L’inadeguato

Fausto Scandola l’aveva detto già nel 2015, e oggi lo scrive il politologo Piero Ignazi citando i dati Ocse: gli stipendi in Italia sono rimasti fermi, se non tornati indietro, negli ultimi decenni.

Fausto lo disse al consiglio generale della Cisl di Verona il 30 giugno 2015 per sottolineare la contraddizione di vedere che i dirigenti della Cisl si erano autoassegnato forti incrementi retributivi mentre tenevano fermi i salari dei rappresentati; Ignazi lo ricorda sul Domani a p. 4 (dove sottolinea che l’Italia è l’unico paese dell’Ocse in cui i salari medi siano diminuiti – del 2,9% – dagli anni Novanta ad oggi) per dire alla sinistra e al Pd che il tema dell’uguaglianza non può essere abbandonato per limitarsi ad essere il partito dei diritti. Ma trattandosi di retribuzioni, obiettiamo ad Ignazi, il tema va posto ai sindacati prima che al Pd.

In un caso e nell’altro, il problema che ha di fronte l’Italia visto dall’interno del movimento sindacale oppure dall’alto dei dati Ocse, è l’inadeguatezza dei sindacati e dei dirigenti sindacali. E lo dimostra  la risposta che l’anziano e inadeguato segretario generale della Cisl ha dato sabato scorso alla pur compiacente intervista pubblicata sabato scorso sull’Avvenire.

Di fronte all’aumento dell’inflazione, il dottor Sbarra dell’Anas infatti si è limitato a mettere in fila tutte le cose, più o meno giuste, dette dalla Cisl negli ultimi decenni, senza alcuna connessione con lo scenario attuale: ci vuole una “nuova politica concertata dei redditi”, bisogna “controllare le tariffe pubbliche”, bisogna perseguire “l’incremento della produttività e la sua equa redistribuzione sui salari attraverso la contrattazione”. Niente di sbagliato, niente di nuovo rispetto agli ultimi trent’anni, durante i quali però i salari in Italia andavano all’indietro. E quindi c’è qualcosa da cambiare.

Il fatto è che le parole che il dottor Sbarra ha tirato fuori dal sacchetto delle frasi fatte sono quelle che erano servite negli anni Novanta del secolo scorso ad avviare una (allora necessaria e benemerita) politica di deflazione; politica che i lavoratori italiani hanno pagato con la rinuncia alla scala mobile, e questo aveva dei buoni motivi, e poi con il mancato funzionamento della contrattazione collettiva come strumento di redistribuzione nei decenni seguenti, e questo è stato un disastro. Di conseguenza, dopo il 1993 i sindacati italiani hanno affidato alla deflazione la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni, per cui queste aumentavano poco o andavano all’indietro in termini reali, ma poi i prezzi non aumentavano molto e allora si poteva tirare avanti in qualche modo (e magari parlare di altro, ora l’articolo 18 caro alla Cgil, ora fumosi discorsi sulla partecipazione che piacevano nella Cisl).

Oggi che l’inflazione torna mentre la scala mobile non c’è più e la contrattazione va a passo di lumaca, dire le cose che erano giuste negli anni Novanta del secolo scorso equivale a dimostrare la radicale inadeguatezza di una classe dirigente che ha disimparato l’arte della redistribuzione attraverso la contrattazione collettiva, ed è incapace di applicare qualcosa di diverso dal paradigma della moderazione salariale, dominante da trent’anni a questa parte. Una dirigenza totalmente incapace di cambiare gioco e di rispondere a questa sfida, e anzi anche solo di capirla, visto che rifiuta (complice il ministrino del lavoro in carica) lo strumento che viene suggerito dalle esperienze di altri paesi prima ancora che dalle direttive europee, ovvero la fissazione di un salario minimo per legge indipendente dalla contrattazione collettiva (e da questa non derogabile).

