Francesco Lauria è diventato un caso. Ed è giusto dargli atto, al di là dei battibecchi che abbiamo avuto con lui, che sta riuscendo a fare della sua vicenda personale qualcosa che ha un significato più ampio, di cui dobbiamo tornare a parlare contraddicendo il nostro precedente impegno a non farlo più.
D’altra parte, dopo che in sua difesa hanno preso la parola Romano Prodi, Bruno Manghi, Tiziano Treu, Gian Primo Cella e Paolo Feltrin, dopo che lo stesso hanno fatto Savino Pezzotta, Giorgio Benvenuto e Giuliano Cazzola, e altri potrebbero farlo, il licenziamento in corso che adduce una sorta di reati di opinione e che utilizza prove raccolte in maniera poliziesca (e non la polizia di una repubblica democratica come la nostra) è diventato uno scandalo pubblico. E allora noi abbiamo il dovere pubblico di ripetere quel che abbiamo detto da undci anni di fronte a commissariamenti, licenziamenti, espulsioni e tutto ciò che segna la vita di una Cisl ormai incapace di gestire perfino i rapporti di lavoro senza ricorrere ad atti di protervia, secondo la logica del colpire qualcuno per intimorire tutti gli altri. Una logica pienamente padronale e totalmente anti-sindacale.
C’è poi un significato politico oggettivo, che da questa vicenda esce ulteriormente chiarito. Altro che “noi siamo autonomi e parliamo con tutti”, “noi siamo solo un sindacato e non ci schieriamo per nessuno”; ormai Via Po 21 ha messo la freccia e svoltato a destra. E l’autoritarismo interno, nei rapporti organizzativi come in quelli di lavoro, corrisponde a questa scelta di campo.
Basta pensare a cosa sarebbe successo se, invece che da Prodi, la sollecitazione a ripensare il licenziamento fosse venuta da Giorgia Meloni o Matteo Salvini: non ci sarebbe stato bisogno di alcun appello pubblico, ché la questione sarebbe stata risolta prima.
Per questo nel caso di Francesco Lauria non basta rinnovargli la solidarietà personale, che gli confermiamo, ma è bene sottolinearne il significato politico: anche perché può diventare un’occasione per chi non condivide l’appiattimeno a destra di farsi sentire.
Non che ci speriamo molto, perché finora tutte le occasioni per prendere parola sono andate sistematicamente perse, dal commissariamento della Fai votato (quasi) all’unanimità in poi. Ma ora che pezzi di storia della Cisl e del sindacato si sono fatti sentire, chi tacerà avrà avuto un alibi in meno.
il9marzo.it
Domandiamoci perché Lauria abbia fatto tutto questo, dato che era ed è fortemente protetto da una parte della CISL, che è quella che ambisce a governare a destra più di quello che è già
Puoi essere più preciso? Perché più a destra della Meloni secondo noi ci stanno solo Casapound e Forza Nuova.
Beh se dire ad un segretario generale che è mafioso e ritenere che sia consentito a chi è dipendente di buttare fango sulla parte datoriale e’ politica, qualcosa forse sfugge.
Per noi, invece, il caso è politico.
l’ossessione di isolare le persone, fargli terra bruciata attorno, proibire di interloquire con lui anche dopo che hanno lasciato la cisl. Sono cose che ci sono da almeno 10 anni in Cisl contro chiunque non si allinei al capo banda di turno.lo stile non ha nulla a che fare con quello di una grande organizzazione democratica.
questa cosa di raccontare le cose che accadono all interno deve essere un diritto di libertà. Dire che è sputare dove si “mangia” é quella si una cosa da clan
Mi sembra chiaro che vi siano persone, probabilmente pagate, che scrivono in forma anonima per screditarmi. Tutto è coerente. Sulla destra il tutto fa ridere mentre sul tema mafia/Roncone la magistratura farà il suo corso.
Quindi chi non la pensa come te sul tuo “caso” (ammesso che esista un caso) è automaticamente un prezzolato?
non è prezzolato ma non è libero di dire la propria. ha uno stipendio, un integrazione alla pensione, o un monte ore di permessi sindacali. il cui rubinetto è in mano alla cisl e si chiude se scoprono che sai pensare.
Bonanni, Furlan, Sbarra, Furmarola. Più e degradata la
qualità dei dirigenti e più hanno dovuto militarizzare la cisl.
