Al di là del sottotitolo

Una decina di giorni fa, in allegato ad una circolare di un’unica riga a tutte le strutture della Cisl , il dottor Sbarra dell’Anas ha diffuso “per opportuna conoscenza” un articolo del Sole-24 ore del 25 gennaio. Senza spiegare se di quell’articolo c’era da essere contenti o preoccupati, visto che tutte e due le interpretazioni sarebbero possibili.

Il possibile motivo di preoccupazione viene spiegato dal titolo: “Sindacati e ong, la zona grigia della tracciabilità dei flussi di denaro”. Un argomento grave, anche se non ci risulta che i sindacati si siano trovati al centro di scandali clamorosi con accuse di riciclaggio (le inchieste e i processi penali su strutture e dirigenti anche molto alti della Cisl vertono su altro). Ma visto l’abbinamento con le ong, e tenuto conto che il governo in carica è impegnato in una guerra ad alcune di queste organizzazioni con un impegno meritevole di miglior causa, è possibile che articoli come questo siano un segnale di possibili interventi legislativi con intenti restrittivi, se non persecutori.

Ma a far piacere a Via Po 21 arriva il sottotitolo dell’articolo di Alessandro Galimberti: dopo aver ricordato che le associazioni non riconosciute stilano i loro bilanci in forma semplificata, si afferma che “solo la Cisl ha deciso di rendere pubblici i conti”. In pratica, un bel complimento. E si sa che al dottor Sbarra dell’Anas i complimenti fanno piacere soprattutto quando vengono da qualche ministro e dalle controparti (o dal quotidiano della controparte).

Un concetto analogo a quello del sottotitolo dell’articolo, ma più approfondito e meglio contestualizzato, si trova anche in un libro che l’associazione “Prender parola” ha presentato lo scorso 19 gennaio in collaborazione con l’università di Bologna, madre di tutte le università dove si studia il diritto.

Anche quel libro (di cui trovate l’indice a questo link) sottolinea che i sindacati si stanno ponendo il problema della trasparenza verso l’esterno, e la Cisl più degli altri come afferma anche il sottotitolo del quotidiano confindustriale. Ma l’autrice evidenza anche molte altre cose, che danno motivo ad un giudizio più articolato e problematico.

Ad esempio, si sottolinea che le organizzazioni sindacali rappresentative si finanziano anche con la gestione di servizi e altre attività, comprese alcune di tipo for profit, che sfuggono alla conoscibilità attraverso il solo bilancio confederale. E che la trasparenza sui conti (sintetizziamo così il complesso pensiero dell’autrice) sembra più rivolta all’esterno che ad una verificabilità interna da parte dei singoli e delle minoranze in funzione del controllo demodratico dell’esercizio del potere: su questo piano, la trasparenza è vanificata da un uso politico di strumenti eccezionali (come il commissariamento politico; e qui ci è facile fare l’esempio della Fai e poi della Fp), o dal controllo centrale sui percorsi di selezione della dirigenza, da cui deriva un’organizzazione controllata dal centro e dall’alto che non lascia spazio ad alcuna alternativa democrativa che si formi in basso e in periferia.

Questioni serie, come altre affrontate nel libro, per le quali l’autrice immagina l’opportunità di un intervento legislativo ponderato ed equilibrato per garantire che i sindacati rappresentativi, in cambio delle prerogative connesse a questo status, garantiscano la democrazia al loro interno, il rispetto dei diritti fondamentali degli iscritti (a cominciare da quello di non essere espulsi in modo arbitrario, come è successo a Fausto Scandola), e la trasparenza sull’uso delle risorse.

Temi come questi, e l’ipotesi di affrontarli con un intervento legislativo, pongono sempre problemi dal punto di vista del rispetto dell’autonomia sindacale. Ma nessuno può pensare di salvarsi dall’affrontare la questione invocando il solo argomento dell’autonomia in modo unilaterale, come pretesa e non come responsabilità. Per questo Prender parola ha affrontato il tema ; e per questo Via Po 21 farebbe bene a occuparsene senza fermarsi ai sottotitoli di un articolo del Sole-24 ore. E senza compiacersi di qualcosa che non c’è, ossia una vera trasparenza democratica.

Prima verso gli iscritti e poi verso l’esterno.

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22 Commenti - Scrivi un commento

  1. La domanda di fondo è: ma questi sindacati sono ancora rappresentativi? Forse in qualche azienda medio grande, ma non nel mondo del lavoro nella sua complessa articolazione. Quindi prima delle norme sulla trasparenza economica, o almeno contemporaneamente, sarebbero necessarie nuove norme sull’associazionismo che garantiscano vera partecipazione nei luoghi di lavoro sindacale e sulla rappresentanza in genere.