Questa riforma, respinta perché toglierebbe potere ai soggetti centrali delle relazioni industriali (la “quadruplice” Confindustria-Cgil-Cisl-Uil), in realtà può aiutare non solo l’equità sociale ma anche un miglior funzionamento del sistema di relazioni industriali, liberando i contratti dall’esigenza di tararsi sui salari minimi, cioè sulla sola sostenibilità per le imprese peggiori sul piano della redditività, per cominciare a occuparsi più da vicino dell’andamento dei salari effettivi, anche in relazione alla produttività delle aziende (come l’accordo del 1993 imponeva di fare e poi non è stato fatto). Una riforma che però il dottor Sbarra dell’Anas rifiuta dicendo che non la trova nel suo sacchetto delle frasi fatte.

I sindacati tedeschi (che sono più dentro alla realtà del mondo contemporaneo rispetto all’anziana e inadeguata dirigenza sindacale italiana) hanno da tempo scelto di sostenere la riforma del salario minimo anche come rafforzamento delle basi del sistema contrattuale collettivo. E la differenza si vede con benefici per tutti, cioè le imprese e chi ci lavora. Tanto che la nuova coalizione di governo (dove ci sono dentro i socialdemocratici vicini ai sindacati e i liberali vicini alle imprese) ha in programma di alzare fino a 12€/ora il Mindestlohn.

Recentemente la cancelliera uscente Angela Merkel ha detto che vorrebbe avere la situazione dell’Italia dal punto di vista della vaccinazione contro il Covid; chissà che non si possa proporre alla Germania uno scambio “se noi vi diamo il generale Figliuolo, voi vi prendete il dottor Sbarra dell’Anas?”.

In fondo non sarebbe il primo “pacco” che gli italiani riescono a rifilare ai tedeschi…

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36 Commenti - Scrivi un commento

  1. Richiamate Savino · Edit

    Non ho la ratio per sapere se il segretario generale della Cisl è adeguato o meno , non mi sembra ad esempio che quello della cgil ( tanto decantato da certa stampa amica ) dica cose molto diverse.
    E non mi sembra nemmeno che mettere in fila quello che la Cisl ha detto negli ultimi anni su politica dei redditi e connessione con caro bollette etc .
    Il salario minimo è la ricetta di chi vuole depotenziare le parti sociali, e chi scrive è poco attento ( forse non a caso ) che non è cosi usato in gran parte della vecchia Europa.
    Certo si potrebbe riportare in vita vecchi patti governo sindacati , tipo il patto per l’Italia, ma si sa per quello serve un sindacato puramente padronale e la Cisl per fortuna non le era più.
    Il rischio lo abbiamo corso mille volte , ma adesso siamo un po più tranquilli.

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    1. Tu l’hai detto: il segretario della Cisl e quello della Cgil dicono cose simili anche quando sembra che dicano cose diverse (vedi lo stucchevole scambio “sciopero sì, sciopero no” di questi giorni). E il risultato è che in Italia i salari vanno indietro mentre nei paesi dove c’è il salario minimo sono andati un pochino meglio. Abbiamo fatto l’esempio della Germania perché è il più importante, ma forse tu puoi fare altri esempi che ti darebbero ragione? A noi non ne risultano.
      Quanto a Savino Pezzotta, ci risulta che sul salario minimo la pensi come te, cioè non vuole il minimo per legge. E secondo noi sbaglia, ma con lui siamo liberi di dirci come la pensiamo, e non ci accuserà di lesa maestà come accade nella Cisl a chi critica i capi.
      Quanto al fatto che ora siete un po’ più tranquilli, ci viene in mente il detto romano secondo cui il “sor Tranquillo” fa sempre una brutta fine.