In Lombardia gli autisti dei segretari generali sono diventati segretari. A livelli più alti, persino le fidanzate.
Il caso è talmente politico che Lauria non ha mai pubblocato e venduto tlda Sbarra in poi. Tutti rigorosamente prefatti dai segretari generali di turno. A cui luo stesso (come afferma) dava una mano. Non ha mai avuto tanto credito come quello che ha avuto in questi anni. U. martire un po’ sui gemeris. D’altra parte, lo stesso Lauria ha dichiarato in tempi non sospetti di volersene andare. Ha chiesto buonuscite? iNon mi stupirebbe, ma forse nom ha avuto troppa fortuna. Nei 25 punti io vedo cose di gravità disciplinare assoluta. La politica la vede solo chi intende strentalizzare. Dentro e (per fortuna soprattutto) fuori la Cisl.
Quindi se Sbarra e Fumarola hano fatto le prefazioni ai libri di Lauria (libri sui quali noi abbiamo avuto più di un battibecco con lui) il caso non è politico? A noi sembra invece che se uno che ha collaborato strettamente con i vertici della Cisl viene messo alla porta con contestazioni che riguardano la scarsa fedeltà alla linea confederale la cosa è molto, ma molto politica.
a me non sembra che gli sia contestata “scsrsa fedeltá alla linea confederale”. Dare della mafiosa alla massima rappresentante dell’organizzazione, dileggiare e offendere colleghi, attivando canali specifici per screditarli e sbeffeggiarli, non ha nulla a che fare con la linea politica della Cisl. Nè destra (a cui eventualmente Lauria avrebbe aderito in questi anni) né sinistra. Solo rispetto e deontologia.
Non sappiamo se Lauria abbia aderito alla destra in questi anni. Sappiamo dove è andato Sbarra e come si comporta la Cisl verso il governo in carica.
Quanto alla mafia, forse prima che discutere di quel che ha detto Lauria in converszioni private sarebbe bene chiarire le responsabilità politiche (che sono evidenti a chi le vuol vedere) sull’infliltrazione della ‘ndrangheta nella Filca di Torino.
Dai admin non perdere tempo a rispondere su Via Po. Io sono una persona, come è noto a tutti, di sinistra, maattentissima al tema dell’ autonomia dai partiti e dalla politica.
Cosa c’entra la Filca e dove è andato Sbarra col post e il commento, che parla del “caso” Lauria? È una replica fuori tema.
La Filca di Torino non c’entra niente, ma fa capire tutto.
Basta andare sul sito di Edizioni Lavoro per verificare che si tratta di falsità assoluta. Tra i prefattori post fattori dei miei libri ci sono figure di grande peso esterne alla CISL come Tullio de Mauro e Ivo Lizzola. Il fango che lanciate non può che tornare indietro moltiplicato.
Il tuo argomento non confuta il mio. Il fatto che ci siano stati altri prefattori non toglie che molti dei tuoi libri siano stati accompagnati e valorizzati (anche in termini di vendite) da scritti di segretari generali su cui tu oggi tiri ad alzo zero.
Non ci dovremmo intromettere nello scambio fra di voi, ma se dici che un libro vende nell’organizzazione perché c’è la prefazione del capo non dai una grande immagine di libertà di pensiero nell’organizzazione
Ma quindi si è dimesso ( come spesso ha detto lui ) oppure lo hanno mandato via ( cosa che per adesso a nessuno risulta) , sembra quasi che lui abbia fatto di tutto per farsi cacciare e Via Po di tuffo per non cadere in questa dinamica , anche perché se uno viene cacciato devi trovare un accordo , e un accordo costa…
Di certo c’e chi da questa storia sta festeggiando , e chi invece perde un pezzetto di squadra ….e di faccia
Nel caso ci sarebbe la corsa a dire …ma io non lo conoscevo
Ho conosciuto Lauria nel periodo del job act ai suoi corsi di formazione e mi è sembrata una persona molto preparata da un punto di vista tecnico professionale. Poi per il resto non lo conosco e non ho ben chiaro cosa sia successo tra lui e la Cisl. Però una cosa mi è ormai chiarissima: che in Cisl non esiste da anni ormai la libertà di dialettica e di espressione, al di là della questione menzionata.
Lauria si è andato a confidare con persone che hanno registrato suoi msg e telefonate.
Una di loro evidentemente vorrebbe rientrare in cisl (dopo essere uscita due volte).