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  2. Giornalisti che non approfondiscono enon chiedono informazioni a chi critica lanon trasparenza della cisl dimostrata da vari servizi dei programmi le iene e report.
    Occore una iniziativa semplice e mirata: parificare le associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro al testo unico del terzo settore per le cosidette odv ex onlus.
    Migliaia di associazioni con milioni di volontari che giustamente devono sottostare ad alcune regole generali obbligatorie di democrazia e trasparenza.
    Perché due pdsi e due misure, non servono leggi speciali ma una legge ordinaria.
    Visti i lettori di questo sito penso che questo sito potrebbe fare la proposta e raccogliere le firme.
    Spero in voi
    Grazie

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  3. Un lodo dei probiviri Cisl piuttosto recente in merito ad un ricorso avverso un segretario generale che non aveva pubblicato un bilancio di un anno ( se non dopo il ricorso) e non ha mai pubblicato bilanci di anni precedenti decreta:
    “Il richiamo del ricorrente degli articoli 1 e 2 del Codice Etico non consente di individuare nella fattispecie, alcuna violazione di norme statutarie e regolamentari. A parte la prevista generica tempistica per procedere alla pubblicazione on-line, così come sopra indicato, RITIENE NON OGGETTO DI SANZIONI DISCIPLINARI NEI CONFRONTI DEI SOCI IL MANCATO RISPETTO DELLA NORMA STESSA CHE PREVEDE UNICAMENTE UNA SANZIONE DI CARATTERE ECONOMICO AMMINISTRATIVO E DI CONTROLLO ISPETTIVO.
    La stessa disposizione che nel tempo la confederazione e le federazioni emana in materia di compilazione dei bilanci restano Certamente INDIRIZZI DA RISPETTARE MA AI FINI DELLA SANZIONABILITÀ INDIVIDUALE si deve fare riferimento alle disposizioni statutarie e regolamentari prima citate che quali norme di rango superiore, prevalgono sulle dette indicazioni di buone pratiche. ”
    Ciò significa che, secondo il collegio confederale, i regolamenti sono sempre indicativi e non coercitivi e violarli non comporta alcuna sanzione !!!! Al contrario di quanto dichiarato ufficialmente. Per esempio dalla Furlan. Il giornalista del sole 24 ore non lo sa. !

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    1. se andate sullo spazio a destra , per la ricerca di vecchi articoli del 9 marzo , e vi rileggete i commenti, ce ne sono alcuni , 2019 , 2020 , 21, 22 che citano :
      vedrete la Cisl andra’ in malora , senza Faverin , Bentivogli l’autonomia e’ finita , gli iscritti se ne andranno tutti…oppure ..vedrete quando se ne andra’ la Furlan , Sbarra riportera’ in Cisl tutti i grandi usciti.
      Nulla .
      Non e’ successo nulla e non succede nulla di tutto quello che , astiosi , trombati e fuoriscita senza ball , volevano succedesse ….e la Cisl e’ sempre al solito posto.

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      1. Ci permettiamo una domanda (che non è una risposta al tuo commento; anche perché, correttamente, tu non ti riferisci a quel che abbiamo scritto noi, bensì ai commenti di lettori esterni): ma il fatto che non succeda nulla è sempre una buona notizia? O non sarà segno di una stasi che è il contrario di quel che dovrebbe accadere nel movimento sindacale?

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        1. https://www.repubblica.it/economia/2023/02/21/news/piu_ricavi_e_dipendenti_felici_la_settimana_corta_degli_inglesi-388786402/
          Al di là delle preoccupazioni di facciata dei nostri sui flussi economici, passa quasi inosservato un esperimento riuscito nel Regno unito riguardo l’orario di quattro giorni lavorativi settimanali a pari salario, peraltro ripreso da Landini in un’intervista su un quotidiano nazionale. Ma la Cisl oltre alle energie spese solo per mantenere gli equilibri interni, non ha proprio nulla da dire?

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  4. lo Statuto indicativo e “non prescrittivo” fu una frottola che fu inventata al momento per giustificare stipendi che erano il doppio di quanto previsto proprio
    dal regolamento applicativo dello statuto. Il commercialista (che di solito deve essere esterno) che scrisse questa cosa fu premiato e messo al Caf nazionale.