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  2. Il post inserito dall’amministratore (insieme anche al precedente) sono degni di un’attenta riflessione. Ne provo qualcuna sicuramente sconclusionata e disordinata. Che i salari siano bassi è una verità sacrosanta ed è altrettanto vero che a salari bassi e a disoccupazione o cattiva occupazione crescente, corrisponderanno in futuro basse pensioni, dato che ormai il metodo di calcolo sarà quello contributivo. E dai pensionati che pur reclamano un aumento delle pensioni, raramente si sente parlare di questo. L’inflazione grande assente, per anni, ed un tempo nemica dei lavoratori a reddito fisso, ora si riaffaccia minacciosamente e inciderà negativamente sul tenore di vita di coloro che vivono di salari e pensioni, anche a causa dell’aumento enorme dei costi per l’energia. La ripresa del PIL, che pare sostenuta, è però in gran parte frutto del rimbalzo e se non si modificano i sistemi di redistribuzione della ricchezza, c’è il rischio che il ritorno alle condizioni pre covid, pur auspicabile, non si traduca in vantaggi per i meno abbienti e renda, invece, i poveri ancora più poveri ed i ricchi ancora più ricchi. Se non si aggredisce l’evasione fiscale e l’illegalità, del resto, l’effetto sarà un impoverimento della classe lavoratrice. Che fare ? Rilanciare la concertazione ? Ma con chi ? Ormai tutti i partiti sono al Governo e difficilmente qualcuno farà da sponda al Sindacato. Del resto, gli scioperi, in una situazione del genere, produrranno effetti o saranno come la voce di colui che grida nel deserto ? Una situazione drammatica da qualunque parti la si guardi, con una pandemia che non accenna a cessare e con una ripresa costellata da morti sul lavoro e lavoro nero. Ora si aggiunge la notizia dell’ultima ora. CGIL e UIL scioperano, mentre la CISL giudica positivo l’atteggiamento del Governo. Non so quanto lo sciopero potrà riuscire e quanto sarà popolare e riuscirà tra i lavoratori (quelli che devono scioperare e rimetterci i soldi della busta paga). O sarà come gli scioperi, mezzo fasulli, contro i provvedimenti di Monti ? Poi magari le piazze saranno riempite dai poveri pensionati (speriamo ben distanziati ad evitare contagi) che, per fortuna almeno, in occasione dello sciopero, non rimettono i soldi della loro magra pensione. Sembra di rivedere un film già visto. La CGIL all’arrembaggio, con una differenza. Pezzotta e Bonanni (scusate la semplificazione nominalistica) con diverse motivazioni l’uno dall’altro, si alleavano con la UIL ed isolavano (almeno visivamente) la CGIL. La Furlan, sempre ben allineata e coperta, si è sempre adeguata a quello che diceva la CGIL. Sbarra invece rimane solo contro tutti gli altri sindacati. Alta strategia, coraggiosa posizione o errore pericoloso ? Vedremo. Ma la cosa più importante, al di là degli scioperi, sarebbe un recupero di credibilità del sindacato (tutto) rispetto ai vecchi e nuovi lavoratori, senza dimenticare i pensionati il cui tesseramento è in caduta libera. Se non c’è radicamento vero nella società, se non c’è condivisione e fiducia nel sindacato e nei suoi valori, se non c’è una reale partecipazione e discussione all’interno della vita associativa (non solo nella CISL perché anche gli altri sindacati non sono certo immuni da deficit di democrazia interna) al di là del numero degli iscritti che comunque sono molti in meno rispetto ad una volta, pochi saranno i risultati che si otterranno per i lavoratori e pensionati . E quelli che si otterranno non saranno dovuti all’azione sindacale.

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  3. Da troppi anni la cisl e’ dormiente su tutto, cerca di far passare come soddisfacenti risultati le briciole cadute dal tavolo dei governi di turno. Propaganda azioni a favore dei giovani, dei pensionandi e degli ultimi, ma in realta’ sono solo parole al vento che rimangono nei documenti congressuali senza alcun seguito concreto. Non e’ che cgil e uil in questi anni abbiano fatto sfracelli ma forse si sono accorte che la base non ne puo’ piu’ e allora hanno dichiarato entrambe lo sciopero generale. La cisl non si accorge di nulla perche’ non ha piu’ alcuna consapevolezza dei bisogni della base. E forse la sua unica consapevolezza e’ quella di fare da cinghia di trasmissione (come usava fare un tempo la cgil) del pd, vedi signora furlan, un pd che ha in testa solo alcuni discutibili diritti civili e non quelli dei lavoratori. Son iscritto alla cisl da una vita ma penso che tappandomi il naso partecipero’ allo sciopero generale che comunque non cambiera’ nulla ma almeno fara’ emergere la fatica della gente comune ad arrivare alla fine del mese. Il salario minimo oggi ha un senso perche’ i nostri dirigenti non sanno o non vogliono fare il loro mestiere andando troppo a braccetto con confindustria. Ci vorrebbe un nuovo sindacato, nuove leggi che lo facciano veramente sorgere dai luoghi di lavoro e li’ rimanga, nuove norme che permettano di mantenere le risorse umane ed economiche sulla prima linea anziche’ gonfiare le tasche dei dirigenti e loro cerchie. Ci vorrebbe un sindacato nuovo e concreto che sappia coinvolgere le persone che lavorano, e la pandemia non puo’ essere la scusa di sbarra per far nulla e per far passare come accettabile quello che non lo e’.