Certo che se una riceve delle denunce per violenza sessuale e per prima cosa lo fa sapere all ambiente che avrebbe dovuto sanzionare il
presunto colpevole…….
La vicenda dello stupro di Parma è gravissima. Eppure non si vuole nemmeno che se ne parli. E per questo provano a silenziare Lauria ed altri…
Ma la stampa nazionale incombe.
Ma dai …davvero tu pensi che la Cisl abbia preso decisioni su Lauria per codesta vicenda ( che sarà tutta da appurare tra l’altro , perché di versioni ce ne sono almeno 2 ) ?! Non c’entra nulla Parma e nemmeno la destra e la sinistra , la vicenda è piu terrena …money
La vittima è stata licenziata dalla Fim.
Lauria spiega che la Cisl è cambiata dall ultimo Congresso. Sa bene che da 10 anni si utilizzano questi metodi (anche peggiori di quelli da lui ricevuti). Lui è sempre stato dalla parte della segreteria generale. Anzi, spesso si è fatto il curriculum attaccando chi se ne era andato(che coraggio). Ha fatto biografie di persone che non ha mai incontrato. Si dice che non è mai troppo tardi. Ma non è vero: é tardi e poco credibile svegliarsi quando certi metodi riguardano te e fino al mese prima facevi il pincher a corte.
Per quel che ci riguarda, siccome nessuno può dirci di aver taciuto che certo metodi vengono usati da dieci anni (per la precisione almeno dal 31 ottobre 2014, giorno del commissariamento della Cisl), e qualcuno ci chiede: “ma perché difendete Lauria?”, facciamo presente due cose.
1. Se di certi metodi da caserma (commissariamenti, licenziamenti, espulsioni) parliamo da più di dieci anni, saremmo incoerenti a non farlo ora solo perché Lauria non è dei nostri. Se anche avessimo voluto far finta di niente, ora ci sono le firme di Pezzotta, Prodi, Manghi, Treu, Benvenuto, Carrieri e altri ad averne fatto un caso politico. E allora, oltre che incoerenti, saremmo sciocchi a non parlarne. E i rapporti non amichevoli con lui sono un argomento in più per farlo.
2. Di Lauria e dei suoi libri si può pensare male, ma accusarlo di aver scritto “biografie di persone che non ha mai incontrato” è un non senso: tutte le biografie del mondo, con poche eccezioni, vengono scritte così (non foss’altro perché, di solito, si parla di persone morte).
https://www.reportpistoia.com/dirigente-cisl-a-rischio-licenziamento-lincredibile-vicenda-di-una-epurazione/
Dopo aver letto questa intervista al Lauria sull’accaduto, adesso mi è chiara la questione nel merito. Se è vero quanto dice Lauria, e non ho dubbi nel pensare sia vero per esperienza personale, credo che questa organizzazione dovrebbe cambiare connotazione perché di vera Cisl rimane praticamente nulla, l’unica cosa vera di questa Cisl sono i muri delle sedi storiche e del centro studi. Il resto è da buttare. E se c’è ancora qualche dirigente intellettualmente onesto dovrebbe esporre la questione negli organismi pur con la prospettiva di finire come Lauria ma almeno con la coscienza in pace. Perché rimanere sottomessi in questa Cisl e da codesta pseudo dirigenza ,che sta usurpando via Po e dintorni, sarebbe avvilente sotto tutti i punti di vista. Almeno tornerebbe la mattina il coraggio di guardarsi allo specchio. Io questo coraggio l’ho avuto anni fa perché questo andazzo è cominciato dopo l’era Bonanni. E sono soddisfatto e addirittura felice di essere tornato a lavorare in azienda. Chi è rimasto negli organismi a queste condizioni mi suscita davvero un gran senso di tristezza per la Cisl e per loro.
