La casa di vetro, il grande bluff. Seconda puntata (2015-2016)

Dopo aver indicato nel prologo la “trasparenza unidirezionale” come il trucco alla base della narrazione sulla Cisl come “casa di vetro”, e dopo aver ricostruito nella prima puntata gli antefatti che portano all’inaugurazione della segrteria Furlan come esito di ricatti e atti antidemocratici a partire dal commissariamento della Fai, Comma 22 passa a raccontare “l’imprevisto” che Via Po 21 non si aspettava, e che rivela la natura opaca del sistema di potere nella Cisl, come venne sottolineato anche da Pierre Carniti.
Buona lettura
il9marzo.it

Seconda puntata

L’imprevisto: Fausto Scandola

Il Primo Maggio 2015 Fausto Scandola, pensionato di Verona, dopo aver inviato una lettera personale alla segretaria generale il 13 aprile e non aver avuto alcuna risposta, la porta a conoscenza dell’organizzazione e denuncia i redditi degli ultimi anni di una parte dei dirigenti apicali Cisl.

Nuovo scandalo.

Le rivelazioni pubbliche generarono un attimo di panico e di sbandamento, e come i bambini quando vengono pescati con le mani nella marmellata promettono di non farlo più, così si cercò velocemente la via della purificazione. 

L’idea genialsindacale: “un nuovo regolamento economico, un atto etico-morale e una casa di vetro speciale

Così nel luglio 2015 fu approvato il regolamento economico, a dicembre inaugurata la casa di vetro Cisl e definito il regolamento etico per i suoi inquilini, senza chiarire però con quali strumenti renderlo cogente.

Proprio in quella fine estate Pierre Carniti in un documento del settembre 2015, con riferimento agli ultimi avvenimenti sindacali dedicava una riflessione sulla trasparenza.

Dal documento di Pierre Carniti “Più trasparenza a salvaguardia di un sindacato libero ed autonomo”

 “Oggi anche a causa degli scandali esplosi e delle polemiche che ne sono seguite, la condizione sindacale risulta assai diversa.  La denuncia di Fausto Scandola (ex dirigente della Cisl del Veneto incomprensibilmente minacciato di espulsione, quando i provvedimenti da prendere avrebbero semmai essere di segno opposto) che dava conto del trattamento immorale (in certi casi arrivati a superare i 300 mila euro lordi all’anno) di alcuni dirigenti di primo piano ha suscitato le reazioni indignate di migliaia di iscritti. Non solo della Cisl, obbligando i leader sindacali a correre ai ripari, promettendo tetti ai compensi e divieti di cumulo”.

Così Pierre Carniti. In verità, come Fausto Scandola aveva precisato, il nuovo regolamento era nato per cercare di coprire con l’invenzione della indennità di funzione fino al 40% gli abusi precedenti ed il codice etico per seppelirli definitivamente, considerato che la trasparenza diveniva trasparente per il futuro e non per il passato, dove rimaneva vigente la norma popolare “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato…”

La mancata risposta e smentita alla denuncia di Scandola furono la migliore conferma dei fatti denunciati con la piena acquiescenza del consiglio generale, dove nessuno aveva alzato la mano per prendere parola e chiedere cosa ci fosse di vero.

Intanto la minaccia di espulsione di Scandola divenne espulsione da parte di chi doveva essere semmai espulso, nonostante i probiviri del Veneto in prima istanza lo avessero di fatto assolto.

COMMA 22

(fine della seconda puntata)

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Un Commento - Scrivi un commento

  1. Con il”caso Scandola”si apre , per i vertici corrotti, un grande problema, quello della rivelazione(“il re e’nudo”, per dirla emblematicamente), cui si”rimedia”con l’espulsione, id est con la repressione, ossia con cio’che i poteri soprattutto appunto “repressivi” hanno sempre opposto ai sindacati. Diremo dunque che lo “scandalo Scandola”(mi scuso, ma amo i giochi di parole, utili a decostruire lo stesso linguaggio)e’un boomerang per Lady Anna Maria & CO…. Eugen Gaalasso

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