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  4. Ci sarebbe molto da dire anche sul paniere istat costruito appositamente per tenere bassa l’inflazione virtuale, basta vedere i nuovi prodotti tecnologici che appena entrano nel mercato han prezzi esorbitanti salvo dopo pochi mesi abbassarsi significativamente e questo non e’ un bel servizio per i lavoratori che hanno a che fare con il rincaro reale dei prezzi dei beni necessari.

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  5. Pensate i mediocri delle categorie piu esposte quando si spacca il fronte. Sono quelli che ha promosso l’invasione della Fim da parte della Cisl. Non faranno assemblee, non spiegheranno a nessuno. Amano la Cisl unitaria per faticare di meno. E tra di loro dicono, accostare con Draghi serve a rafforzare le interlocuzioni di Sbarra (Draghi a fatica ricorda il nome) e aiutare la nonna a candidarsi cosi’ non graverà ufficio, stipendio, e autista.. ancora sulla Cisl

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  6. Nulla da dire, invece, all’ex bimbetto della fim che scalpita da mesi per farsi candidare in parlamento dai partitini di centro?
    Forse dovrebbe seguire l’esempio del suo odiato Conte, che ancora nelle ultime ore ha rifiutato l’offerta del PD di candidarsi alle suppletive dando una lezione di stile.

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    1. Noi qui parliamo male dei segretari generali in carica. Anche perché ci sembra più dignotoso farlo finché sono in carica e con il nostro nome, il9marzo.it, non in forma anonima e quando, ormai ex, si possono occupare legittimamente di politica senza confondere i due piani. Come invece ci sembra accada alla ex segretaria generale, che conserva posizioni interne al sistema Cisl ed è contemporaneamente legata alle agorà del Pd.
      A tutto danno della credibilità dell’operazione voluta da Enrico Letta.

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      1. Mi spiace contraddirvi, ma anche l’ex bimbetto della fim “conserva – in modo molto più furbo – posizioni interne al sistema Fim e Cisl ed è contemporaneamente legato (a doppio filo) a tutti questi centrini” che negli ultimi 15 anni hanno solo devastato i diritti dei lavoratori, riportandoli ad una situazione di continuo schiaffo e ricatto nei confronti dei più forti. Considero un grande bias credere che fosse lui l’alternativa all’altro sistema. Se la cisl e la fim sono diventato questo, non potrà che continuare l’emorragia degli iscritti, dei delegati e dei dirigenti più liberi e pensanti.
        Ridate voce ai lavoratori, invece che seguire l’uno o l’altro sindacalista di professione, ex o tuttora presente che sia. In CGIL e perfino UIL c’è molta più democrazia e sana partecipazione adesso.

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        1. Tu sai, o affermi di sapere, ma non dici. Il che rende non avallabile la tua affermazione sul fatto che Marco Bentivogli avrebbe “posizioni interne” alla Fim e alla Cisl. Mentre della Furlan si sa la posizione che occupa nella Fnp e forse anche la scrivania a Via Po 21.
          Così stando le cose, noi restiamo sulla nostra linea: si critica chi è in carica, perché questa è una critica politica, e non chi non lo è più perché questo sarebbe rancore personale verso questo/a o quello/a.