Non conosco Lauria, nonostante io sia in Cisl da 34 anni. Ma se prima leggo che ha dato le dimissioni (non smentite) e poi che successivamente è stato allontanato dalla Cisl o è vera l’una o è vera l’altra. Quindi già su questo ci sarebbe da discutere e fare chiarezza. Sono un vecchio democristiano e ho sempre fatto parte della destra della Cisl anche se ho sempre votato centro sinistra. E sinceramente non mi scandalizzavo quando la Cisl era il riferimento della democrazia cristiana e la Cgil del vecchio partito comunista, come non mi scandalizzo ora se noi siamo il riferimento del centro destra e la Cgil del PD, Grillini e Rossi ambientalisti. Soprattutto dopo che Cgil e PD hanno deciso di assumere una posizione a noi scomoda, quasi isolandoci. Quello che mi scandalizza di più è leggere commenti di certi intellettualoidi cislini di sinistra che mai hanno fatto i sindacalisti in vita loro, che continuano a guadagnare da questa organizzazione per la pace interna e che si permettono di criticare questo nuovo corso e di conseguenza operatori a cui la Cgil e peggio ancora la Fiom sputano addosso ogni giorno nelle fabbriche. Per questi molti dei quali, ripeto, che hanno ancora incarichi ben remunerati in Cisl, la nostra organizzazione dovrebbe essere il cagnolino che Cgil e categorie cantanti portano a spasso ogni giorno. Questo è il male della Cisl. Questo è il cancro vero che andrebbe estirpato e su cui io sosterrò fino in fondo qualsiasi Segretario/a che abbia il coraggio di farlo. Perché noi dobbiamo essere la bella copia di noi stessi e non la brutta copia di qualcun’altro… In quanto alle brutte copie si è sempre preferito l’originale… In bocca al lupo Francesco.
Se scrivi che la Cisl era il riferimento della Dc e la Cgil del Pci hai capito poco di cosa era la Dc, partito interclassista e fautore del pluralismo, e nulla del Pci, partito leninista. Due posizioni culturali e politiche diversissime, che escludono qualsiasi equivalenza nel rapporto con le orgenizzazioni del lavoro.
Hai scritto delle castronerie… Con il tuo commento disconosci la storia del cattolicesimo sociale che aveva larga prevalenza nella DC e che vedeva nei corpi intermedi e nell’impegno sociale un interlocutore primario. Poi è vero che la DC col tempo è diventata un contenitore di tante cose e tante correnti, ma ha sempre trovato nella Cisl un espressione trasversale e un interlocutore privilegiato.
Infondo Pastore è stato fondatore della Dc e parlamentare per molti anni in ruoli anche in concomitanza Cisl e Dc…
Per cui caro intellettualoide di sinistra e non di centro, faresti bene a studiare la storia e fare meno il saccente perché per definirsi della Cisl bisogna in primo luogo essere umili…
Allora te lo spiego a partire dal tuo esempio: Giulio Pastore fonda una corrente dentro alla Dc (chiamata Forze sociali) perché vuole che il mondo del lavoro organizzato pesi dentro al partito pluralista e interclassista. Altrimenti pesavavano solo la Coldiretti, gli industriali e altri.
Nel Pci fondare correnti era vietato ed era il partito, monoclasse e centralista, che controllava il sindacato attraverso la componente comunista (o, per usare il termine leninista, la frazione).
Quindi qualunque equivalenza “Dc-Cisl uguale Pci-Cgil” è, per usare il termine elegante da te introdotto, una castroneria.
Questo almeno c’è scritto nel mio libro di storia: se nei tuoi c’è scritta un’altra storia lasciali perdere, ché a confonderti le idee mi sembri bravo anche da solo.
Scrivere in stampatello, dicono, equivale digitalmente a gridare.
Ecco, io comincio ad essere stufo delle bufale che vengono messe (ad arte) in giro.
Solo per cominciare…
NON HO MAI DATO LE DIMISSIONI DALLA CISL.
HO SOLO PENSATO DI FARLO, A CONDIZIONE DELLA STIPULA DI UN ACCORDO, ANCHE ECONOMICO (A CAUSA DI UN PALESE PASSATO SOTTOINQUADRAMENTO) A MIA TUTELA CON LA CONFEDERAZIONE, DELLA PUBBLICAZIONE DEL MIO LIBRO, DI QUELLO DI GUIDO BAGLIONI, DELLA COMMINAZIONE AD ALESSANDRO POTENZA DI UNA SANZIONE DISCIPLINARE CHE IO RITENGO SACROSANTA E, SEMMAI, TARDIVA.
