2/Munnezza (non solo napoletana)

A Dagospia, si sa, le belle donne piacciono.

Sarà stato forse per questo che ieri il “prestigioso” sito ha raccontato una versione di quel che succede nella Cisl della Campania tutto dalla parte di Lina Lucci. Facendo credere che fosse stata lei, con le sue denunce ed il suo coraggio nello sfidare i “centri di potere”, a provocare l’apertura di indagini della Digos, per conto della Procura di Napoli, sull’Unione sindacale regionale.

Oggi il Corriere del Mezzogiorno racconta un’altra storia. Più particolareggiata e, oggettivamente, più credibile (che potete leggere a questo link).

La Procura ha aperto due fascicoli: uno su denuncia di Lina Lucci, sui furti nella sede della Cisl campana, affidata al sostituto procuratore Manuela Persico, ma l’indagine sarebbe già avviata all’archiviazione; un altro invece riguarda presunte irregolarità nella gestione del sindacato, che è stata affidata ad un magistrato della sezione “reati contro la pubblica amministrazione”, Francesco Raffaele.

Se l’indagine riguarda la gestione del sindacato, vuol dire che ad essere indagata potrebbe essere proprio chi ha gestito il sindacato stesso (fatta salva la presunzione d’innocenza, e fermo restando che alla gestione possono aver partecipato in tanti). E se indaga un magistrato che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, non si tratta né di furti e neppure (come nel caso delle crociere della Uil, o della pensione di Raffaele Bonanni) di un uso improprio dei soldi dell’organizzazione. C’è di mezzo qualcosa che riguarda interessi pubblici (distacchi? Denaro pubblico usato per fini privati?). E infatti, secondo quanto riporta il giornale, le indagini, per ora affidate alla Digos, potrebbero essere affidate anche alla Guardia di Finanza.

Questo per quanto riguarda il lato giudiziario; per quanto riguarda quelle che il giornale chiama eufemisticamente le “tensioni” nella Cisl campana, i fatti stanno in questi termini: 101 consiglieri regionali su 130 hanno firmato la richiesta di convocazione per sfiduciare Lina Lucci. Che quindi, nell’incarico, ha poche settimane di vita. E la questione è stata portata all’attenzione del segretario generale della Cisl da una “delegazione di «scontenti» provenienti dalla Campania”.

Di tutta l’ottima ricostruzione del giornale, quest’ultima parte è quella più debole. Perché la questione non è seguita solo dal segretario generale, signora Anna Maria Furlan. I protagonisti della storia (è offensivo definirla “sceneggiata”? Forse per la nobile arte della sceneggiata sì) sono almeno altri due. Oltre a Lina Lucci ed Anna Maria Furlan ci sono Maurizio Bernava e Pietro Cerrito.

Cerrito, già segretario regionale Cisl finché non fu promosso nella segreteria confederale nazionale (con una retribuzione sulla quale vedi gli Scandola papers) è stato mentore della Lucci, designandola alla successione nell’incarico regionale. Poi i rapporti fra i due si sono guastati. E se oggi 101 consiglieri su 130 hanno firmato per cacciare Lina Lucci, questo vuol dire che Pietro Cerrito si è mosso, e pesantemente, per creare le premesse di una reggenza o di un commissariamento fino al congresso in primavera.

E allora, chi porterà la Campania a congresso? La signora Anna Maria vuol mettere persone “a lei fedeli” (come ha scritto Enrico Marro sul Corriere della Sera) nelle regioni per uscirne rafforzata; mentre Maurizio Bernava vuole che la Campania resti fedele a lui, che si considera l’erede di D’Antoni e Bonanni come signorotto di tutto il Mezzogiorno (che la scelta possa spettare agli organismi democratici del sindacato è una cosa che nessuno prende in considerazione).

Anche a in via Po 21 a Roma, quindi, è in corso un po’ di sceneggiata (la tradizione locale sarebbe un’altra, “er fattaccio”, ma di romani a Roma non ce ne stanno quasi più): con la signora Anna Maria che si starebbe facendo “afferrare per pazza” dicendo che se non gli lasciano mettere come commissario chi vuole lei è pronta anche a dare le dimissioni (sai che minaccia…) .

E Lina Lucci? Lei che le dimissioni non le può minacciare perché è già di fatto sfiduciata? Di lei, cambiando discorso ma fino ad un certo punto, ricordiamo quando ha fatto da sponda al dottor Sbarra dell’Anas per eliminare il segretario regionale della Fai, Carmine Santese. Anche in quel caso con l’uso strumentale di lettere anonime arrivate giusto in tempo per poter essere usate contro chi era stato considerato non affidabile. E con Lina Lucci che, fingendo di agire con una mediazione, ha fatto il gioco del dottor Sbarra dell’Anas per mettere Santese (uno dei ribelli della notte dell’Ergife) fuori dall’organizzazione.

Perché anche se ora Lina Lucci ha tutti contro, fino a poco fa è stata parte del sistema di potere che controlla ancora la Cisl.

Un sistema responsabile del fatto di voler continuare a nascondere sotto il tappeto la munnezza, o rumenta che dir si voglia.

Così vanno le cose in un’organizzazione dove ci si fa la guerra con le lettere anonime, e dove si espelle chi, come Fausto Scandola, ha messo nome e cognome sotto alle sue denunce. Tutte veritiere.

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Usque tandem????fino a quando dobbiamo leggere e assistere a queste vicende? la parola fine e’ indispensabile e probabilmente tardiva

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  2. Mi viene un dubbio non sarà che, per errore qualche dossier calabro-siculo- campano sia caduto nelle mani dei servizi segreti inglesi che, terrorizzati all’idea di vedere contaminate le immacolate scuole ALBIONICHE hanno provveduto ad allertarle ispirando quella poco lusinghiera (per noi) tassonomia del popolo italico?
    CERTO CHE SE QUESTI ASSATANATI DI SOLDI E POTERE METTESSERO LO STESSO IMPEGNO AL SERVIZIO DEL SINDACATO E DELLA DEMOCRAZIA L’ITALIA SAREBBE ALQUANTO DIVERSA.. Ma tranquilli non può accadere perchè il padrone ce l’hanno già ed è di quelli che non ammette sgarri.

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