L’onestà sindacale (un invito all’inquietudine)

Dalla periferia della Fai, il punto di osservazione dal quale le cose si vedono meglio, riceviamo un contributo un po’ critico, che ci sollecita a porre il tema dell’onestà, anche nel sindacato, senza fermarsi alla superficie del problema, ma ad andare in profondità e ad esercitare, forse possiamo dire così, non solo la critica ma anche un po’ di senso autocritico. A non pensare che l’onestà sia un merito acquisito una volta per tutte per il solo fatto di stare da una parte invece che da un’altra, e non invece il frutto di una tensione costante a far bene ciò che si fa.

Un invito a coltivare una “sana inquietudine”, che riteniamo meritevole di essere meditato.

Il che non toglie nulla all’esigenza di trasparenza nella Cisl. Perché senza trasparenza non manca solo l’onestà, che è già un bel problema. Manca la democrazia.

Ma questa non è un’obiezione al nostro amico. Che ringraziamo per il suo contributo, sperando che altri, critici o meno, seguano il suo esempio e ci mandino i loro contributi. Che sono tutti preziosi, soprattutto in tempi di unanimismo forzato.

www.il9marzo.it

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Forse quanto sto per scrivere non sarà del tutto gradito a una parte dei lettori de “Il 9 marzo”, forse qualcuno storcerà il naso pensando a una virata di avvicinamento verso chi detiene” il potere”, eppure chi scrive, pur senza ritrattare le considerazioni precedenti attorno al senso di una giusta moralità e senza naturalmente mettere in secondo piano la figura di un testimone tutto d’un pezzo quale è stato ed è Fausto Scandola, senta il bisogno di ragionare in senso per così dire ”pieno” rispetto al valore dell’onestà.

A questo scopo mi servo di un aforisma di Benedetto Croce che nel trattato “Etica e politica” si domandava a proposito dell’onestà politica (interrogativo valido anche per l’azione sindacale) in cosa potesse consistere, ed ecco la risposta ”…..l’onestà politica non è altro che la capacità politica: come l’onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con le proprie insipienze……”.

In una società dai tratti “giustizialisti” con tinteggiature a volte giacobine, dove l’opinione pubblica sembra sempre più impegnata nella ricerca della disonestà ad ogni costo e dove la corruzione viene eretta a male supremo ed emergenza morale assoluta, ciò che lo storico e filosofo osserva ci invita a vedere il problema da un altro punto di vista, quello appunto della “capacità”, dell’essere all’altezza delle sfide che ci stanno difronte.
La domanda è allora: dove sta l’onestà dei sindacati italiani oggi? Dov’è l’onestà della CISL e della FAI? Se come sempre la strada è difficile, occorrono innanzitutto persone culturalmente robuste, donne e uomini con una salda moralità, di sapienza, che sappiano leggere la realtà che li circonda con una visione d’insieme prospettica e non legata alle emozioni del momento. Un sapere che si alimenta di un vissuto che affonda le sue radici nella realtà e diventa, ai vari livelli di responsabilità,fonte  di esperienza, competenza e, di conseguenza, di autorevolezza.

Con questa “auctoritas” (ciò che mi fa crescere) le delicate e complesse questioni della previdenza ad esempio, della contrattazione, della rappresentanza, della organizzazione interna, del ruolo sociale del sindacato e via dicendo, meriterebbero una CISL e una FAI diverse da quelle attuali…. ma è attraverso il lavoro duro e l’impegno serio che ci si può muovere in questa direzione: l’onestà o la disonestà, o per dirla con Croce, la capacità o l’incapacità, non sono un dato acquisito una volta per sempre ma il frutto di una tensione, di un sapersi interrogare, insomma di una sana inquietudine che rende la persona, ”il corpo intermedio”, la società più giusta e libera.