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          1. Questi paranoici ancora parlano di Bentivogli che ha scelto di non parlare con nessuno da più di un anno. Ho cercato di parlargli e di cose interne non parla con nessuno. Le altre cose raccontate sono le fake che mette in giro euiua e il cocco della nonna. Persone che se non parlano di Bentivogli, non hanno molto altro da dire di sindacale.

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            1. Non è certo così fesso da dire tutto a tutti… I suoi interlocutori che ritiene davvero importanti se li è scelti da tempo (già da quando era all’interno del sindacato), e sono per lo più fuori, in determinati ambienti. A parte i lacchè opportunisti, i suoi fidatissimi rimasti all’interno sono pochi. Ma i peggiori sono proprio i mediocri opportunisti lacchè: questi sono sempre prontissimi a riposizionarsi appena cambia l’aria. Che tristezza!

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          2. Invece ce le ha. Eccome se ce le ha. I suoi si sono solo (opportunisticamente) mimetizzati e riposizionati, in attesa di tempi migliori, per non perdere le poltrone. Lo si “vede” plasticamente anche sui social… Il guaio, cari amici del 9 marzo, è che nella fim (ma immagino anche nella Cisl) c’è un conformismo che fa spavento. Per cui temo non potrà mai cambiare nulla, nonostante anche il vostro lodevole lavoro. Il buon m.b. più volte e alle spalle (altro suo grande limite), ha parlato male anche di voi. Persona infida e infantile come poche. Non è rancore: è proprio consapevolezza.
            Forse l’unica salvezza per la Cisl (come per tutto il sindacato italiano) è che si possa fondere con Cgil e Uil, per dar vita finalmente ad un unico sindacato. Tre confederazioni distinte così non hanno più senso oggi e servono solo a mantenere privilegi e burocrazie, tutelando sempre meno i lavoratori (sempre più soli). Dovrebbe finire questa antistorica competizione tra questi tre sindacati sulla pelle dei lavoratori ed a vantaggio dei lavoratori.
            Solo del veramente grandi come Carniti, Lama (poi Trentin) e Benvenuti ci hanno provato davvero.
            Dopo abbiamo avuto soprattutto delle comparse.

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            1. Non hai capito, e scusa se te lo diciamo con franchezza: che nella Fim e nella Cisl ci siano ancora amici di Bentivogli a noi non frega niente. Parlare oggi dell’inadueguatezza (vera o presunta) di chi c’era ieri non ha senso politico, no parliamo dell’inadeguatezza di chi è in carica. Che comunque è più grave.

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    2. veramente gli è stato chiesto a Bentivogli anche in pubblico di candidarsi e ha detto di no. Per quello che sto vedendo nei congressi. nel 90% senza i congressi di base, bisognerebbe occuparsi un po’ di piu di quanto dopo Bonanni e Furlan, la Cisl sia a encefalogramma piatto.

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  7. Sbarra evidentemente pensava di andare a sigillare l’inutile consenso ad una manovra economica cui le parti sociali sono state solamente attori non protagonisti per poi passare serenamente e con l’animo in pace di chi vive in una realta’ virtuale le feste di Natale tra una tavolata e l’altra. Non e’ cosi’. Per fortuna qualcun altro se ne e’ accorto almeno in apparenza. Ad ogni modo se il Governo ai prossimi tavoli concedera’ parte di quanto richiesto da Landini, sara’ l’ennesima figura di m… per la nostra organizzazione completamente incapace di intercettare i bisogni della gente comune e di portare a casa qualcosa di utile. Altro che parate congressuali, bisogna tornare all’abc sindacale.

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  8. Adesso iniziera’ tutta una tiritera interna per trovare una strategia vincente nei confronti di cgil e uil per salvare il fondoschiena, quando invece l’unica strategia, piu’ che vincente direi onesta, e’ quella di ascoltare e dare voce alla base. Un fallimento totale da qualunque lato la si guardi questa cisl: autoreferenzialita’ e narcisismo. Pochi si salvano. Tutto da rifondare.

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  9. Se e’ vero quanto dice Landini e cioe’ che la redistribuzione della manovra economica espansiva va sui redditi superiori ai 35mila euro, che va dicendo Sbarra? Va tutto bene? Forse per lui e i suoi dirigenti. Vergognoso.

