Lo sciopero generale e la Cisl (nota Isril di Giuseppe Bianchi)

Riprendiamo la nota n.30/2021 dell’Isril, inviata da Giuseppe Bianchi, che affronta il tema dei rapporti sindacali e dello sciopero generale in maniera corretta. Vale a dire come un problema di rappresentanza del lavoro che deve recuperare molto del terreno perduto negli anni passati. Un terreno perduto che ha come prima emergenza quella salariale alla quale – questo è il nostro parere – le organizzazioni sarebbero chiamate a dare risposte serie. Più serie del dividersi fra Cgil e Uil che fanno la faccia feroce e la Cisl che fa la faccia responsabile.

Che poi questo recupero di ruolo dei sindacati debba passare da una ricomposizione unitaria, come indica Bianchi, probabilmente è vero. Ma a condizione, così almeno la vediamo noi, che l’unità avvenga nel recuperare quella “autorità rappresentativa” di cui parla la nota e che ad oggi non vediamo nelle organizzazioni e in chi, pro tempore, le guida.

A cominciare da chi, purtoppo, guida la Cisl.

il9marzo.it


Lo sciopero generale e la Cisldi Giuseppe Bianchi

Da ambienti della Cisl è stata segnalata la contraddizione di alcune recenti Note Isril (n. 26 e 28 – 2021) che proponevano un percorso di ricomposizione sindacale proprio quando Cgil e Uil da una parte e Cisl dall’altra si disunivano sull’opportunità di uno sciopero generale. Una circostanza  che ha  fatto riemergere mai sopite distinzioni identitarie: da una parte la Cgil, con il seguito della Uil, che si mobilita nelle piazze in nome di una rappresentanza generale del mondo del lavoro che si realizza nei rapporti con un governo sordo alle richieste sindacali; dall’altra il marchio di origine della Cisl che privilegia la libertà associativa dei lavoratori e che fa della contrattazione collettiva e della concertazione salariale gli strumenti per portare gli interessi dei lavoratori nel cuore dell’intreccio fra politica, economia e società.

Che senso ha allora parlare di unità in tale scenario sindacale?

Occorre fare una premessa.

Da tempo il nostro Paese è immerso in una sostanziale stagnazione economica (la crescita “zero virgola”) che, comprimendo la dinamica della produttività, ha congelato la crescita dei salari reali. Nello stesso tempo le condizioni di sfavore del lavoro create dalla nuova competizione globale hanno frantumato il mercato del lavoro, dando vita ad una moltiplicazione di posizioni precarie e senza tutele che ha interessato soprattutto le giovani generazioni.

Il sistema contrattuale ha visto inaridirsi le sue fonti di alimentazione (la crescita del reddito), le strutture sindacali di base, a livello di aziende e di territori, hanno perso vitalità e la concertazione sociale non ha trovato più materie di scambio politico. La Cisl ha visto così ridursi i suoi spazi di azione, in presenza di una minore partecipazione dei lavoratori alla vita interna del Sindacato. La Cgil, invece, ha potuto contare su una maggiore capacità di aggregazione del mondo del lavoro, proiettando le ragioni del malessere sociale nella prospettiva evocativa di una società più eguale e inclusiva. Stando così le cose la proiezione dei futuri rapporti intersindacali tende a privilegiare il ruolo di mobilitazione della Cgil rispetto a quello della Cisl, in difficoltà nell’accreditare una cittadinanza sindacale in un sistema economico poco performante.

La prospettiva offerta dalle Note Isril di un nuovo scenario sindacale parte dalla constatazione che il Paese si sta aprendo a una nuova fase di sviluppo (il Piano di Ripresa) che, potendo contare sulla disponibilità di irripetibili risorse finanziarie, può offrire opportunità di rivalutazione del lavoro, sia professionali che retributive. C’è un volume di investimenti pubblici e privati che, combinati con le nuove tecnologie, impattano fortemente sul mondo del lavoro, rimettendo al centro i problemi dell’occupazione, della produttività, dei salari, delle condizioni di lavoro nelle nuove organizzazioni produttive.

C’è un problema di ricostruzione delle politiche attive e passive del lavoro (formazione, ricollocamento, garanzia dei redditi e così via), oggi per lo più affidate a strutture pubbliche inefficienti, che richiedono un apporto delle parti sociali che dispongono delle conoscenze più aggiornate sulle dinamiche dei diversi mercati del lavoro e di istituzioni (Enti Bilaterali e altri Fondi) e che hanno già espresso una buona capacità di intervento.

