Musi lunghi a Via Tevere 20

Le stanze della sede della Fai di Via Tevere 20 risuonano dei lamenti degli infelici. Lamenti così forti che pare di sentirli fin qui, di gente che credeva di aver puntato sul cavallo vincente collaborando al commissariamento e che ora, manco fossero tante fidanzate piantate in asso, rimpiangono una fedeltà che non è stata premiata. Perché il dottor Sbarra dell’Anas i posti migliori li ha dati a gente che si è portato da casa, mica a loro.

C’è chi si è preso qualche patata bollente da gestire, convinto di acquistare punti di stima e considerazione, e ora si trova le dita bruciate con cui stringere un pugno di mosche. C’è chi si vede scavalcato da gente che non considerava alla sua altezza ed ora la deve guardare dal basso. C’è chi ha aiutato a far fuori qualcun altro, convinto di prenderne il posto, ed ora deve fare il gregario a qualcun altro ancora. E c’è chi si accorge solo ora di quel che noi abbiamo scritto subito, e cioè che il dottor Sbarra dell’Anas è più bravo a mandare in giro comunicati stampa che a lavorare, e che le imprese agricole o alimentari le conosce per averle viste qualche volta dall’autostrada.

Insomma, se il (relativo) buonumore di un tempo era sparito già da un anno e mezzo, ora a molti è venuta meno anche la speranza di salire qualche gradino nella carriera, o almeno di non rotolare troppo in basso. Ma ormai è tardi per le contromosse, e c’è spazio solo per le recriminazioni.

Forse non c’era bisogno di essere profeti, né figli di profeti, per sapere che alla fine sarebbe andata così. Che il commissariamento della Fai serviva al commissario a prepararsi il posto da segretario. E che, una volta segretario, si sarebbe liberato di tanta gente di cui si era servito ed ora non gli serve più.

Perché è una legge ferrea e senza eccezioni che chi sta in alto premia chi gli serve, non chi gli è già servito (ed è anche giusto che sia così, quando la logica è quella del potere e e non quella della solidarietà).

Ma è altrettanto ferrea la legge che gli uomini (e anche le donne) questo lo dovrebbero sapere e invece lo capiscono sempre troppo tardi. Così che quando sarebbero in tempo, fanno il contrario di quel che gli converrebbe; cioè corrono in aiuto del vincitore. Che poi li lascia per strada.

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11 Commenti - Scrivi un commento

  1. Je suis Faustò anca mi(alla veneta) · Edit

    Se è così perchè non fanno ricorso contro la segreteria senza donna??????
    hanno sempre paura???? che Cisl!!!!! che categorie!!!!!

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  2. In giro per l’Italia,in quella che ormai fu la FAI,c’è tanta gente che dopo i fatti dell’Ergife 2014 si è attaccata al carro dei misfatti o ci è salita in corsa e che mettendo a disposizione la cattiveria gratuita,la vilta’ ed il tradimento,sotto l’abile regia di Mefisto dell’ANAS, ha contribuito a fare disastri nelle regioni e nelle province massacrando persone e famiglie. Questo bel modellino quindi,di sindacato fondato sulla eliminazione degli oppositori,veri o presunti che siano(chi non è con me e’ contro di me e va abbattuto),e’ ormai un cancro che permea tutta la federazione e non solo via Tevere 20,dove forse qualcuno se l’e’ cercata e l’ha puntualmente trovata. La speranza(della ragione e della volontà) e’ che il tempo faccia davvero il galantuomo e sistemi le cose. Speriamo appunto,solo che non ne passi troppo. Diamogli una mano

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  3. La cosa più triste è che la Fai non esiste più, a livello nazionale ce ne sarebbero da dire… Oggi via Tevere. 20 è un guscio vuoto.
    Il problema non è un sindacato basato sul l’eliminazione degli oppositori, normale che tra tanti un vincitore ci debba essere, il vero problema è la mancanza di rispetto che porta a trattare i propri simili peggio delle bestie senza neanche guardarli in volto, senza “una dignitosa sepoltura” dopo averli massacrati per cose effimere.
    I territori son troppo presi dal lavoro giornaliero per rendersi conto di quello che sta succedendo , troppo lontani dalla realtà dei fatti.
    Grave come riportato nel commento precedente e’ stata la mancanza di coesione degli “uomini Fai”,per un obiettivo comune quale i diritti e le tutele dei lavoratori, soppiantato alquanto evidentemente dalla bramosia acciecante di potere e di denaro facilmente raggiungibili con disonestà.
    Disonestà nei confronti dei lavoratori in primo luogo, ingannati ai quali si richiede di sottoscrivere una quota, denaro investito si per un sindacato come fonte servizi ma anche per investire (sperperandolo) in ben altre cose per tutte scale sociali dei sindacalisti. Nessuno lo dice perché ognuno ha uno scheletro se non di più nell’armadio. Nessuno parla perché è più facile la strada del ricatto delle omissioni e dell’indulgenza.
    Gli unici che hanno provato ad asserire cose sensate, sono stati attaccati senza in realtà un motivo ben valido.
    Parliamoci chiaro questa fusione che è saltata è giovata a tutti tranne che per la povera Filca. Anche qui prevale la mancanza di dire la verità anzi quasi tutti “si sono attaccati al carro dei misfatti” sfogando le proprie frustrazioni lavorative nella cattiveria verso chiunque pur di compiacere il Signor Anas, Gigi I di Calabria, detto Re Fai, pur di entrare nel suo regno.
    Ora bisognerebbe augurarsi quantomeno per i lavoratori e i propri rappresentanti che il buon monarca operi nell’interesse comune guidato dai suoi scelti seguaci, gente che dovrebbe rimboccarsi le maniche dopo aver faticato a stendere tappeti rossi per oltre un anno.
    Per quanto il tempo sia galantuomo di certo non sistemerà le cose, le organizzazioni sono fatte e portate avanti da persone non si reggono in piedi da sole.
    Qui ci vorrebbe un insieme di mani che sostengano il prossimo che verrà fatto fuori, perché di gente massacrata e famiglie disagiate ce ne sono moltissime da nord a sud da est a ovest, nessuno ricorda che il Pio Monarca ha pazientemente atteso l’attuazione del non Act per far sparire elegantemente tante persone oneste grandi lavoratrici, tutti hanno paura di perdere qualcosa.
    Quello che oggi stiamo perdendo è la dignità di un di un lavoro e il coraggio per le nostre idee per le quali ci impegnano davanti ai nostri cari, davanti ai nostri figli.

