Sindacalista, veneto, cislino, juventino

Per Samuel Scavazzin dev’essere stato un po’ come guardarsi allo specchio ieri quando i giornalisti sono andati da lui. Ma non per chiedergli cosa fa la Cisl a Padova e Rovigo, bensì per un commento su quel che ha fatto un sindacalista come lui, della Cisl come lui, veneto come lui. E juventino proprio come lui.

Il problema è che questo quasi sosia è stato individuato come il tifoso che, fra una bestemmia e l’altra, insultava allo stadio di Torino il portiere del Milan con epiteti razzisti. Il tutto però è stato registrato in un video finito su youtube, provocando le proteste del Milan, la condanna della Juventus e l’impegno a scoprire e sanzionare il responsabile.

«Gli insulti razzisti nulla hanno a che fare coi valori del nostro sindacato e nei confronti di questa persona saranno presi tutti i provvedimenti che lo statuto della Cisl permette in queste circostanze», ha detto Scavazzin alla stampa che gli chiedeva un commento.

All’insultatore razzista (e bestemmiatore, ma pare che questo aspetto non interessi a nessuno) le prime sanzioni sono arrivate dalla Juventus, che gli ha proibito l’accesso allo stadio, e dallo Juventus club di Castagnaro (Verona) intitolato a Gaetano Scirea, che ne ha annunciato l’espulsione.

Il comportamento dello Juventus club di Castagnaro, per la verità, lascia qualche perplessità: se avessero voluto prendere le distanze avrebbero potuto farlo da subito, visto che l’insultatore allo stadio era presumibilmente in mezzo agli amici dello stesso club, che quindi hanno assistito all’episodio senza dire nulla, o al più tardi quando il filmato è stato reso noto, e sicuramente per loro quella voce era riconoscibile. Invece hanno aspettato di vedere se per caso la faceva franca. Solo una volta scoperto, lo hanno scaricato. E questo non è bello.

L’atteggiamento di Scavazzin, invece, può sembrare esagerato per eccesso; a che titolo i probiviri della Cisl dovrebbero essere chiamati a sanzionare gli insulti razzisti allo stadio? Questo signore era lì con la bandiera della Juve, non con quella della Cisl, quindi è la Juve che fa bene a non farlo entrare più, ma la Cisl non c’entra nulla. E allora, forse, le parole di Scavazzin “saranno presi tutti i provvedimenti che lo statuto della Cisl permette in queste circostanze” vogliono furbescamente dire l’opposto di quel che sembra: ossia che, siccome lo statuto della Cisl non prevede nulla un materia di comportamenti allo stadio, non sarà presa alcuna decisione.

In fondo, oltre alla Juve, l’altra passione di Scavazzin è il cinema. E allora avrà fatto un po’ di cinema, forse ha recitato la parte del duro con i giornali, ma giusto il tempo di far passare l’attenzione dei media che, come si sa, è fatuo e dura poco. Perché l’arte di dire e non fare, di sembrare ma non essere, di non essere quel che si sembra e non sembrare quel che si è, Samuel l’ha imparata abbastanza bene.

Tanto da arrivare al posto che occupa.

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Beh, e’ sicuro che lo seccato Scavazzin consultera’ anzitutto il segretario di riferimento dell’azienda in cui lavora il delegato razzista. Se gli iscritti in quell’azienda risultano assai, il segretario invitera’ a cena il delegato facendogli uno sciampetto dopo qualche bicchierata; se viceversa gli iscritti fossero irrisori, allora sara’ punito in maniera esemplare con tanto di enfasi e comunicati stampa. Ovvio no?

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    1. El Segretario in question è assai abituato a mas cene risolutorie, “ancuo val più i schei de la virtù”, dove lo sfortunato offre ignaro, per poi ritrovarsi na marionetta nelle mani di un servile, un po’ opaco della Federazion, ovvio no? questi anca son Valori

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