Prošek Cisl

Settant’anni fa si teneva a Napoli il primo congresso della Cisl, che varò lo statuto confederale ed aveva come slogan “Uomini liberi nel sindacato libero”,

Settant’anni dopo l’organizzazione che ha lo stesso nome e lo stesso indirizzo della Cisl di Pastore celebrerà domani questo anniversario a Napoli (con tanto di uso della storia ad usum delphini). Ma uomini liberi ce ne saranno pochissimi (e usiamo “uomo” in senso neutro; chi crede che la parità sia una questione lessicale legga pure “persone libere ce ne saranno poche”, con sostantivo femminile usato egualmente in senso neutro); e di libero sindacato non si può più parlare almeno a far data dal 31 ottobre 2014, quando una federazione è stata commissariata come ritorsione per il libero voto della sua assemblea congressuale, e non ci si è vergognati neppur di metterlo per iscritto nella infame delibera approvata all’unanimità dall’esecutivo, scritta da analfabeti della democrazia e ignari di cosa sia la libertà. Ignari soprattutto del fatto che Cisl (sigla che Pastore, non a caso, pronunciava “Ciesselle”), vuol dir confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori: prima ci sono le persone che lavorano, poi ci sono i sindacati, cioè le federazioni, poi, per ultima, viene la confederazione.

Se non ve la ricordate, leggete a questo link la delibera di commissariamento della Fai: una concreta dimostrazione di non democrazia.

La riprova è arrivata pochi mesi dopo quando Fausto Scandola, agendo da uomo libero, ha provocato la propria espulsione per ordine di Via Po 21 volenterosamente eseguito dalla Cisl-Probiviri: ormai il posto degli uomini liberi, che liberamente esercitano il loro diritto a parlare ed esprimere giudizi liberi, era fuori dall’organizzazione.

Chissà perché, a vedere Via Po 21 che celebra questo anniverario ci viene in mente la polemica agitata per esigenze di marketing dalle associazioni dei produttori del Prosecco contro un vino croato del tutto diverso ma dal nome simile (ai tempi della questione Tocai in Italia si sosteneva la posizione opposta contro l’Ungheria).

In realtà, il consumatore europeo difficilmente potrebbe confondere il prodotto veneto noto in tutto il mondo nella versione con le bollicine (ma c’è anche quello fermo) con un passito prodotto in Croazia. Il nome può sembrare quasi lo stesso, ma il sapore è diverso.

Come il sapore della libertà, che gli uomini e le donne libere oggi degustano meglio lontani da Via Po 21, quale che sia la storia raccontata domani a Napoli.

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10 Commenti - Scrivi un commento

  1. Come suggerito dal sito, ho letto il documento dell’esecutivo CISL del 2014 e, pur non provenendo dalla Fai e quindi non essendo a conoscenza di quasi niente al proposito, rilevo due cose:
    1) scrive l’esecutivo :” la conclusione dei lavori del Congresso straordinario FAI rappresenta una irragionevole violazione delle scelte e decisioni assunte dagli organismi confederali e categoriali”. Suppongo si tratti di decisioni prese da segreterie, consigli generali, esecutivi, organismi di rango inferiore ad un Congresso, ancor di piu’ straordinario la cui convocazione e’ prevista proprio per una decisione straordinaria di scioglimento di una categoria. Da qui, l’Esecutivo, commettendo un errore concettuale madornale ( consapevolmente ?) avallato poi dal Collegio dei probiviri ( sudditanza ?) ne fa discendere una grave violazione dello Statuto ( articolo 40 comma 1). Ma come puo’ essere violazione statutaria una decisione presa a scrutinio segreto ( come previsto dagli statuti) da un congresso, organismo supremo e certo superiore ad ogni altro ? Non e’ un caso che solo un Congresso possa modificare uno Statuto e non certo un consiglio generale e, men che meno, un esecutivo. Stupisce che nessuno dei 40/50 componenti dell’esecutivo, sindacalisti esperti non se ne siano accorti. E’ ovvio che la svista e’ voluta perche’ i commissariamenti, in realta’, sono solo POLITICI presi solo contro avversari POLITICI.
    2) Nella stessa delibera si scrive che la CISL PROSEGUIRA’ nell’unificazione e integrazione delle categorie e delle unioni territoriali. A distanza di sette anni vien da ridere pensando che la FAI esiste ancora.

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    1. Mi fa piacere che l’anonimo commentatore proponga delle critiche alla delibera di commissariamento che corrispondono in ampia misura ai motivi del ricorso da me presentato come presidente del collegio dei probiviri della Fai al collegio confederale (che si disse incompetente; e chi sarebbe stato competente allora?).
      Questa coincidenza di ragioni mi sembra confermare che quella mia iniziativa era fondata in diritto, e non meritava la condanna contenuta in un infame documento che il commissario Sbarra fece approvare all’unanimità (il 9 gennaio 2015) ai pavidi segretari regionali. Uno dei quali lo ricordo discutere con Giuseppe Pelli all’Ergife sostenendo la tesi che fosse assolutamente necessario fare la fusione con la Filca perché questo era l’unico modo per dare un futuro alla federazione.
      Oggi fa il segretario generale della Fai.

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  2. Speranza che Sbarra... · Edit

    Nei conflitti non risolti l’organizzazione resta ferita.
    I veri dirigenti sanno che la storia non ci cancella e le ferite vanno guarite con la capacità di guardare avanti e di far pace col passato.

    Quelli che fan vedere complotti sono i germi che pullulano nelle ferite perché sanno che in una situazione serena devono smettere di parlare degli altri e tutti si renderanno conto che inventavano cospirazioni per giustificare il fatto che solo nella situazione inpaludata e incattivita possono nascondere di rubare lo stipendio.

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    1. Si potrebbe fare una segnalazione al Collegio dei Probiviri, perché far parte di un agorà così importante di un partito così importante, potrebbe essere causa di incompatibilità e quindi di decadenza dal Consiglio generale e dalla carica di responsabile, visto che, mi pare, la Furlan è stata nominata a capo di una super associazione di tutte le associazioni collegate con la CISL. Ciò si desume dalla lettura dell’articolo 18 dello Statuto CISL “Per affermare l’assoluta autonomia della CISL nei confronti dei partiti……. sono stabilite le incompatibilità….” e all’articolo 6 del regolamento di attuazione. Ho letto da qualche parte che, in qualche territorio, sono stati fatti decadere automaticamente da cariche ben meno importanti, sindacalisti forse sgraditi. Quindi la Furlan dovrebbe dimettersi o dovrebbe essere dimissionata. Il rischio è che chi segnala queste cose agli autonomi Probiviri, sarà oggetto, a sua volta, di procedimenti di espulsione per vilipendio dei dirigenti e magari violazione del codice etico……

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  3. Nonna Agorà secondo lo Statuto e’ decaduta.

    Gli altri “saggi” delle agorà Pd non hanno vincoli ne doppie appartenenze da associazioni in cui gli incarichi politici sono non consentiti.

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