C’è, in parallelo, un problema di regole contrattuali con cui sostenere l’innovazione degli assetti produttivi nelle imprese occupando gli spazi aperti di promozione del lavoro nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi e di partecipazione dei salari alla maggiore ricchezza creata. Si tratta di materie che attengono all’autonomia delle parti sociali con le quali il Governo deve confrontarsi per realizzare i suoi obiettivi. Perché tale confronto possa aprirsi, spetta soprattutto ai Sindacati, in quanto rappresentanti del fattore produttivo più sfavorito, ricomporre le loro strategie rivendicative in una piattaforma condivisa, al di fuori dei recinti identitari ormai esausti. Una sfida che rimette in discussione assetti organizzativi della rappresentanza e strategie di tutela ancora legate alla configurazione assunta nella precedente fase dell’industrializzazione di massa, ancora carenti nella valorizzazione dei nuovi lavori creati dalla transizione economica in atto.

In conclusione, le risorse finanziarie attivate dal Piano governativo di ripresa sono condizione necessaria, ma non sufficiente, in quanto sono le istituzioni ad intermediarne l’impiego e a determinare l’efficacia dei risultati. E quando si parla di istituzioni, l’area coinvolta riguarda sia quelle politiche e della burocrazia statale sia quelle della società civile, che esprimono la pluralità di interessi che operano nei processi di costruzione e di redistribuzione del reddito.

Draghi ha più volte richiamato la necessità che tutte le forze economiche e sociali concorrano alla costruzione di un nuovo futuro del Paese. Le Relazioni Industriali che regolano i rapporti fra Governo e Parti sociali hanno recuperato la loro centralità. I Sindacati, va ripetuto, hanno il compito più arduo perché devono risalire la china di una svalutazione del lavoro di lungo periodo. Per non regredire nella loro autorità rappresentativa devono superare le divisioni storiche e ritrovare convergenze unitarie sostenute da un nuovo radicamento nel mondo del lavoro che si va evolvendo.

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25 Commenti - Scrivi un commento

  1. Condivido articolo di Giuseppe Bianchi e l’introduzione della redazione, con una sola sottolineatura: l’emergenza salariale alla quale il sindacato è chiamato a dare risposte comprende per un verso la definizione di un salario minimo (quindi fare giustizia degli oltre 900 contratti nazionali e risolvere i problemi connessi), per l’altro superare la precarietà dei contratti a tempo determinato assicurando nel contempo la flessibilità necessaria alle aziende attraverso agenzie pubbliche (o pubbliche-private) che con i loro organici a tempo indeterminato (con buoni salari e formazione periodica) “prestano” alle aziende i lavoratori richiesti per necessità temporanee.
    Colgo l’occasione per dire che i nostri siti e “Prendere parola” devono utilizzare maggiormente le note dell’isril –
    Buon anno Adriano Serafino.

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  2. Sullo sciopero di cgil uil che è stato veramente una sciocchezza ridicola che devo dire lo sciopero si fa in ultima ratio…e si fa per ottenere di più ma avevamo già ottenuto tanto quindi ancora una volta la cisl avanti come storicamente avviene da sempre…sul salario minimo non sono assolutamente d accordo poiché ciò annulla la contrattazione tanto più quella di secondo livello cosa per cui siamo nati…col nostro modello…quindi…per una volta stateci e ammettete che la cisl è il più grande sindacato….altro che populismo…

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    1. Le sue sono le solite chiacchiere di uno che sta bene e con la pancia piena, a cui il sindacato (la Cisl in questo caso) avrà fatto tanto bene, ma dal punto di vista personale…
      Il salario minimo è ormai diffuso in tutta Europa ed è un argine verso certi salari da fame, per i quali dobbiamo ringraziare proprio la (pessima) “contrattazione” di pessimi sindacalisti come lei.
      Piccoli borghesucci benpensanti che non hanno mai visto un povero da vicino e mai avrà difeso davvero lavoratori sfruttati fino al midollo e mal pagati.

