Un anno dopo, la verità è ancora più chiara

Un anno fa, il 10 agosto 2015, il nome di Fausto Scandola diventava noto al grande pubblico. Quattro mesi dopo aver cominciato la sua campagna per la trasparenza su quanto guadagna chi sta ai vertici della Cisl, e poco dopo essere stato espulso per questo, Fausto Scandola rendeva noto lo scandalo attraverso un servizio del quotidiano La Repubblica anche all’esterno.

Quella sera stessa, Fausto partecipava in collegamento dalla sua casa di San Pietro in Cariano alla trasmissione “In Onda”, su La7, mentre la Cisl era rappresentata dal segretario confederale Giovanna Ventura. Lui disse quel che aveva da dire, lei non rispose nulla nel merito ma cercò di buttarla in caciara chiedendo fra l’altro come mai “proprio in questo momento” si sollevava questo problema. Secondo la signora, Fausto avrebbe cercato di fermare una presunta campagna di trasparenza e moralizzazione voluta dall’altra signora, la Furlan Anna Maria. Intanto, a livello di chiacchiere di corridoio (spostate, data la stagione, sotto l’ombrellone), per screditare Fausto si faceva girare la voce che lui non fosse altro che un sicario con un mandante politico: Giovanni Faverin, quello che le frasi fatte dei giornalisti definirebbero “segretario della potente federazione della Funzione pubblica”, rancoroso per non essere stato ammesso ad un posto in segreteria confederale, come uno dei sette nani di Biancaneve.

Vediamo allora un anno dopo chi ha detto la verità.

Per la Ventura, lo scandalo retribuzioni era una questione di pochi casi isolati, ma ora il nuovo regolamento avrebbe chiuso col pasato e sarebbe stato molto severo. Fausto rispose che col nuovo regolamento gli alti dirigenti della Cisl si erano solo dati un ulteriore aumento.

E diceva bene. In quella stessa puntata, la Ventura disse che lei prendeva 3200 netti al mese, e la Furlan 4500. Col nuovo regolamento lei ora supera i 4000, e la Furlan sta a 5200 (in attesa del prossimo scatto di anzianità a gennaio 2017). Quanto agli stipendi d’oro, tanto per fare un paio di esempi, Pierangelo Raineri è ancora segretario della Fisascat (anzi, ora lo è anche della Fist) e Nino Sorgi ha lasciato l’Inas in cambio di tre incarichi a Via Po 21.

Quindi nessuno è stato chiamato a rispondere, e gli stipendi sono aumentati. Mentre Fausto è morto con un’espulsione dalla Cisl che resta una vergogna per l’organizzazione, per chi l’ha voluta e per chi ha obbedito all’ordine.

Altro che trasparenza!

Qualcuno chiederà: “e Faverin? Anche quest’anno il suo nome viene fatto sotto gli ombrelloni, ma per tutt’altri motivi. Si parla infatti di uno scambio tipo “ponte delle spie” a Berlino nella guerra fredda: lui va in segreteria confederale a condizione che Maurizio Petriccioli sia contestualmente eletto segretario della FP. Perché è una moda inaugurata da sua eccellenza il dottor Sbarra dell’Anas – e tentata con Bernava all’ Slp – quella di imporre da Via Po 21 i segretari confederali alle federazioni. Cosa che una volta era caratteristica della Cgil.

Solo che loro, magari, ti mandano qualcuno bravo.

 

 

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2 Commenti - Scrivi un commento

  1. Ferrarotti Agostino · Edit

    Della serie decidiamo noi chi deve essere il segretario ovvero ci mettiamo d’accordo come spartirci la torta delle poltrone. Ed allora perché spendere i soldi per fare i congressi? Basta decidere che il Re, anzi la Regina decidano a chi passare lo scettro come in un regime di dittatura. Io direi di eliminare la parola “democrazia” da tutti i documenti della CISL, in quanto del tutto inutile.

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