MENTRE ERANO IN CORSO LE TRATTATIVE PER LA MIA USCITA DALLA CONFEDERAZIONE (NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE UN RAPPORTO DI FIDUCIA, ALMENO DA PARTE MIA, SI ERA INTERROTTO) E’ ARRIVATA L’INCREDIBILE, DAVVERO INCREDIBILE, FANTASIOSA, RISIBILE LETTERA DI CONTESTAZIONE DISCIPLINARE A SEGUITO DELLA QUALE, ESSENDO DA LORO STATO REGISTRATO A MIA INSAPUTA, HO DEFERITO AI PROBIVIRI DANILO BATTISTA, ALESSANDRO SPAGGIARI E DANIELA FUMAROLA PER LA VIOLAZIONE DI NUMEROSI ARTICOLI DELLO STATUTO E DEL CODICE ETICO DELLA CISL (OLTRE CHE DI DIVERSE NORME DI LEGGE…)
Davvero si possono non condividere le mie idee, ma basta, basta menzogne e stupidaggini appositamente costruite.
Francesco, se non gridi sei più chiaro. Credici.
Ad ogno modi da questo momento è vietato gridare. Questa volta facciamo eccezione perché era importante dare la precisazione sui fatti. Quanto alle persone citate con nome e cognome precisiamo quel che tutti sanno e cioè che qui è garantito diritto di replica. Ma senza gridare.
Leggendo report Pistoia si evincono alcune questioni ….in piena bagarre Lauria chiedeva consiglio (?) , assistenza (?) al segretario Ust Firenze ….che gli chiede successivamente (?) Se fosse iscritto alla stessa Ust .
Il punto è che se invece risultasse iscritto ad un altra Ust , quella telefonata avrebbe tutto un altro valore , le amicizie sono come la tosse non si nascondono né prima , né dopo , né durante, e questo dimostra che il caso è assolutamente politico
Non è chiaro qual è il problema. Tu ducu che nella Cisl il clima è tale che bisogna nascondere perfino le amicizie?
Io lavoro a Firenze e sono ovviamente iscritto alla Cisl di Firenze, pur abitando a Pistoia. Come sanno bene in confederazione perchè mi fanno la trattenuta dell’un per cento da lì.
Sono stato anche responsabile della formazione sindacale della Cisl Firenze Prato fino a poco tempo fa, peraltro.
Ma ora sembra che non mi abbiano mai conosciuto, ancora un po’ e mi danno anche loro del lei 🙂
Non conosco personalmente Francesco Lauria, ma in molti mi parlano della sua preparazione e competenza. Dopo aver letto tutta la documentazione resa pubblica, il mio istinto di sindacalista mi spinge a solidarizzare con il dottor Lauria, a prescindere da qualsiasi eventuale errore commesso.
Del resto, alcune esperienze personali vissute, non così gravi non essendo mai stato un dipendente, mi fanno comprendere la situazione di Lauria, in un’organizzazione nella quale, come in tante altre, è difficile trovare sostegno anche solo morale da parte di colleghi o compagni, quando si cade in disgrazia. Si è portati a reagire se toccati personalmente ma si sta in silenzio quando vengono toccati gli altri. Diceva Don Abbondio:” se uno il coraggio non ce l’ha non glielo si può dare.” Per quel poco che può servire, sulla scia di tanti personaggi importanti, sto dalla sua parte.
Da questa vicenda, mi sembra di capire che passano i segretari generali, ma nessuna novità viene introdotta nel rapporto con gli iscritti e i dirigenti sindacali di ogni tipo e fluisce ininterrotto il metodo inaugurato dalla Furlan, con l’avallo della Fnp di allora, con commissariamenti, espulsioni o altro. Sbarra ha proseguito l’opera attuando una rimozione certosina dei dirigenti non in linea nei territori e nelle regioni ed una ricomposizione chirurgica della stessa, funzionale al consenso a se stesso e alla nuova segretaria che dovrebbe rimarcare la sua indipendenza rispetto al vecchio ma che invece pare voler ribadire la stessa postura. Al di là della evidente svolta a destra (che forse rende contenta una parte degli iscritti), si cerca di mettere a tacere chiunque contesti qualcosa o si serva dello spirito critico, utilizzando metodi (controlli asfissianti dei social o di qualunque pubblicazione, registrazioni, violazioni della privacy personale, denunce ai Probiviri fatte magari da qualche ascaro) a dir poco antipatici e indegni di un sindacato come la CISL, nato per contrastare il centralismo democratico della CGIL e per rendere concreto il pluralismo anche interno, da sempre nostro fiore all’occhiello. Tutto ciò crea un clima non facile soprattutto per i dipendenti, siano essi tecnici o politici. Basta parlare con qualcuno che lavora dentro la Cisl o che fa parte di un organismo, per rendersi conto di quanto disagio ci sia e quanto siano diventati difficili i rapporti interpersonali e sia quasi impossibile esprimere dissenso, anche minimo e a fin di bene, rispetto alla politica confederale, senza subire contraccolpi personali. Non c’è da stupirsi, se guardiamo al lento mutamento genetico della Confederazione che punta a rafforzarsi più sull’offerta di prestazioni agli iscritti e agli utenti in genere, attraverso i servizi, piuttosto che cercare consenso diffuso, rivolgendosi alla società civile con i propri valori morali e istitutivi. L’assenza di scioperi e lotte da parte della Confederazione negli ultimi tempi, contrabbandato come un segno di abbandono del “Novecento”, in realtà è un ripiegamento su sé stessi e rappresenta un atteggiamento remissivo verso il Governo, funzionale magari ad altro.