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      1. Fattela rispiegare · Edit

        (…)
        ————————————————
        Nel commento precedenti ti lamentavi della censura, e noi ti abbiamo detto che noi le idee non le censuriamo, ma gli insulti sì. Siccome questo commento insultava la persona alla quale rispondevi, sei censurato.
        il9marzo.it

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        1. Ok avete ragione.. voi ho solo citato fatti.. lo sciopero è stato ininfluente….comunque avete ragione w la cgil. Iscrivetevi da loro buon anno eh…ah a proposito io di poveri ne ho visti…tanti perché io mi sono fatto le assemblee…arrivederci

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          1. Purtroppo la CISL degli ultimi anni ha perso quasi del tutto il contatto con la realtà ed ha assecondato politiche che si sono rivelate fallimentari per coloro che doveva rappresentare ed utili solo per coloro (troppo spesso i già più benestanti) che poco hanno a che fare con un sindacato per i lavoratori ed i pensionati più deboli.
            Riguardo le assemblee, mi fa piacere che anche tu “te le sia fatte” (forse un tempo). Ti rammento solo che negli ultimi anni sono diventate generalmente una rarità dove la Cisl è stata prima. Poi i lavoratori si stancano e la abbandonano.
            Buon 2022.

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    2. Il populismo non c’entra nulla perche’ qua si tratta di pura evidenza delle azioni e dei pensieri della attuale classe dirigente. Riguardo al salario minimo potevo anche darti ragione fino a 15/20 anni fa quando il sindacato era cosa un po piu’ seria, ma oggi hai presente lo sfruttamento di milioni di lavoratori del settore terziario soprattutto cooperative? Orari spezzettati con 3/4 ore di intervallo nell’arco della giornata (ci penai che significa per una donna?) e salari da 6/700 euro al mese per una manualita’ da non arrivare alla pensione verticalmente.
      Prova tu o tua moglie a vivere in queste condizioni… E ovviamente per i sindacati va tutto bene…

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  3. La Cisl ha fatto una scelta coerente nel non aderire.
    Bisognava però spiegarlo nelle assemblee. Ormai se ne fanno ben poche e in quelle poche il clima non è dei migliori per nessuna sigla.
    Non potremo nasconderlo a lungo con la propaganda.

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    1. Bravo. Altro punto dolente dalla Cisl da anni: la mancanza di assemblee sindacali nei luoghi di lavoro. Anche su questo, duole dirlo, c’è da imparare dalla Cgil.
      Ma è anche comprensibile da parte vostra: se andate nelle assemblee con taluni contenuti che sostenete oggi e con quello che (non) fate per i lavoratori e le fasce più deboli, le persone come minimo vi contestano.

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  4. Ok avete ragione.. voi ho solo citato fatti.. lo sciopero è stato ininfluente….comunque avete ragione w la cgil. Iscrivetevi da loro buon anno eh

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    1. L’impressione è che, per anni (soprattutto dagli anni 2000) la Cisl abbia avuto come sua principale controparte la Cgil, invece che le rappresentanze confindustriali o governative quando comprimevano le possibilità di stare un po’ meglio per i più deboli. La Cgil avrà avuto (ed ha) tanti limiti, ma solitamente ha sempre tenuto dei paletti più alti nella loro difesa. Non per niente è ancora saldamente il primo sindacato italiano. Solo un grandissimo come Carniti (che sarebbe stato molto interessante riascoltare anche di questi tempi) ha avuto lo spessore e l’autorevolezza di portare avanti la più bella unità e proficua unità sindacale in Italia. Rileggetevi i suoi scritti, invece che scrivere fesserie e continuare a dare sempre ragione alla Cisl qualunque cosa faccia. “La libertà prima di tutto” (cit.)

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      1. Un insulto è un termine volutamente offensivo rivolto ad una persona: ad esempio “coglione”, come nell’ultimo commento che abbiamo censurato (non sappiamo se fosse tuo o di altri, ma non importa). Altre espressioni, come “ma vai a lavorare”, esprimono un giudizio negativo verso la persona cui sono rivolte ma non non sono insulti, e quindi sono ammesse (e anzi ci sono simpatiche e le incoraggiamo). Anche perché non ammetterle vorrebbe dire negare la facoltà di critica, come nella Cisl di oggi.

