Un sindacato pragmatico?

Pubblichiamo un contributo dal blog di Savino Pezzotta, presidente dell’associazione Prendere parola alla quale aderiscono molti di noi, che commenta la lettera del segretario generale dell Cisl al Corriere della Sera di ieri. E sottolineiamo in particolare il passaggio in cui Pezzotta contesta l’idea che la definizione di “sindacato pragmatico” possa descrivere l’identità storica della Cisl.

Ha ragione Savino, e noi aggiungiamo che il pragmatismo senza una visione ideale solida diventa solo una foglia di fico per coprire le vergogne dell’evidente inadeguatezza di chi dirige la Cisl; cioè il segretario generale ma non solo lui.

il9marzo.it


Ho letto con molta attenzione la lettera che il Segretario della Cisl , Luigi Sbarra , ha inviato al Corriere della sera per spiegare la mancata adesione della Cisl allo sciopero generale proclamato dalla Cgil e dalla Uil. Iniziativa che non ho condiviso perché non mi era chiara la strategia complessiva che generava le ragioni dello sciopero e poi perché ritengo che si possano attuare iniziative di mobilitazione più coinvolgenti e capaci di attrarre maggior simpatia dell’opinione pubblica

Nello stesso tempo non apprezzo e mi turba la canea preventiva che si è scatenata contro lo sciopero . Certamente lo sciopero generale ha sempre un contenuto politico e esprime un disagio politico in chi lo proclama.

Avrei visto bene che la proclamazione di una iniziativa di mobilitazione a maggior coinvolgimento , tenendo conto del poco tempo disponibile prima dell’approvazione in Parlamento della manovra come potevano essere due ore di sciopero con assemblee sui luoghi di lavoro (le misure di protezione anti Covid sono già in atto con mascherine e distanziamento) per dare la possibilità di comprendere quali margini esistessero di ulteriore negoziato e come procedere rispetto ipotesi di sciopero generale oppure altre iniziative.

In questi ultimi anni ho maturato la convinzione  che in futuro si debbano proporre referendum deliberativi tra i lavoratori iscritti alle tre confederazioni.

Per venire alla lettera del segretario generale della Cisl ( confederazione a cui aderisco e pago regolarmente il mio contributo mensile) Luigi Sbarra, debbo dire che Condivido alcuni contenuti e in particolare quelli di orientamento politico generale sulla situazione pesante del paese e la necessità di fare un bilancio dei confronti con il Governo sviluppati in questi mesi.

Quello che non condivido è semplificare l’identità  della Cisl definendola come un sindacato pragmatico . Sicuramente la Cisl è stata un sindacato aideologico, laico e aconfessionale ma non pragmatista in quanto si è sempre nutrita di ragioni ideali centrate su una visione umanistica e personalista dell’uomo e della donna al lavoro. Il fondatore della Cisl , Giulio Pastore diceva : “Noi evidentemente non abbiamo inteso né intendiamo costruire una organizzazione che fondi le sue premesse ed abbia obiettivi di natura esclusivamente economici ; noi intendiamo il sindacato anche come scuola sul piano morale, sul piano spirituale, 1”

 Da questa visione del sindacato discende la griglia del discernimento sindacale in merito ai risultati scaturiti dal confronto con le controparti. Quando sul tappeto della discussione ci sono questioni  come gli ammortizzatori , le pensioni, il sistema fiscale, il Governo diventa di fatto una controparte e lo si giudica sui risultati scaturiti dal confronto e non da semplici e pure ragioni politiche.

Il fare una comparazione tra la situazione attuale e quella del dopoguerra mi sembra un paragone improprio  per quanto riguarda il contesto socio-economico e l’era di riconversione ecologica e digitale, e poi per quanto riguarda il sindacato in campo non ci sono né Pastore né Di Vittorio.

Il pericolo incombente che il sindacato dovrebbe cercare di evitare nell’attuale situazione economica, di profonde trasformazioni tecnologica guidate dal digitale e dal mutarsi degli equilibri internazionali  è quello di procedere  giorno dopo giorno al traino delle proprie consuetudini e  gesti e pensieri  noti,  ma inventando nuove procedure e nuove  strategia  per  – non già invocare  –  ma conquistare un innovativo  patto sociale.

Un patto sociale che per essere tale deve includere come priorità almeno i seguenti grandi problemi sociali, sindacali e politici:  equità fiscale e progressiva, garanzia dell’erogazione dei servizi universali quali sanità e scuola,  ammortizzatori sociali che garantiscano la mobilità da posto a posto di lavoro con adeguati percorsi di formazione e di aggiornamento professionale, superare la precarietà(abolendo molte forme contrattuali) con  un accesso al lavoro potenziando l’apprendistato e poi consentendo la flessibilità (prestazioni lavorative a termine in questa o quell’azienda) con lavoratori assunti a tempo indeterminato con un contratto, ben retribuito e con aggiornamenti professionali programmati, in capo ad un’agenzia pubblico-privata.

