare le spese.

Condividi il Post

20 Commenti - Scrivi un commento

  1. La produttività in molte aziende è al top, il problema è sempre lo stesso cioè la sua redistribuzione e le parti sociali rispetto questa tematica non sono in grado di incidere se non in qualche ricchissima e rara azienda che portano come vessillo senza fare testo nel contesto generale dei lavoratori.
    La questione partecipazione è un altro vessillo che non serve a nulla perché se negli ultimi vent’anni i sindacati non sono riusciti ad adempiere al loro dovere figurarsi i rappresentanti futuri dei lavoratori nei consigli di amministrazione di quelle quattro aziende amiche.
    Quindi? Il sindacato e in particolare questa Cisl non ha idee ed oltre a non avere idee non è nemmeno in grado di difendere il salario dall’inflazione secondo gli accordi interconfederali che andrebbero solo fatti rispettare dalle controparti.. almeno sarebbe un inizio.
    Invece tanta prosopopea e zero fatti, eccetto quel che riguarda la crescita del salario dei nostri dirigenti.
    In poche parole in via Po e dintorni dovrebbero andare a lavorare altrove e guadagnarsi il pane come quelli che dovrebbero rappresentare

    Reply
    1. Vedi , ti sfugge che sono gli iscritti a decidere con la loro adesione se i sindacati vanno bene oppure no.
      Non sei certo te.
      E poi sono gli organismi democraticamente eletti a decidere il gruppo dirigente
      Non sei certo te …..e nemmeno i provibiri

      Reply
      1. Ci inseriamo per farti presente che nel caso della Fai gli iscritti, attraverso i loro rappresentanti nel congresso, avevano deciso che lo scioglimento della Federazione non andava bene. Però i probiviri dettero ragione a Via Po 21.
        Quindi tu sul punto dai ragione al 9 marzo sull’illegittimità di quel commissariamento?

        Reply
            1. Sentire queste frasi paludate, rispettose e di solidarietà e raffrontarle con l’atteggiamento quanto meno sfuggente e arrogante tenuto dalla Furlan quando è stata oggetto di un’inchiesta, è quanto meno imbarazzante. Se si pone mente poi al fatto che il viceministro Sbarra ha fatto una dichiarazione stampa di solidarietà assoluta a Ranucci, con una tempestività eccezionale, non solo è imbarazzante ma è quasi comica, ricordando come l’ex segretario ha trattato minacciosamente la giovane giornalista di report. “Lei allude, parleranno gli avvocati”….A volte il silenzio sarebbe più rispettabile di parole vuote.

              Reply
      2. Gli iscritti contano · Edit

        Gli iscritti coinvolti nei congressi (neanche online) saranno a occhio,
        orecchio e croce meno del 10%. Le assemblee congressuali sono rare e riguardano una minoranza degli iscritti. Quelle di zona non ne parliamo. I congressi escono fuori da quando c’è il pranzo incluso e il gadget per i delegati in poi. Come le manifestazioni. I congressi nazionali in luoghi spartani e sobri.

        Reply
      3. Vedi ti sfugge il fatto che i lavoratori non sanno nemmeno dove stanno i sindacati.
        Vedi ti sfugge che organismi democraticamente eletti non esistono perché le assemblee degli iscritti non le fate, decidete voi i delegati congressuali a tavola imbandita.
        Vedi la Cisl ormai è una burla

        Reply
  2. Ma poi vi rendete conto che l’accorpamento Fai Filca non è stato fatto e che, da pochi giorni, il segretario generale della Filca Cisl (non accorpata Fai) è… Ottavio De Luca.
    Incredibile davvero.
    Approfondiremo.

    Reply
  3. C’è qualcuno che insiste a mandare commenti a questo blog per attaccare quello che scrive Francesco Lauria sui suoi canali, anche in riferimento a post come questo che parlano di tutt’altro.
    Facciamo presente che noi non abbiamo la rappresentanza di Lauria e che chi vuole polemizzare lo deve fare con lui. E che chi vuole buttarla in caciara su un caso singolo per non parlare del fallimento delle politiche salariali della Cisl (come scelte recenti e come idee confuse sul passato) non avrà spazio.
    Questa è una comunicazione alla quale non sono ammesse repliche. Per cui chi ce le volesse mandare fa meglio a non perdere tempo.

    Reply
  4. Gli attacchi, personali, familiari, amicali, professionali, accademici e di qualsiasi tipo si susseguono senza sosta (ovviamente ci sono materie per i probiviri, materie per rompere semplicemente i rapporti di una vita e materie per l’autorità giudiziaria).
    Poichè nulla più mi può stupire, tutto questo impegno (peraltro sottratto all’azione per i lavoratori e le lavoratrici) non mi fa, ovviamente, nè caldo nè freddo.
    Anzi mi aiuta a discernere i mostri, dai codardi, dalle persone vere.
    Torniamo a parlare di salari (anche dei dirigenti Cisl, perchè no…) che mi sembra, sinceramente, la priorità.