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  5. Li ripetevo perché non mi dava inviato…io non ho mai servito nessuno assolutamente quindi imparare e meditare. Ripeto ho citato solo fatti…lo sciopero è stato ininfluente…ma va bene così w la cgil …

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    1. Ininfluente come il non sciopero, perche’ non e’ che si vedano risultati strabilianti dalla manovra. Di certo chi e’ povero sara’ ancora piu’ povero soprattutto a causa dei rincari dei prezzi energetici. E chi e’ ricco lo sara’ sempre di piu’

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    2. Tanto per la chiarezza io non ho mai deto del coglione a nessuno quindi non ero io diversamente qualcuno mi ha dato del servitore.. e dovrebbe vergognarsi perché manca di rispetto a lavoratori umili ma determinanti …vai a lavorare invece è una bellissima espressione augurale.. per il resto penso che la cisl sia sempre un passo avanti. Detto ciò…un buon anno a tutti.. e smetto di scrivere

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      1. Noi non abiamo detto che tu hai dato del coglione a qualcuno, abbiamo detto che qualcuno che, come te, si era lamentato della nostra censura non aveva titolo a farlo perché aveva violato la rgola del rispetto per le altre persone. Quanto al commento di cui ti lamenti, era scritto in forma impersonale e non faceva riferimento diretto a nessuno. Quindi neanche a te.
        E ora, passata la festa, andiamo tutti a lavorare! E’ l’augurio più bello che ci si possa fare.
        Buon anno, e scrivici quando vuoi.

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  6. La Cisl facesse piu assemblee
    invece che star dietro a questo blog.
    Pure questa notte stan col monocolo a vedere chi scrive qui, come i vigili urbani col monocolo.

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  7. I principi e i valori per i quali ( almeno noi anziani, perche’ sembra che oggi ci si iscriva solo per fare le pratiche assistenziali o fiscali) ci siamo iscritti alla CISL, erano essenzialmente l’autonomia ( dai partiti, dai Governi, dai padroni), il pluralismo delle idee( pur nella condivisione dei valori generali), la democrazia interna e la possibilita’ di scegliere delegati e rappresentanti sindacali con il voto segreto ( contrariamente alla CGIL). Poi nella realta’ non sempre questi valori sono stati perseguiti dalla CISL, ma si sa che tutte le organizzazioni hanno i propri difetti e la CISL – forse – ne ha meno degli altri sindacati. Tra l’altro non si puo’ dimenticare che, con frequenza ricorrente, il nostro quadro dirigente e’ purtroppo protagonista sui mass media. Senza voler girare il coltello nella piaga, si possono ricordare i casi di assunzioni di parenti, di aspettative in legge 300 non proprio regolari, retribuzioni altissime e perlomeno poco opportune per dei sindacalisti, applicazione discrezionale dei regolamenti ( applicato severamente ai “nemici”, interpretato benevolmente per gli “amici” magari alti sindacalisti) anche con disinvolto uso del commissariamento o di sanzioni disciplinari e con una giustizia interna non sempre indipendente. E spesso questi casi appaiono sulla stampa ( una congiura ?) che danneggia e rende difficile l’attivita’ dei tanti generosi delegati di base che operano a favore dei deboli ( lavoratori o pensionati).
    Ma si puo’ muovere qualche critica ? Oppure appena si fa qualche obiezione per alcune posizioni della CISL gli si dice: ISCRIVITI ALLA CGIL
    Quindi, secondo i benpensanti, nessuna critica e’ possibile, nessuna riflessione o dubbio e’ ammesso ? Tra l’altro dove sono le assemblee degli iscritti ? Gia’ siamo ben messi !
    Magari e’ vero, lo sciopero Cgil e Uil ( noi isolati) forse era eccessivo, ma pongo una domanda retorica. Negli ultimi 20 anni c’e’ mai stata una volta che la Cisl abbia scioperato a livello nazionale, da sola ? O si e’ limitata sempre a manifestazioni di schiere di sindacalisti in permesso sindacale e di pensionati ?
    Siamo per la concertazione e per la contrattazione, ma per ottenerla non si dovrebbe ogni tanto tastare la propria forza reale, verificando la propria rappresentativita’ con l’adesione agli scioperi ? Magari si rischierebbe di essere perdenti, ma rischiare per una causa giusta e’ un atto di coraggio ed unfatto positivo. O forse tutto questo ci e’ vietato ?

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  8. Mi permetto di far notare una cosa molto sommessamente lo sciopero scellerato di cgil e uil…non potendo di fatto ottenere più di quanto fatto già…ha di fatto svuotato il potere dello sciopero…lo sciopero va fatto estrema ratio….come diceva il fondatore e il prof romani noi siamo ancora il sindacato nuovo…

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