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  10. https://www-corriere-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.corriere.it/economia/lavoro/21_dicembre_07/sciopero-generale-no-cisl-benaglia-cgil-uil-sindacalismo-convenienza-ccd6fa68-5727-11ec-a930-bf44d710576f_amp.html?amp_js_v=a6&amp_gsa=1&usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D#aoh=16389451919155&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&amp_tf=Da%20%251%24s&ampshare=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Flavoro%2F21_dicembre_07%2Fsciopero-generale-no-cisl-benaglia-cgil-uil-sindacalismo-convenienza-ccd6fa68-5727-11ec-a930-bf44d710576f.shtml
    Per Benaglia il sindacato deve tirare i remi in barca. Ma i lavoratori li coinvolgono sulle decisioni? Sono anni che i dirigenti cisl non si fanno vedere su queste materie e decidono tutto loro a priori..

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    1. Resto basito dal fatto che chi conosce la cisl vera sa veramente bene che mai avremmo fatto sciopero dopo aver affermato concertazione e ottenuto risultati importanti.. mai avremmo fatto sciopero. ..ma avremmo trattato fino all ultimo…e il 18 da soli ci metteremo la faccia e otterremo ancora risultati. La storia della cisl è questa basta ricordare la scala mobile o il 93 cmq…pastore questo ci ha insegnato…per questo siamo il sindacato nuovo da senpre…admin lo sa…purtroppo alcuni avventori del blog…sono cardellini alle prime armi.
      ..un abbraccio va

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      1. Visto che ci chiami in causa sulla storia (ma “admin” non è una persona, è un nome collettivo) ti dobbiamo correggere: nel 1993 non ci fu alcuna rottura ma tutto fu fatto all’insegna dell’unità, sotto la regia del ministro Giugni. Semmai la rottura si rischiò nel 1992 quando però Trentin alla fine firmò comunque sotto il “ricatto” di Amato e poi si dimise. Mentre non citi la rottura che ci fu nel 2002 sul patto per l’Italia.
        Se poi ti interessa approfondire la storia, ti facciamo presente che è la prima volta dal 1954 (accordo separato sul “conglobamento”) che la Cisl si trova sola, visto che questa volta la Uil sta con la Cgil; mentre sulla scala mobile, che tu citi un po’ frettolosamente, con la Cisl c’era non solo la Uil ma anche la componente socialista della Cgil.
        Insomma, questa storia è diversa dal passato. Nei prossimi giorni vedremo quanto.
        Ricambiamo l’abbracco.

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  11. Non capisco una cosa: Sbarra riteneva che la manovra e’ apprezzabile al contrario dei due colleghi che dichiarano sciopero il prossimo 16 dicembre. Oggi Sbarra dichiara che la Cisl si mobilitera’ il giorno 18 senza attivare lo sciopero per costringere il governo a migliorare la manovra. Ma allora la manovra prima andava bene e adesso no? Non sara’ che se lo sciopero fallisce Sbarra annuncera’ ai 4 venti che la Cisl aveva ragione mentre se lo sciopero avra’ successo fara’ credere che sara’ merito anche della Cisl? Ma che razza di strategia da joker e’ mai questa? Certi numeri lasciamoli alle virtuosita’ circensi. O sei certo di cio’ che dici, in questo caso che la manovra e’ buona, e mantieni la linea, oppure se sai che la manovra era una fetecchia dovevi pensarci prima ad allinearti alle altre sigle anziche’ arruffianarti a Draghi e pd. In entrambi i casi e’ meglio che Sbarra e tutto il gruppo dirigente che lo consiglia cambino mestiere. Perche’ questo si chiama fare un gran casino senza una minima logica per rimanere a galla, a galla di cosa e’ pero’ evidente.. In quanto a Bentivogli lasciatelo un po in pace, se ne e’ andato nettamente e con dignita’ al contrario di altri che tengono il piede in 2 scarpe per la propria convenienza personale e per quella della Cisl che ha bisogno di agganci politici perche’ non sono piu’ in grado di esercitare la professione che il sindacato richiederebbe loro. Tutti a casa per favore.