L’esempio recente delle manifestazioni a favore della popolazione palestinese che hanno visto migliaia di persone, scendere in piazza con passione, con la totale assenza della Cisl, almeno quella ufficiale, dimostrano che la lotta e la protesta civile e ordinata sono tutto fuorché un residuato del secolo breve. Essere assenti e limitarsi a qualche comunicato generico sull’argomento, non favorisce sicuramente la “presa” del nostro sindacato tra i giovani.
Cosa fare? Innanzitutto è importante che quanto avviene nella Cisl si sappia, in modo da correggere gli errori e si sappia, per esempio, che i guardiani della rivoluzione, difensori dell’ortodossia sindacale, sempre attenti a monitorare su facebook o su qualunque pubblicazione cartacea o online, il pensiero dei propri iscritti e sindacalisti con l’intento di fare scattare denunce o altro, non si sono accorti per tempo di quanto accadeva in quel di Torino dove, purtroppo, c’è un sindacalista indagato e processato con accuse gravi per comportamenti probabilmente conosciuti all’interno, ma sui quali probabilmente si glissava.
Una testimonianza personale: una mia brevissima dichiarazione su facebook, letta forse da venti persone, è stata captata dopo sette (!!) minuti dalla pubblicazione e poi diventata materia per imbastire una denuncia pesante ai Probiviri di categoria e confederali.
Tutto ciò non per gossip ma rompere quella cortina di silenzio e di compiacenza che vige all’interno della Cisl dove si marcia uniti in pubblico, ma si mugugna in privato.
Richiedere la partecipazione non solo attraverso leggi che saranno utili a pochi privilegiati, ma con la discussione reale dei problemi e con la condivisione delle posizioni politiche e sindacali.
Riscoprire la democrazia interna che eviti di avere segretari ai quali non si applicano le regole, come spesso avvenuto, che è impossibile anche criticare, favorendo il dibattito e la partecipazione attraverso una consultazione permanente degli iscritti che non possono solo essere fruitori di servizi e rimanere tali solo per abitudine, ma perché consapevoli e convinti delle scelte prese insieme.
Rivalutare i congressi oggi ridotti a copia incolla di decisioni già prese. Ruolo addirittura teorizzato nei congressi stessi, dalla segreteria nazionale.
Infine rendere concretamente indipendente la giustizia interna, inserendo non solo donne, come mi pare auspicato da Lauria, ma anche persone che abbiano reali competenze giuridiche e soprattutto non abbiano rivestito cariche sindacali a livello nazionale o regionale proprio per evitare condizionamenti da parte della dirigenza più alta. Una limitazione del mandato di proboviro ad un solo congresso, renderebbe poi più facile un’indipendenza di giudizio,
Sogni? Può darsi, ma anche gli anziani devono vivere di prospettive, obiettivi e ideali. Altrimenti vegeterebbero, aspettando la fine.
P.S SONO VICINO AGLI 80 ANNI
Zampa
si pessima figura il segr ust firenze.
🔴 LIBERTÀ SINDACALE, UN VALORE NON NEGOZIABILE
Il caso Lauria dentro la CISL – per cui si profilerebbe un procedimento disciplinare solo per aver espresso una critica costruttiva – ci preoccupa come sindacato nazionale autonomo.
🔹 La libertà di opinione, anche interna alle organizzazioni sindacali, è principio costituzionale e fondamento democratico.
🔹 Chi pensa, propone e riflette non può essere trasformato in “caso disciplinare”.