    Reply
  5. Le vite degli altri (la · Edit

    In alcuni ambienti è considerato normale che se si hanno persone affiliate alla propria organizzazione in un call center di un gestore telefonico lo si possa utilizzare per sapere spostamenti e tabulati telefonici. Come chi ha fatto il sindacalista veramente sa, chi accede a utenze senza giustificazione rischia il licenziamento.

    Reply
  6. “Le vite degli altri”. (film imperdibile) · Edit

    Per fare l’intelligence dei poveri
    è reato:
    1) utilizzare un operatore di call center di gestore telefonico per sapere spostamenti, tabulati di telefonate e messaggi
    2) utilizzare un operatore caaf e patronato per raccogliere informazioni fiscali, patrimoniali, sanitarie
    3) utilizzare un dipendente inps per avere documentazione contributiva

    In tutti questi casi c’è il licenziamento del dipendente se lavora in enti pubblici o in aziende di telefonia.
    Se si lavora nel sindacato o ente che te lo commissiona c’è il rischio di fare carriera.

    Reply
  7. Io ho reicontrato una persona (sindacalista Cisl) semplicemente perchè, intercettando e utilizzando una mia legittima conversazione privata, la Cisl stessa mi ha contestato disciplinarmente il fatto che mi fossi, sacrosantamente, preoccupato per Lei.
    Ce ne sarebbe, lo scrivo con nome e cognome, sotto la mia piena responsabilità, per far dimettere con ignominia la Fumarola, Battista e Spaggiari fino alla quindicesima generazione, per i prossimi non cinque, ma cinquant’anni.
    Qui ne ho parlato con la circospezione dovuta:
    https://fiesolebarbiana.blogspot.com/2025/11/tra-precari-e-metalmeccanici-quel-solco.html

    Reply
  8. la centrale ti guarda · Edit

    le vite degli altri sono controllate per le loro sono tristi, leccare il fondoschiena del potente di turno. Ridere a battute che non fanno ridere, elogiate discorsi imbarazzanti. meglio spiare la vita di chi ne ha una…

    Reply
  9. Insomma in Cisl a Parma non si fanno mancare nulla…

    Il Fatto Quotidiano Cronaca
    5 Aprile 2025

    Ultimo aggiornamento: 12:52 del 5 Aprile

    “Io molestata dal segretario provinciale”. Ma la Fim Cisl manda via anche lei
    di Alessandro Mantovani
    Accade in una provincia dell’Emilia-Romagna. L’accusato si dimette e lascia l’organizzazione, che però, nel giro di qualche mese, allontana anche la donna
    “Io molestata dal segretario provinciale”. Ma la Fim Cisl manda via anche lei

    Cisl
    Molestie Sessuali

    E’ una storia che mette in imbarazzo la Fim, il potente sindacato dei metalmeccanici Cisl. Una giovane sindacalista denuncia agli organismi interni presunte “molestie anche a connotazione sessuale” e “vessazioni” sul lavoro da parte del segretario di una provincia dell’Emilia-Romagna. L’accusato si dimette e lascia l’organizzazione, che però, nel giro di qualche mese, allontana anche la donna. Il caso è all’esame del giudice civile.

    La vicenda si protrae da anni. Lui dirigente, lei impiegata di un altro sindacato Cisl, negli stessi locali. Tra i due nasce un’amicizia e lui, nel settembre 2021, la porta in Fim alle sue dipendenze. Per lei è una bella opportunità di carriera, lui le fa la formazione. Sono in due in ufficio, lei sui 35 anni e lui una decina di più, entrambi sposati con altri sindacalisti Cisl. Nel luglio scorso, quando il flirt – se c’è stato – era probabilmente finito, ma lui non mollava e i rapporti lavorativi si erano complicati, lei chiede aiuto a colleghi e dirigenti. Racconta le presunte molestie e si rivolge ai vertici sindacali, che girano il caso ai Probiviri della Fim, a Roma. La donna chiede l’espulsione del segretario. Se c’era materia per una denuncia penale i termini sono scaduti.

    Dalla solidarietà all’allontanamento. Le arriva subito grande solidarietà dai piani più alti: “Abbiamo letto con apprensione… vogliamo comunicarle l’assoluta vicinanza della Confederazione”, le scrive a luglio Daniela Fumarola, allora segretaria nazionale aggiunta e dal 12 febbraio scorso numero uno della Cisl al posto di Luigi Sbarra. Però lascia fare alla Fim, come da Statuto. Più freddino Ferdinando Uliano, leader nazionale della Fim, che comunque promette una “puntuale istruttoria”.