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  4. JE' SUI' FAUSTO' · Edit

    Conosco qualche neodirigente territoriale e regionale della nuova flai ed in tutta sincerità mi fanno semplicemente pena per la loro dimensione, talmente insussistente e abbagliati dalla promozione da renderli neanche lontanemente consapevoli dei rischi che corrono a prestare il proprio nome e la propria firma. Ma contenti loro contenti tutti. Per esempio lo sanno che dichiarare agricoli, pescatori e via dicendo autentici fantasmi come iscritti, per il quale ne rispondono loro in prima persona e non certo lo stradino é un falso gravido di conseguenze?

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    1. Prima ancora del sig. dell’anas ci sono stati tantissimi delitti in Fai . Adesso è inutile recriminare parlare di autonomia del sindacato , perchè con Bonanni quale autonomia c’è stata, La forzatura dell’accorpamento,portare a 67 anni il limite dei mandati, e quant’altro. Molti della Fai meritavano di essere cacciati a calci in culo e così è stato.

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  5. I territori son troppo presi dal lavoro giornaliero per rendersi conto di quello che sta succedendo , troppo lontani dalla realtà dei fatti.

    Forse la realtà dei fatti è proprio nella prima linea, in trincea dove in tanti si sbattono e danno il meglio di sè. Non certo negli intrighi di palazzo che tanto sembrano appassionarvi …

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    1. Scusa “Trincea”, ma se tu sei in prima linea, e troppo preso dal lavoro giornaliero, perché perdi tempo a leggere queste cose? O non è vero che stai in trincea, o non è vero che non ti interessano …

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  6. JE' SUI' FAUSTO' · Edit

    PROPRIO L’ESSERE IN TRINCEA MI DA IL DIRITTO DI REAGIRE ALLA STRUMENTALIZZAZIONE CHE VIENE FATTA DEL MIO LAVORO E DELLA MIA REPUTAZIONE CHE PORTA, I SEMPRE MENO ISCRITTI, A SCEGLIERE ANCORA LA CISL. CERTO QUESTE COSE PER CAPIRLE BISOGNA VIVERLE; SE UNO COME LO STRADINO CHE NON E’ UNA ECCEZIONE MA LA REGOLA ARRIVA ALLA CISL SENZA UN GIORNO DI LAVORO FA CARRIERA NEI MODI CHE SAPPIAMO E POI SI FA ASSUMERE SULLA CARTA DALL’ANAS TUTTO DIVENTA PIU’ CHIARO TRANNE LA PREDICA NON TI PARE? .SECONDO TE (CADORNA DELLA PRIMA ORA NOI FANTI DEL FRONTE DOVREMMO UBBIDIRE, SUBIRE E TACERE. GUARDA CHE AD ATTEGGIARSI A DUCETTO E ‘PERICOLOSO, AMICO CARO, MOLTO PERICOLOSO (COME LA STORIA INSEGNA).

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  7. Caro “trincea”,se quelli del palazzo possono ordire trame e tessere intrighi forse è anche perché Tu glie lo consenti con il tuo silenzio e quel che è peggio con il tuo voto(vedi ultimo congresso-leggasi farsa). Qualcuno(persone perbene e padri di famiglia oltre che bravi dirigenti sindacali che si sbattevano almeno quanto te), per evitare lo scempio della fusione e per tenere alta la testa prima come uomini e poi come sindacalisti, la notte dell’Ergife e nei due anni precedenti, ci hanno rimesso il lavoro e la devastazione personale e delle famiglie. A questo,caro “trincea”, dovresti pensare prima di fare affermazioni “leggere”, ma ho paura che tu sia uno dei tanti,troppi “omologati stradiniani”. Che pena!!!

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  8. I territori sono presi dal lavoro giornaliero, lontano da quegli intrighi che però cambiano la vita di tutti noi.
    Penso che tu sia santo perché a me non va proprio giù sapere che per un misero stipendio mi riempio di lavoro faticando giorno per giorno quando i tanto benamati membri di segreteria per parlare degli stessi segretari di ogni sorta hanno distacco Lg. 300/70 e in più uno stipendio pagato per vie traverse dalla Fai, per non parlare delle carte di credito legate a conti ciechi vengono usate per spese altro che rappresentative piuttosto personali.
    Quando il lavoratore viene da me e mi chiede delucidazioni e aiuto, con il viso segnato dal lavoro nei campi, non posso pensare che facciamo parte di quella strumentalizzazione che ci piaccia no, contribuiamo a foraggiare questo ducetto con tutti i suoi seguaci.

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