Regole indicative

Enrico Marro va all’attacco della Uil, che si starebbe preparando a rieleggere Carmelo Barbagallo segretario generale. Nel congresso del 2018.

E poi dicono che i giornalisti non sanno guardare lontano: Marro sa già cosa avverrà fra due anni!

Il fatto è che il crocierista Barbagallo ha compiuto 69 anni, e lo statuto della Uil dice che non può essere eletto chi ha raggiunto l’età pensionabile. “Ma – osserva Marro – questa regola, dice lo stesso statuto, può essere modificata dal congresso, e quindi…”.

A noi ‘sta storia del limiti di età modificati “ad personam” dal congresso ci sembra di averla già sentita da qualche parte. Per non parlare del segretario generale già pensionato, ma in realtà più attivo che mai. Era il 2013 e il sessantacinquenne Raffaele Bonanni, pensionato da due anni e cumulatore di una pensione super e di un superstipendio, otteneva dal congresso della Cisl, senza ricevere critiche sui giornali, una proroga “due più due”: rieletto fino a 67 anni, con un’opzione sulla rielezione fino a 69 grazie ad una semplice delibera del consiglio generale. Perché il congresso aveva spostato la norma dallo statuto al regolamento apposta per lui.

Diciamo la verità: rispetto alle regole votate all’unanimità dalla Cisl per Bonanni (puoi restare segretario anche se vai in pensione, puoi restare fino a 67 anni, spostiamo le norme da statuto a regolamento così le cambiamo quando vuoi…) le blande regole della Uil sono un esempio di rigore e serietà. Per non parlare del ruolo dei probiviri confederali, che nella Uil almeno non hanno il potere di intervenire (così scrive Marro), mentre nella Cisl hanno il potere di intervenire e lo fanno solo per obbedire agli ordini della segreteria confederale.

E pure il fatto, lamentato da Marro, che la Uil non abbia messo sul sito quel che guadagnano i dirigenti non è senza precedenti: nella Cisl c’è voluto Fausto Scandola, che l’ha pagata con l’espulsione, per rivelare a tutti che per anni la segreteria confederale della Cisl (a partire da Raffaele Bonanni, e compresa la signora Anna Maria) aveva violato il regolamento con stipendi che non sono stati pubblicati su internet prima che le regole fossero state cambiate, per farle combaciare con gli stipendi più alti assegnati negli anni precedenti. Col risultato che Anna Maria Furlan guadagna, a parità di funzioni, un 30% in più di Susanna Camusso. E che Giovanna Ventura è passa da 3.200 a 4.200 netti al mese in un colpo solo (tanto per fare un paio di esempi).

La bugia che fu detta all’epoca era che il regolamento violato da Bonanni, Furlan ed altri era soltano indicativo e non vincolante (ma dov’era scritto “questo regolemento non è da rispettare” non ce lo ha mai speigato nessuno).

A questo punto ci riesce difficile scandalizzarci se anche le regole dello statuto della Uil diventano “indicative”. E se il crocierista Barbagallo punta a continuare la sua navigazione oltre il 2018.

Certo, anche per Bonanni sembrava che la navigazione sarebbe proseguita tranquilla come una crociera…

 

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3 Commenti - Scrivi un commento

  1. comunque resta il fatto che Marro e’ sempre piu’ informato degli iscritti ai sindacati. anche questo fa parte della stagione democratica inaugurata da bonanni angeletti e…altri

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  2. DICEVA UN VECCHIO SAGGIO A NOI GIOVANI APPRENDISTI: RICORDATEVI CHE I GIORNALISTI, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI SONO DEI VENDUTI ALMENO DUE VOLTE UNA ALLA LINEA DEL GIORNALE DETTATA DALL’EDITORE ED UN’ALTRA A SUO PIACERE E INTERESSE….

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  3. anonimi per necessità · Edit

    quanto da voi detto andrebbe spiegato al giornalista mandando anche i documenti e le buste sbianchettate.
    Così avremo modo di vedere la sua coerenza pubblicando o meno le notizie documentate.

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