La circolare 85 e la presa della Bastiglia

La circolare 85 e la presa della Bastiglia

La Fnp – perché qui parliamo della Cisl, ma la cosa può valere ovviamente anche per altre confederazioni – è l’azionista di controllo di Via Po 21. Il che potrebbe essere un fatto di democrazia: se ci sono più pensionati che lavoratori, il peso della loro organizzazione è maggiore.

Solo che qui c’è un equivoco: mentre infatti le federazioni sono strutture verticali, cioè rappresentano chi lavora nell’ambito dell’azienda, del mercato del lavoro e in ciò che attiene direttamente la regolazione della prestazione di lavoro, la Fnp è essenzialmente orizzontale, cioè ha la stessa natura della confederazione. In questo modo, la predominanza dei pensionati altera l’equilibrio, che già di per sé è delicato, fra la dimensione verticale, che è economica e contrattuale, e quella orizzontale, che è politico-sociale e territoriale, della rappresentanza sindacale.

E la cosa è particolarmente problematica per la Cisl che, come il nome “Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori” spiega bene, doveva essere una confederazione composta da federazioni autonome in ciò che è di loro competenza; ed invece oggi viene governata dai livelli orizzontali, commissariando le federazioni che, come la Fai, votano liberamente nei loro congressi o che, come la Fp, esprimono potenziali leadership alternative a quella confederale. Come è accaduto anche per la Fim, dove non è stato necessario arrivare al commissariamento per sostituire l’ambizioso segretario generale con un più anziano operatore confederale (ed azzerare la presenza femminile, in spregio all’articolo 2 dello statuto della confederazione che vuole “un’equilibrata presenza organizzativa di entrambi i sessi a tutti i livelli e in tutti i settori”).

Ma c’è di più: ormai siamo al punto che non è più, come in passato, il segretario generale della Cisl a scegliere una persona di fiducia per guida della Fnp in modo da controllare tutta la confederazione, ma il rapporto fra i due palazzi contigui in Via Po si è invertito: ora è il segretario generale della Fnp che può togliere il segretario generale della Cisl per sostituirlo con altra persona più funzionale, come ha fatto Bonfanti con Bonanni.

Per chi condivida la nostra analisi, è chiaro che molti dei discorsi che agitano in questi giorni i corridoi di Via Po 21 e delle filiali sul territorio, discorsi che riguardano le possibili dimissioni della signora Anna Maria e la scelta del suo eventule successore, vanno integrati con una riflessione su cosa convenga al segretario della Fnp attualmente in carica: meglio rispettare l’ordine di precedenza già concordato, e favorire l’ascesa del dottor Sbarra dell’Anas, o puntare direttamente sul suo figlioccio e conterraneo, il cui unico pregio noto al grande pubblico è l’essere omonimo di un grande calciatore, campione del mondo nel 1982?

Permetteteci però si sorvolare sulla questione, perché l’uno e l’altro sono personaggi irrilevanti quanto la signora di cui vogliono prendere il posto. E fateci parlare brevemente di un fatto apparentemente solo burocratico, ovvero la circolare Inps numero 85 del 14 luglio scorso, che prevede regole sulla trasparenza delle adesioni ai sindacati tramite la delega per la trattenuta della quota associativa. Trasparenza che per ora non c’è.

Il 14 luglio, si sa, i francesi dettero il via alla loro rivoluzione. La circolare Inps numero 85 del 14 luglio 2020 sarà ricordata come la presa della Bastiglia, l’inizio della fine del vecchio regime anche nella Cisl? Ci piacerebbe pensarlo, ma non vediamo al momento chi potrebbero essere i rivoluzionari.E un po’ tutti stanno acquattati, in attesa di vedere chi sarà il cavall vincente per posizionarsi di conseguenza.

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