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    1. Ho visto una nota ripresa dai media di Benaglia

      LAVORO: BENAGLIA (FIM), ‘SPERIMENTIAMO ANCHE IN ITALIA LAVORO A 4 GIORNI’ =
      apriamo il confronto con le aziende su come rendere il lavoro
      produttivo, sostenibile e libero

      Roma, 21 feb. (Adnkronos) – (…)
      —-
      Questo commento riportava per intero una nota di agenzia con una lunga dichiarazione di Benaglia. Facciamo presente che le notizie di agenzia sono un bene di mercato, la cui vendita serve a sostenere l’azienda che le produce. Quindi non possono essere liberamente riprodotte, e per questo l’abbiamo cancellata (altrimenti saremmo stati responsabili).
      Chi è interessato al pensiero di Benaglia sull’argomento lo trova ampiamente riportato sul sito della Fim a questo indirizzo

      https://www.fim-cisl.it/2023/02/21/benaglia-fim-cisl-sperimentiamo-anche-in-italia-dopo-il-regno-unito-il-lavoro-su-4-giorni/

      il9marzo.it

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    1. La proposta è un po’ diversa , ma era abitudine dei Bentivogliani fermarsi ai titoli e nemmeno leggere i contenuti.
      Il sindacato dell’apparizione, solo copertine , come li chiamavano e li chiamano ancora in Cisl , le cover

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  5. Non si tratta di mettere la bandierina, l’ha detto prima lui, l’ha detto prima l’altro… anche perché riportano l’esperienza di altre realtà sociali sperimentate oltre la Manica. Si tratta invece di una materia di carattere generale che andrebbe affrontata seriamente con le controparti e con la politica. Il problema è che in Italia ci riempiamo la bocca di buoni propositi che nella realtà dei fatti solitamente restano tali. Perché gran parte della politica come gran parte dell’attuale sindacato hanno interesse a salvaguardare più le loro leadership e i loro interessi che ad occuparsi del futuro dei lavoratori.

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  6. Bisogna fare qualche accordo aziendale. Se non si pongono le proposte in trattativa come sindacalisti vuol dire fare solo scena.
    le categorie industriali devono puntare sull innovazione

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  7. Credo che la materia sia di carattere confederale. Accordi quindi interconfederali da recepire nelle categorie. La CGIL pare pronta ma noi sapremo fare un percorso unito fino in fondo almeno una volta? O partiremo come al solito uniti per fare il solito accordino inutile al ribasso? Si vedrà.

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      1. La cornice generale la dovrebbero fare le confederazioni. Addirittura in Inghilterra pare di legifererà tale materia. Farlo in azienda significherebbe al solito fare le cose a macchia di leopardo a seconda della sindacalizzazione, delle convenienze, degli interessi di pochi sui molti.

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  8. https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEcX13MC
    Un’azienda all’avanguardia per la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa. Tutto fatto senza il supporto del sindacato e dei rappresentanti d’impresa che pare siano entrambi innervositi del fai da te azienda/ lavoratori. Che sia questo il futuro? Se i sindacati continuano a fare accordi al ribasso e le imprese a pensare al solo profitto penso proprio di sì nella misura in cui si trovino altri imprenditori non omologati.

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  9. All’inizio di febbraio, e tutt’ora lo stato di agitazione continua, mezzo milione di lavoratori Inglesi del pubblico, sanità, scuola e trasporti sono scesi in piazza per protestare contro la perdita salariale dovuta all’inflazione e contro proposte di legge che determinano un minimo di personale del settore pubblico obbligato a non partecipare agli scioperi per garantire il servizio. In un documento unitario, CGIL CISL e UIL assieme ad altre confederazioni europee esprimono solidarietà ai colleghi inglesi della Tuc.
    Ora mi pare evidente una macroscopica incongruenza: la Cisl esprime solidarietà quando molti dei nostri contratti e non solo del pubblico ma anche del privato hanno al loro interno articoli che regolamentano il diritto allo sciopero, senza contare il fatto che l’inflazione in Italia è ben più alta che nel Regno Unito. Allora a che pro la Cisl esprime solidarietà agli altri Paesi europei quando nel nostro paese tutto passa senza che la Cisl paventi qualcosa di analogo?

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  10. Benaglia per paura che gli interventi degli ex gli facciano ombra ha inventato “una regola non scritta” e mai applicata (per fortuna). Gli ex non devono parlare di lavoro e sindacato. Una sorta di restrizioni delle libertà costituzionali a cui nessuno. Da Carniti, a Marini a Pezzotta hanno mai (giustamente) rispettato.
    Ora però c’è il tema della Nonna: sul salario minimo dice cose opposte a quel che diceva in Cisl. Su Ilva sostiene l’abolizione dello scudo penale e l’accordo di programma. Posizioni diverse e opposte a quelle dei meccanici e della Cisl stessa.
    Ma la regola che si è inventato Benaglia, con lei (peraltro sostenuta dalla cisl affinché venisse candidata e in campagna elettorale) non funziona ?
    Benaglia è uno coerente e siamo sicuri che abbia richiamato duramente la nonna. Anche perche si rinnovano le rsu a Taranto. Ma la Cisl non è autonoma ?

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    1. guarda che poi capiscono chi sei ( non e’ difficile ) e non ti fanno piu entrare , ne in una sede del pd ne in una sede cisl .
      fai peace and love che ti conviene

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