Credo sia giusto che in questa situazione entri in vigore il principio di responsabilità che vale per il rapporto con le controparti , ma anche e soprattutto tra le confederazioni. Ho avuto l’impressione che si sia corso verso la rottura guardando alle relazioni con il Governo senza valutare adeguatamente le ricadute sull’oggi e il domani del sindacato.

Un sindacato attento alla realtà e a comprendere gli accadimenti che insistono sulla sua esperienza quotidiana deve agire un surplus di democrazia partecipata che renda protagonisti le lavoratrici e i lavoratori delle scelte che si vogliono fare, non basta una manifestazione nazionale o uno sciopero generale per rendere effettivamente partecipi i lavoratori e le lavoratrici e in particolare i giovani, servono assemblee degli iscritti e dei lavoratori ove ognuno possa esprimere il suo parere.

Solo una reale democrazia sindacale può esaltare e rendere forte il significato umano e sociale del sindacalismo, e mettere a tacere le cassandre che stanno non attaccando lo sciopero di  CGIL E UIL, ma che sotto sotto mirano al diritto di sciopero.

Oltre lo sciopero Cgil-Uil e la manifestazione Cisl, diventa necessario riprendere una iniziativa unitaria, per quanto difficile ma necessaria quanto mai,  e decidere il come e con quali chiari punti prioritari proseguire (anziché una lunga sommatoria di richieste molte delle quali indefinite)  coinvolgimento per tali scelte, con apposita informazione e assemblee,  le migliaia di Rsu, gli iscritti, i lavorator e le lavoratrici, anziché decidere solo con gli organismi statutari nazionali.

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25 Commenti - Scrivi un commento

      1. Condividiamo il significato del commento ma, anche per evitare che intervenga qualche avvocaticchio minacciando querele, precisiamo che la posizione giuridica di Sbarra è diversa da quelle oggetto dell’indagine. e non sembra avere rilevanza penale.
        Poi è comunque vero che sia il caso Sbarra che quelli oggetto dell’indagine a Milano sono entrambi casi in cui i diritti sindacali vengono usati non al fine di tutela del lavoro ma di dare benefici all’organizzazione (se non direttamente a chi la dirige).

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  1. Benaglia gia pronto per tornare a via po’. Licenziamenti, appiattimento su fiom e cisl. Operatori che cacciano delegati dai direttivi dicendo che non manca rapporto fiduciario. Poi si lamentano se in massa tolgono le tessere. Lo spiegasse Faccoli a Nieri che l’operatore e il segretario devono avere la fiducia delle rsu e non il contrario.
    Brutta scuola hanno fatto Furlan e Benaglia. La democrazia capovolta.

    Ora puo’ tornare.

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    1. Benaglia e’ il collante che non possono togliere dalla Fim attualmente .
      Per questo sacrificheranno Uliano.
      Si vede bene dai congressi, ci sono territori ancora fortemente ostili verso Via Po’ , e verso la guida di Sbarra ( che e’ in continuita’ con quella della Furlan) ,che non hanno trovato discontinuita’ nei congressi.
      Vedi Campania , Marche , alcune zone della Lombardia ,per questo Benaglia rimarra’ prigioniero di corso trieste e per questo appena ci saranno le condizioni in Fim sara’ di nuovo guerra

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      1. Ti sei dimenticato la Puglia. Il territorio più ipocrita e levantino d’Italia. Congressi mignon e farsa nei quali tanti mediocri se la cantano e se la suonano tra di loro, con i vari “nazionali” (qualcuno sta già in zona) che scendono solo per apprezzare la buona cucina pugliese.

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    2. È vero che con Benaglia, purtroppo, non c’è stata quella “rivoluzione” che ci si attendeva, ma il male in fim è nato con le due segreterie precedenti (soprattutto l’ultima).
      La fim e la Cisl, al netto di chi ci crede ancora soprattutto perché vi è retribuito al suo interno e non può/vuole restare senza lavoro, ormai hanno perso l’anima (o l’hanno venduta al diavolo).

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      1. i due piu a lungo nelle segreterie precedenti sono stati Zanocco e Uliano.
        Attendere la rivoluzione da un funzionario confederale che si è montato la testa (e mette sua immagine ovunque) è come (…).

        Che peccato che il sindacato sia diventato il posto dove vanno quelli che non prenderebbe nessuno.

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        1. Una parte di questo commento è stata censurata perché conteneva un giudizio discriminatorio gratuito e oggettivamente insultante verso i sostenitori di una squadra di calcio.
          Ricordiamo a tutti che nessuno può essere insultato in questo spazio, tanto meno per motivi calcistici sui quali questo blog (dove convivono convincimenti diversi) mantiene la più rigorosa neutralità.