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5 Commenti - Scrivi un commento

  1. Tutto bello. tutto vero.tutto condivisibile.
    Ma vorrei chiedere all’amico dove vede dei dirigenti di primo grado impegnati a “far politica” alla Croce.
    Calpestare le regole e gli statuti che sono le carte costituzionali di una associazione è far politica?
    Denunciare e metterci la faccia per una organizzazione coerente e capace di pulire lo sporco non è forse Far Politica?
    Qualcuno diceva che prima devi pulirti e poi puoi uscire e parlare e chiedere.
    Come può questa Cisl “fare Politica” se è piena di polvere pesante che vela gli occhi e altro?
    Basta parole servono testimoni veri e azioni vere, le citazioni servono se poi fanno agire e non sono solo gratificazioni mentali.
    Le persone seguono questo Papa perchè predica ma in particolare perchè è l’unico che denuncia e agisce e (vedi sua residenza e altro) è testimone di comportamenti coerenti.

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  2. L’inquietudine, sacrosanta e salutare per la crescita del singolo e dei partecipanti al dibattito, auspicata dall’intervento precedente ha il pregio di arricchire tutti ma un difetto (per un certo modo d’intendere l’esercizio del potere), in particolare per chi soffre del complesso d’inferiorità, al quale sopperisce con la forza. Mi permetto un esempio qual’è la differenza tra un funzionario pubblico che, abusando della propria carica, incassa tangenti ed un malavitoso che estorce il pizzo ? Fermo restante il risultato gli uni usano la dialettica e gli altri la minaccia magari velata da allusione tipo “NOI NON LASCIAMO FERITI” ma il risultato è lo stesso. Purtroppo il timore espresso trova, a mio avviso, ampia prova nel come appena il 13 aprile scorso, i massimi vertici interessati avessero arrogantemente liquidato la questione che ha coinvolto di striscio (si spera) il segreterio cisl poste di Milano, di Reggio C. e più su in modo molto ma molto compromettente Il subregente Petitto (in proposito quale mente malata si è inventato una simile figura?) e il commissario ad interim, Segretaria nazionale nonchè impiegata postale Anna Maria Furlan.

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  3. Che qualcuno tenga alto il profilo delle pubblicazioni di questo blog va benissimo. Credo infatti che ci sia una dimensione “nobile”di riflessione utile a capire come condurre una opposizione seria finalizzata però al superamento del degrado politico e morale rappresentato dall’attuale “apparato dirigente” dell’Organizzazione a tutti i livelli. È tempo però,appunto,di realizzare iniziative concrete mettendo insieme tutte le energie e vedrete che saranno molte

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  4. ..si commenta da sé…saranno stanchi della stressante attività che conducono ogni giorno a difesa dei piu’ deboli
    Carissimi,

    vi comunichiamo che in occasione, della Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno p.v., la sede della CISL Nazionale di via Po resterà chiusa anche nelle giornate di venerdì 3 giugno e sabato 4 giugno 2016.

    Colgo l’occasione per inviarvi
    un caro saluto.

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  5. Il sindacato è’ un’organizzazione democratica fatta di iscritti..dirigenti e regole..!
    ma a quanto pare è’ tutto sballato..Perke chi dirige fa ciò che vuole e di fatto detiene potere esecutivo e giudiziario..!
    Ne consegue che le regole le decide al momento il segretario generale di turno e gli iscritti che dovrebbero partecipare alla vita democratica dell’organizzazione…sono solo comparse mosse dai dirigenti..
    Tanto viene tutto già deciso a tavolino mesi prima dei congressi …e chi è del settore sa come vanno i congressi!!
    Citatemi anche un solo grande pensatore nella storia italiana…ma anche internazionale..
    Che aveva o ha ipotizzato un’organizzazione così strampalata o indicatemi qualke teoria sbilenca che giustifica questo modo di gestire organizzazioni che dovrebbero rappresentare le fasce più deboli della società…
    Penso proprio che anche il Machiavelli più estremo…
    Oggi avrebbe molte difficoltà a capire e giustificare questo modello di sindacato(mi riferisco alla cisl della furlan)ormai radicatosi in Italia…

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