Per una volta non parliamo né di Cisl né di Fai, ma facciamo un po’ di “rassegna stampa” su altri fatti sindacali.
Un articolo sul Corriere della Sera (30 giugno, p. 25) racconta che nella Cgil ci sono ispezioni e tensioni legate al possibile uso che sarebbe stato fatto di fondi sindacali ad altri scopi. In particolare, le ispezioni in corso dovrebbero appurare se i soldi della Camera del lavoro e dei pensionati di Milano siano stati o no usati per sostenere le campagne elettorali di qualche sindacalista passato alla politica. I controlli sui conti, scrive il Corriere, risalgono fino al 1994. Praticamente riguardano tutta la storia della seconda repubblica.
Non abbiamo, naturalmente, idea se i sospetti possano essere fondati o infondati (e neppure se esistano sospetti, o se si tratti di controlli di routine, solo un po’ più approfonditi, come recita la versione ufficiale). In ogni caso pensiamo che la Cgil, dove negli ultimi vent’anni ci sono stati dirigenti sindacali passati in politica a fine carriera (come qualcuno anche nella Cisl) faccia bene a coltivare la chiarezza.
Ma, a occhio e croce, non sembra sbagliata neppure la richiesta di Onorio Rosati, già segretario della Camera del lavoro dal 2006 al 2013 e poi eletto consigliere regionale Pd, riportata dal Corriere: alla fine «quando ci sarà il verbale degli ispettori, venga reso pubblico». Altrimenti, sembra essere il ragionamento di Rosati, c’è il rischio che la riservatezza venga sfruttata da chi potrebbe avere interesse ad alimentare immagini peggiori della realtà dei fatti accertati (o comunque diverse), nell’interesse di qualcuno e contro l’interesse di qualcun altro. E che trasparenza e rispetto delle regole possano essere utilizzate surrettiziamente come strumento di lotta contro gli avversari (interni ed esterni).
In questi casi, ci permettiamo di aggiungere, l’unica filosofia seria è la trasparenza a 360 gradi. E che tutto sia reso pubblico.