L’ombra lunga della Stasi – Prima puntata

Comma 22 ripercorre in tre puntate alcuni brani di storia della Cisl degli anni precedenti un po’ come una spy story nella quale la verità e la menzogna finiscono per confondersi. Come nei regimi fondati sul controllo della vita degli altri, dove tutto è falso. E chi dice il vero viene fatto passare per matto.

Buona lettura


Nella storia dei tempi ci sono sempre state spie, spioni e traditori al servizio dei potenti, probabilmente ancor prima degli intrighi e dei complotti nella Magna Grecia e nell’Impero Romano.

Poi col passar dei secoli i metodi utilizzati nelle lotte per il potere sono diventati più cruenti e sofisticati: nella ex Unione Sovietica con i campi di concentramento in Siberia, fino alla eliminazione fisica degli avversari politici, anche se rifugiati in Paesi lontani; nelle democrazie liberali con metodi più raffinati; ma sempre con lo stesso obiettivo.

Si investiga nella vita privata degli avversari per scoprire se si è in presenza di dipendenza alcolica, consumo di coca, frequentazione delle signore della strada o partecipazione a festini in rosa, magari con qualche collega che può diventare un utile testimone. Se invece trattasi di un soggetto sobrio e frugale si procede con una visita ispettiva alla ricerca di uno scontrino mancante di un rimborso chilometrico.

E se, ancora, non si trova nulla di ricattabile, allora si crea un clima di pettegolezzi e provocazioni per affermare che il soggetto è malato, ovvero depresso, fuori di testa e quindi pericoloso per l’organizzazione.

Metodi utilizzati anche dalla Cisl.

E nell’ultimo decennio il livello di epurazione si è alzato, con commissariamenti di Federazioni nazionali, la sospensione di distacchi sindacali e conciliazioni forzate.

In particolare con le dimissioni forzate di Bonanni, non per lo scandalo mediatico per la denuncia anonima dei suoi redditi e della sua pensione, come si possa credere, ma per altri fatti.

Del resto lo stesso Bonanni in una intervista a RAI-Report ha chiarito che la violazione del regolamento era una cosa risaputa e condivisa dal gruppo dei dirigenti coinvolti, confermando di fatto la denuncia delle indennità dirigenziali da parte di Fausto Scandola.

A fronte di quella intervista la casa di vetro e della trasparenza si frantumò, lasciando solo un cumulo di macerie delle lastre trasparenti di Murano.

Entrare nella vita privata dei collaboratori, come nelle peggiori aziende private, affossando l’identità e la dignità personale da parte di una associazione sindacale dove la democrazia, la libertà di pensiero, l’etica e la morale, l’onestà individuale, la lealtà, il confronto, i valori sociali non possono essere calpestati, avvia l’inizio della fine della sua missione.

Rimane solo l’interesse per il vil denaro.

Comma 22 per il9marzo.it – (fine della prima puntata)

TRASPARENZA – Questo blog è stato finanziato con eur. 32.700 dalla Cisl che ha perso la causa per diffamazione intentata contro di noi ed ha dovuto pagare le spese.

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