🔹 Il dissenso, se leale e argomentato, non è mai un pericolo: è una risorsa.
La CONF.I.A.L. stigmatizza ogni forma di repressione del pensiero critico e difende, in ogni sede, la libertà sindacale e il diritto alla parola.
⚖️ Un sindacato che reprime le voci interne perde la propria identità. Un sindacato che ascolta, cresce.
Benedetto Di Iacovo
Segretario Generale Confial Nazionale
#LibertàSindacale #CasoLauria #Confial #Democrazia #SindacatoLibero #Diritti
Lettera a Fumarola
Gentile Daniela Fumarola,mi chiamo Pierluigi Mele e sono un giornalista professionista a RaiNews24, dove scrivo per il sito della testata.
Nei primi anni ’90 sono stato giornalista sindacale e, fino all’anno 2000, ho lavorato a Conquiste del Lavoro, dove, insieme a Mario Bertin, ho fondato l’inserto culturale Via Po.
Grazie alla CISL sono diventato giornalista professionista. Alla CISL devo quindi la mia crescita professionale, ma anche il profondo rispetto per la libertà d’opinione e per il valore del dissenso democratico: una “splendida anomalia” nel panorama politico e sindacale italiano.È in nome di questi valori, vissuti e testimoniati nella CISL, che le scrivo oggi.
Le scrivo per esprimere la mia stima nei confronti di Francesco, stima per la sua opera di formatore e di intellettuale cislino. Essere intellettuale cislino, secondo l’insegnamento di Mario Romani, Vincenzo Saba, Eraldo Crea e Pierre Carniti, significa non avere paura del dissenso politico. La CISL non è mai stata una caserma.Per questo le chiedo di non procedere al licenziamento di Francesco. Le chiedo piuttosto di non tradire la vera natura della CISL: essere il sindacato della libertà. Sarebbe un segnale importante per tutto il mondo sindacale italiano.In caso contrario, invece, vi sarebbe il rischio di allinearsi a un costume politico purtroppo molto diffuso oggi, in Italia così come negli Stati Uniti: il disprezzo per il dissenso.
Cordialmente,
Pierluigi Mele
Dal 1959 sono iscritto alla Cisl e non penso certo di abbandonare questa tessera che ha una storia dalla quale si possono trarre grandi insegnamenti per il presente e il futuro. Siamo in una fase di grande riflusso nella politica, nella società e nel sindacato. Impressionante quello in casa nostra: il moderatismo (ben diverso dalla moderazione) fa virare a destra, nellla chiusura corporativa, e per quanto riguarda la democrazia interna nell’autoritarismo. Si può anche dire con altri termini: la democrazia in Cisl è alquanto simile a quella esistente in un ufficio degli impiegati, dove le genuflessioni al capo sono un rituale d’obbligo, i sorrisi compiaciuti anche quando lo stesso dice una fesseria. In simile contesto si concorda che è sbagliato, fuori luogo criticare il proprio brand, il proprio il marchio, per cui si lavora ( “non si sputa nel piatto…”). Quindi esprimere senso critico verso il capo – peggio ancora se è il segretario generale – equivale a danneggiare, secondo questo modo aziendale di considerare il sindacato, il proprio brand. La Cisl è oggi “un sindacato di sindacalisti a tempo pieno”, in genere a vita, una corporazione con proprie tacite regole contrastanti con spirito e lettera di Statuto e Codice Etico. Nella Cisl dei nostri giorni e dei recenti anni passati, prospera questa preoccupante cultura impregnata di autocensura, un tarlo per la democrazia peggiore della stessa censura. Questo ciclo prima o poi terminerà, speriamo che inizi la svolta quanto prima – Adriano Serafino
Quando i barettiani (a partire da quelli piemontesi) fecero l’ accordo con Bonanni l’andazzo di cui parla Adriano Serafino, si consolidò. Non a caso Baretta é nella fondazione Gigi Bonfanti.
Ha ragione Serafino, solo che se sei fedele in cisl hai un posto fisso a vita per te, parenti e amanti. Neanche un concorso al Consiglio di Stato rende tanto. Per questo hanno messo alla fondazione Carniti un pensionando con garanzia di stipendio pieno per fare qualche webinar.
Ma anche basta!
Se Lauria è un sindacalista faccia valere le sue ragioni in tribunale.
Se verrà licenziato.
Se non verrà licenziato prenda decisioni !