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  12. Dai, un risultato come CISL l’abbiamo ottenuto: siamo stati lodati da Salvini, cioè da chi è a favore degli evasori fiscali e vuole la rottamazione di tutte le cartelle. Poi il 18 manifesterà anche la CISL, un’iniziativa da costruttori, però.

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  13. Scusate ma se Sbarra segue Landini su tutto per voi è un dirigente senza autonomia e capacità di determinare una strategia Cisl, se invece si smarca come in questo caso, allora lo giudicate a prescindere.. Non scrivo mai, ma permettemi di affermare che siete un blog che vuol solo criticare a prescindere.. E sinceramente la Cisl non ha bisogno di perditempo di questo tipo che nulla portano alla causa della nostra confederazione.. Saluti e grazie per avermi dato cittadinanza..

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    1. Noi siamo un blog che ha espresso mel posto “l’inadeguato” delle critiche a tutti i sindacati per l’incapacità di difendere le retribuzioni dei lavoratori, che sono andate indietro negli ultimi trent’anni de ora rischiano di essere colpite dall’inflazione. Dov’è che hai letto che avremmo criticato Sbarra per essersi smarcato da Landini? Noi lo abbiamo criticato perché dice cose vecchie di fronte a problemi nuovi.
      Ti facciamo peraltro notare che il nostro post è precedente alla divisione sullo sciopero: Quindi se tu che ci stai accusando a prescindere da quel che avevamo scritto.
      Se poi ti interessa, a noi sembra che i motivi della rottura con Cgil e Uil siano da cercare più nelle dinamiche della politica che in quelle sindacali, ma su questo ci prendiamo qualche giorno per cercare di capire meglio.

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      1. Veramente la critica internamente non la si puo’ piu’fare da anni e poi la critica riguarda la posizione di Sbarra che non sa definire un quadro d’insieme. Andare con gli altri o da soli o in parte, ha senso quando ci sono dei contenuti nella proposta, quando la proposta e’ vuota si gioca alle banderuole traacinando tutta l’organizzazione nel marasma

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  14. La Furlan lavora per le agorà e verra’ candidata con casa auto e integrazione pagata da lavoratori e pensionati.
    L’autonomia della Cisl.

    Il lavoro di Sbarra e la sua posizione sindacale verrà sminuito per riemersione delle cose televisive sulla furlan mai smentite.

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  15. Le posizioni di Bentivogli a soccorso di Sbarra e Benaglia sono vere come un biglietto da 7 euro. Sono posizioni utili allo scopo di togliere l’embargo nei suoi confronti per una candidatura sicura. La scelta di non definire insieme a Cgil e Uil una serie di iniziative con sciopero ha favorito chi aveva in testa da prima lo sciopero generale. Ma quando non si è capaci o non si ha il coraggio di scegliere un gruppo dirigente capace questo è quello che ti ritrovi. La chicca è la manifestazione di sabato 18, con motivazioni talmente chiare a quelle dello sciopero che non si capisce perché non si è condiviso con gli altri. Un’altra figura barbina dopo quella recente in Leonardo in cui la Fim ha scioperato a macchia di leopardo, anche se molti Fim hanno aderito allo sciopero di Fiom e Uilm, dopo che per anni il nuovo dogetto di Venezia ha predicato che un unico gruppo Leonardo avrebbe significato una One company anche nelle relazioni sindacali. Guarda se la Fim non se lo deve rimpiangere…….

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    1. A leggere questo blog si capisce a cosa lavorano dalla mattina alla sera la furlan e ragazzini. Non riescono a superare uno che glielo disse in faccia che erano piu bonanniani di bonanni.
      E far schierare la cisl con draghi e il pd per candidare la nonna pare un po costoso. Altro che manifestazione il sabato. Una scampagnata, perche non vanno a spiegare la posizione ai lavoratori? cosi avrebbe senso

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    2. sembra scritto dal signore degli anelli alla ricerca del quadro c
      che usava appunto le banconote da 7euro perché da buon ligure…

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