E noi?

Luigi Viggiano ci manda un nuovo intervento in cui sottolinea che, mentre in Gran Bretagna sono in atto mobilitazioni per una politica economica e monetaria (potremmo dire) di nuovo conio, rivolta a favorire il superamento delle diseguaglianze cresciute a dismisura negli ultimi anni, in Italia il tema sembra interessare poco i dirigenti sindacali.

Sarà mica perché (e qui parliamo di quelli della Cisl) come sottolineava Fausto Scandola, i redditi dei dirigenti sono cresciuti dal 2006 e fino ad oggi, proprio mentre quelli dei lavoratori scendevano, e quindi i nostri dirigenti sono stati fra quanti hanno tratto profitto dalll’aumento delle diseguaglianze? Ad esempio dandosi stipendi da manager per incarichi politici, come la presidenza dell’Inas? O collezionando compensi tramite enti bilaterali e simili? O anche solo assegnandosi nuove indennità per aumentare la busta paga?

Come dice il proverbio, la pancia piena non crede alla fame.

www.il9marzo.it

 

MANIFESTAZIONE DI PROTESTA CALMA CIVILE E RESPONSABILE
Ieri pomeriggio, al centro di Londra sulla scalinata del Royal Exchange

Un gruppo di attivisti ed economisti chiedeva a Bce e Draghi di dare i soldi ai cittadini e non alle banche. Il gruppo sosteneva che, se la politica viene lasciata ai banchieri, si alimentano solo le disuguaglianze, senza stimolare minimamente la crescita economica; cosa che noi italiani stiamo vivendo dall’inizio della crisi e che tuttora non accenna a diminuire anzi i, recenti dati Istat, relativi alla crescita, confermano i segnali negativi  come e più di prima.
Se il sindacato facesse per davvero gli interessi dei lavoratori avrebbe dovuto da tempo organizzare manifestazioni simili anche in Italia per far capire a chi ha il potere d’intervenire che nulla di quel che è stato fatto ha funzionato, sul fronte della politica economica e monetaria; lo  testimoniano: un’Italia precipitata nelle sabbie mobili della crescita zero, della deflazione e recessione che si consolidano sempre di più; i giovani senza lavoro e l’Europa, guidata da una banca centrale invece che dalla politica.
Ma cosa vogliono i manifestanti inglesi? Chiedono al nuovo Governo e alla Banca d’Inghilterra di “creare denaro per la gente, non per i mercati finanziari”; e questo dopo che, nella fase post-Brexit, poco più di una settimana fa, la Bank of England ha annunciato la creazione “dal nulla” di £70 miliardi di nuovi capitali da immettere sul mercato, nel tentativo di evitare la recessione economica.
La politica economica di cui si parla è nota come Q.E., ovvero “quantitative easing”, ma come abbiamo sperimentato e detto in Europa non funziona perché: banche, finanziarie, grandi aziende l’hanno utilizzato e continuano per spingere verso l’alto i prezzi delle azioni e delle obbligazioni, favorendo così la speculazione finanziaria ed il formarsi di nuove bolle che, come l’esperienza anche recente insegna, finiscono per scoppiare provocando danni per tutti. Ma il Q.E. Ha evidenziato anche un altro aspetto negativo vale a dire quello di essere una delle principali cause dell’aumento delle disuguaglianze di reddito, in tutti i paesi dove viene applicato. E’ per questo che sono nati i movimenti che stanno lanciando in tutta Europa una campagna contro il Q.E. chiedendone il suo abbandono per un’alternativa che non abbia gli stessi effetti   tanto negativi.
Gli attivisti sostengono che ci sono modi migliori per stimolare l’economia, evitando gli effetti collaterali tossici del Q.E.” Il denaro della Banca d’Inghilterra e per l’Italia la Banca Centrale Europea di Draghi, potrebbero invece utilizzare per finanziare un trasferimento diretto di contanti alle famiglie, per la spesa in infrastrutture o la costruzione di nuove case. Cosa che darebbe sicuramente  una boccata d’ossigeno alla nostra moribonda economia reale, rilanciando i consumi e l’occupazione. Mi domando, per un sindacato di lavoratori, nella situazione data è più utile fare politica  impegnando le proprie energie per il si al prossimo referendum o per questi problemi? In altri tempi, per molto meno saremmo scesi in piazza a protestare tutti civilmente, per convincere Draghi a mollare il Q.E., considerato che nel nostro Paese il risultato è stato “crescita zero” e tassi sottozero, lo stesso dicasi per Matteo Renzi e Giancarlo Padoan affinchè facciano pressioni a Bruxelles perché l’Europa cambi marcia e politica. Bisogna creare fondi per le persone e non per i mercati finanziari e gli speculatori.
Concludo chiedendomi: possibile che queste cose, i nostri super segretari non le capiscono? Ovviamente no, ma allora perché non agiscono? Sarei curioso di conoscere la risposta di chi eventualmente ha avuto la pazienza di leggermi. (io una me la sono data ma per non influenzare nessuno la esprimerò in altra occasione.
Savona, 19 agosto 2016

L u i g i       V i g g i a n o

F n p            S A V O N A

 

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. A MIO AVVISO NON AGISCONO perché, come ha ricordato la redazione loro la crisi, non solo non l’hanno minimamente vissuta ma addirittura l’hanno sfruttata per fare le porcherie che sappiamo (grazie al compianto Fausto e non certo per la sbandierata trasparenza che ancora oggi é tutta li da venire). Questo spiega anche il comportamento sempre compromissorio, disponibile, filo-governativo a prescindere dal colore. Rispondendo all’amico luigi dico che per i motivi appena detti i dirigenti CISL non vogliono e non possono fare niente perché hanno troppi scheletri nell’armadio che vi rimangono fino a quando ubbidiscono altrimenti………….. Questa condizione di debolezza permanente, in cui si sono volontariamente cacciati, mi porta ad invitare tutti gli iscritti a riflettere seriamente sull’opportunità o meno di confermare al prossimo congresso una simile inutile dirigenza che ci ha svenduti come sappiamo; penso che rieleggerli sarebbe ancora più grave in quanto tutti sappiamo che sono legati mani e piedi al potere.

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    1. Io invece voglio credere che nella Cisl ci sia ancora tanta gente corretta e che voglia finalmente rinnovare una classe dirigente che ci ha fatto vergognare! Che si facciano avanti, la causa è giusta, sacrosanta direi.

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