Non occorre, forse, scomodare Nelson Mandela e il suo famoso “diritto di difesa” nel processo di Rivonia, me ce n’è abbastanza per rimanere davvero esterrefatti di quello che sta succedendo in Cisl rispetto al “caso Lauria”.
Le cause di lavoro sono diffuse in tutto il mondo, spesso coinvolgono non solo i legali, ma anche il sindacato. Si va a processo, soprattutto, quando le relazioni industriali sono deboli e non c’è cultura negoziale tra le parti. La Cisl, peraltro, ha sempre prediletto le soluzioni extragiudiziali per le controversie individuali, sin dalla sua fondazione, sin dalla Libera Cgil.
Conciliazione ed arbitrato sono sempre state preferite in Via Po: lo sa bene Francesco Lauria che è stato, prima di trasferirsi al Centro Studi di Firenze, responsabile nazionale della Cisl sul tema; ha tenuto decine di conferenze sull’evoluzione del processo del lavoro in Italia dalla riforma del 1973 e pubblicato, con altri autori, per Edizioni Lavoro, anche una monografia proprio sulle controversie individuali. E’ vero che nelle procedure ex articolo 7 Statuto dei Lavoratori, la presenza dell’avvocato del lavoratore non è obbligatoria (anche se diffusissima per prassi, soprattutto nel lavoro pubblico) mentre lo è quella del sindacato/sindacalista di fiducia.
Deve essere, però, rimasto esterrefatto il buon Lauria quando è stato reso edotto delle manovre per privarlo, mandelianamente, del diritto di difesa.
Ha ricevuto, sostanzialmente la sera per la mattina dopo, una convocazione per rispondere alle 25 contestazioni disciplinari mentre si trovava a Bratislava (piccola capitale della Slovacchia sostanzialmente priva di voli diretti) in missione europea proprio per la Cisl e la formazione sindacale!
Lauria ha proposto altre 7 date, sabato compreso, escludendo solo una data in cui sarà impegnato in un delicato (e ahimè ripetuto) intervento medico.
La Cisl ha scelto la prima data disponibile.
Lauria tornerà da Copenhagen a mezzanotte (altra delicata missione per la confederazione in campo europeo, questa volta relativa alla ricerca) e alle cinque del mattino del giorno dopo dovrà prendere un primo treno e poi un altro per recarsi presso il plotone di esecuzione preparato per lui in Via Po 21.
L’avvocato di Lauria, la valente giuslavorista pistoiese Daniela Breschi, solo in una delle sette date proposte, ha dichiarato di non poter essere presente perchè impegnata in Tribunale a Bologna a gestire una causa delicatissima.
Non contenta la Cisl, alla richiesta per posta Pec dell’avvocatessa di Lauria: ha risposto in data odierna mettendo addirittura in dubbio che lo stesso Lauria le avesse conferito mandato.
Insomma è stata scelta deliberatamente e ostinatamente confermata (per ragioni “organizzative”) proprio la data in cui a Lauria sarà precluso il diritto alla difesa.
Ci sono dei parallelismi con quello che è successo un paio di settimane fa, quando il segretario generale della Cisl di Firenze e Prato Fabio Franchi ha messo in dubbio (quando guarda caso la stessa Daniela Fumarola si trovava a Firenze) l’iscrizione ormai ventennale di Lauria alla Cisl. Per fortuna all’Ufficio del personale di Via Po i funzionari di base sono persone oneste ed efficienti. E hanno prodotto e certificato l’iscrizione di Lauria alla Cisl Scuola Firenze Prato in pochissimi minuti. Anche Fabio Franchi, così come Battista, Spaggiari e Fumarola, è stato immediatamente denunciato ai probiviri confederali.
A questo punto, silurata dalla Cisl la sua gentile avvocatessa, a Lauria rimane la sola carta della difesa sindacale.
Chi avrà il coraggio di tutelarlo in Via Po 21 il prossimo 9 ottobre alle ore 11, presso la sede del direttore della sede confederale Danilo Battista? (il famoso commercialista di Avellino)