    La donna, secondo le carte recapitate al Fatto da fonti Cisl che non hanno condiviso la gestione del caso, consegna ai Probiviri decine di messaggi whatsapp, audio e video. Riferisce di “tre anni di condotte prevaricanti”, di comportamenti fra il protettivo e il controllante, di avances generalmente rifiutate e a volte accettate. Lui respinge le accuse, parla di una relazione, nega qualsiasi prevaricazione. Ma insomma, benché le versioni divergano molto, entrambi parlano di un solo rapporto sessuale, risalente a prima ancora che lei passasse in Fim. Dai messaggi immediatamente successivi, per come li riporta lei, si direbbe che non era lucida; lui ovviamente contesta. Per gli anni seguenti lei allega una serie di “piantala” e “smettila” e riferisce di minacce di perdere il posto, che collega al rifiuto delle avances, fino a un’intrusione nella vita familiare che fa saltare il banco. Lui nella sua memoria tratteggia un ambiente piuttosto difficile, ben al di là dei rapporti tra i due: lettere anonime, addirittura una telecamera trovata nel marzo 2024 nel bagno degli uffici Cisl in questione.

    A lui un incentivo all’uscita, lei fatta fuori al congresso. Il segretario si dimette subito, prima di difendersi, dopo un incontro con Uliano. A ottobre, dopo l’audizione davanti ai Probiviri, lascia il sindacato per cui lavorava in distacco dal 2010, torna nell’azienda di cui è dipendente. “Venuta meno la qualità di socio… cessata materia del contendere”, scrivono i probiviri il 28 ottobre 2024.

    La Fim, secondo alcune fonti, avrebbe tentato di ricollocarlo in una provincia vicina, senza successo. Poi l’ha congedato. In una bozza di conciliazione che abbiamo visto gli ha riconosciuto anche un piccolo incentivo oltre alle spettanze dovute: tre mensilità più mille euro a saldo e stralcio, per un totale di poco più 11 mila euro e forse la garanzia per i risarcimenti eventualmente dovuti a lei dal sindacato. Bene. Ma lei? “Ha continuato a svolgere la propria attività sindacale in assoluta autonomia e serenità, senza essere emarginata, anzi le sono state assegnate ulteriori aziende da seguire sul piano sindacale oltre l’intera gestione della sede territoriale”, ci ha scritto la segretaria regionale Fim Roberta Castronuovo, che per un po’ ha assunto la reggenza della provincia in questione, ha gestito in prima persona la situazione ma ha preferito non rispondere ad altre domande. Uliano non ci ha mai risposto.

    Castronuovo assicura di aver protetto la giovane collega, secondo altre fonti invece sarebbe stata emarginata, isolata. Lei senz’altro l’ha vissuta male e ai primi di gennaio, con lettera dell’avvocata Maria Cristina Fabbretti, ha chiesto un risarcimento al sindacato per i danni che ritiene di aver subito: circa 60 mila euro. Richiesta respinta: “Non sussistono trattative”, scrive Castronuovo. Il congresso locale della Fim, il 28 febbraio, ha escluso l’operatrice dagli organismi dirigenti e il 3 marzo, a firma del nuovo segretario provinciale, l’organizzazione l’ha allontanata, cioè le ha revocato l’aspettativa sindacale e l’ha rimandata a lavorare per la categoria di provenienza. Al momento la donna ha fatto causa per danni all’ex segretario, non al sindacato.

    La Consigliera di Parità: no al confronto accusatrice/accusato. Lei, contattata dal Fatto, non vuole parlare, come la sua avvocata. A quanto pare è in malattia per lo stress accumulato, nell’ambiente non si parla d’altro da mesi. Lui al Fatto dice solo: “Diffamazioni gravissime”. E ci rimanda al suo avvocato, Stefano Melcarne, che promette di chiamare l’accusatrice a rispondere in tribunale delle “illazioni diffamatorie”, ma a quanto pare non l’ha ancora fatto.

    La Fim è una grande organizzazione (oltre 200 mila iscritti dichiarati almeno nel 2019) che anche nei mesi scorsi ha fatto campagna contro le molestie nei luoghi di lavoro. I sindacati però non sono immuni: fece scalpore, anche per il silenzio del mondo sindacale, il caso di un sindacalista Fit Cisl (Trasporti) espulso per aver palpeggiato a Malpensa, nel 2018, una hostess che si era rivolta a lui, e in seguito assolto in sede penale con motivazioni alquanto discusse.

    Stavolta è toccato alla Fim e del caso che abbiamo raccontato, a settembre, si è occupato anche l’ufficio della Consigliera di parità della Provincia interessata, come succede nelle aziende quando vengono segnalate discriminazioni o penalizzazioni delle donne. L’allora operatrice Fim non intendeva sostenere davanti ai Probiviri – cinque uomini, peraltro – una sorta di confronto all’americana con l’accusato. E’ stato evitato: li hanno sentiti separatamente dopo che Giovanna Petrasso, della segreteria nazionale, ha risposto alla convocazione della Consigliera di parità per delega di Uliano. Ai primi di settembre è stato emanato dalla Fim locale un nuovo Documento di valutazione dei rischi (Dvr) che fissa procedure anche per i casi di molestie sessuali negli uffici. Se necessario, saranno senz’altro utili in futuro.

    Reply

Commenti