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        2. Oggettivamente i due che hai citato non hanno mai favorito, promosso o ignorato il mobbing perpetrato verso i non allineati all’interno dell’organizzazione nei vari territori, a differenza di coloro (anch’essi segretari nazionali) che avevano la responsabilità in altre aree d’Italia o del massimo responsabile dell’organizzazione in Italia.
          È vero, la fim degli ultimi anni al Sud è diventata “il posto dove vanno quelli che non prenderebbe nessuno”. Al Nord forse salvano un po’ la faccia verso i delegati e gli iscritti, forse anche perché c’è più competizione (con la Fiom).
          Zanocco e Uliano sono durati più a lungo perché, pur Fim, un po’ la stoffa (e la storia) dei veri sindacalisti l’avevano mantenuta.

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        3. Quello che sta sbagliando Benaglia , visto che il tuo rancoroso commento è rivolto a lui, è di accettare che gente assolutamente fuori dal tempo in questa Fim , rimangano ad aspettare tempi migliori.
          L’elezione della segreteria delle Marche e la formazione nazionale in mano a uno che nemmeno lo fanno più entrare al centro studi lo dimostra

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          1. “Namess”, se la tua risposta è al mio commento precedente, sappi che non mi riferivo a Benaglia, bensì a colui che stava prima.
            Riguardo la “formazione nazionale” (immagino ti riferissi al responsabile nazionale), ha provato a fare il suo dignitoso lavoro con le persone (troppe di scarsissimo spessore) che gli inviavano dai territori e con le “direttive” che gli venivano imposte.
            Lo ritengo tuttora una brava persona. Forse, doveva essere più severo e cacciare via dal Romitorio tanti perditempo che purtroppo, come ho detto, gli venivano inviati.
            In questo momento, in fim cisl, vedo solo tanto trasformismo e più opportunismo del solito. Ormai è una istituzione malata.

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          2. L’allenatore del valdarno se facesse qualche iscritto potrebbe parlare. Adesso che qui a Firenze viene spesso l’Atalanta, anche non ufficialmente, gli rimane di essere stipendiato come ufficiale di collegamento contro Petriccioli e i suoi della Toscana. Senza Bentivogli qualcuno di cui sparlare con la nonna andava ritrovato. Altrimenti gli tocca lavorare e qui si dice, l’unica vertenza risolta in Toscana e’ la Gkn, dove alla Fim Toscana non hanno fatto toccare palla e li hanno cacciati dal presidio. Sarà un caso?

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            1. Hai fortuna..per ora · Edit

              Tu hai una sola grande fortuna ( che conta zero però, perché vale solo qui dentro ), ti salvano, perché censurano .
              Ma ….a presto ti facciamo divertire.
              Lascia stare gli amici Toscani ,che fin’ora ti hanno voluto MOLTO bene , potrebbero raccontare e pubblicare… e allora forse ( ma forse no, perché c’è dietro altro) ti mollerebbe anche il 9 marzo

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              1. Il 9 marzo non molla nessuno, oerché non imbarca nessuno. Non siamo partito ma un blog, e quindi scriviamo e lasciamo commentare chi non la pensa come noi, sianno essi bentivogliani irriducibili, antibentivogliani della prima ora (ma sono pochi…) o bentivogliani pentiti.
                Quanto alla “censura”: mai per le idee sostenute, sempre per la violazione delle regole che ci siamo dati. Se sei stato censurato è perché non avevi avuto rispetto per noi o per qualcun altro.
                Certo, è con un po’ di fastidio che pubblichiamo questo commento che lancia un quasi avvertimento, dal tono, perdonaci la franchezza, un po’ mafioso.
                Se ci sono cose da sapere dille, e non alludere. Altrimenti non sei da prendere sul serio.

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                1. Bravissimi, come sempre. Persone come voi avrebbero dovuto essere valorizzate nel sindacato e nella Cisl. Invece hanno “valorizzato” soprattutto yes man, gente che tramava, ignoranti e burocrati.
                  Siete tra le poche, se non l’unica, voce libera rimasta in Cisl, mentre continua il gran “fuggi fuggi” da quello che un tempo era un sindacato dignitoso e, a suo modo, utile nel panorama italiano.
                  Continuate così e grazie sempre per lo spazio che offrite a persone – anch’esse – totalmente libere.

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  2. Condivido in pieno Savino. La distanza tra gerarchia sindacale e iscritti e’ oramai siderale. Nella mia azienda, che e’ pure di grandi dimensioni, non ho trovato nella bacheca sindacale alcun volantino ne’ della Cgil ne’ della Uil che della Cisl. Fanno e disfano tutto senza coinvogere i diretti interessati. Un teatrino autoreferenziale che interessa solo i vertici e non rendw alcun servizio alla base. Speriamo qursta farsa finosca presto..

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