Normale attività sindacale

Nostra signora delle poste si trova con un bel problema in casa; sia come segretario generale della Cisl, sia come iscritta Slp (sempre se paga la quota; anche questo dettaglio è stato sbianchettato dalla busta paga), sia come reggente dello stesso sindacato delle Poste.

Secondo quanto leggiamo sul sito del Fatto quotidiano, ma voci su questa vicenda giravano da un po’, il segretario Slp di Milano è stato licenziato dalle Poste perché sospettato, in base ad alcune intercettazioni, di rapporti con esponenti prossimi alla criminalità oganizzata calabrese. Ilda Boccassini, che intercettava un sospettato di riciclaggio di soldi della ‘ndrangheta, ha ascoltato questa persona mentre raccomandava suo nipote al sindacalista per un’assunzione nelle Poste. Licenziato anche il segretario Slp di Reggio Calabria.

La storia la potete leggere da questo link.

Diventa così di dominio pubblico una vicenda alla quale aveva fatto già riferimento un documento ufficiale approvato il 13 aprile dall’esecutivo Slp, che, riunito “alla presenza del segretario generale della Cisl”, aveva espresso “piena solidarietà” ai due dirigenti, poi licenziati, di fronte a “contestazioni disciplinari dell’Azienda per aver svolto la loro normale attività di dirigenti sindacali”. Il documento lo potete leggere sul sito Slp da questo link.

In quella stessa sede, Mario Petitto aveva svolto una relazione di trenta minuti. Aveva aperto con una difesa a spada tratta dei due, avvertendo le Poste che il sindacato sarebbe stato dalla loro parte qualcunque cosa fosse successa; e aveva chiuso dicendosi pronto a fare un passo indietro per permettere di eleggere il nuovo segretario generale. Un passo indietro che in realtà dovrebbe fare il reggente, cioè nostra signora delle poste, perché Petitto, non più eleggibile per un quarto mandato, gestisce il “suo” sindacato da sub-reggente.

E se ora scattasse il commissariamento? Certo, non si tratta di fatti gravi come quelli della Fai, che non aveva obbedito all’intimazione di Bonanni&Furlan di sciogliersi per farsi assorbire dalla Filca; qui si tratta di “normale attività sindacale”, come dice il documento Slp, cioè di raccomandazioni. Nella peggiore delle ipotesi, di contatti con esponenti della criminalità organizzata, ma niente di più!

E poi, come disse la signora a Brescia un anno e mezzo fa (riguardatevi questo vecchio video), lei non commissaria mai nessuno; solo la Fai, ma era stata un’eccezione, perché mica un congresso può prendere e votare come gli pare!

In ogni caso, ora la palla sta a lei. Che deve decidere se seguire la linea Petitto, cioè i due non si toccano perché non hanno fatto nulla che li possa accostare alla criminalità organizzata calabrese, o accettare la versione delle Poste, che ipotizzano “comportamenti integranti ipotesi di reato” a carico dei due (cosa che, per la verità, non risulta da quanto abbiamo letto. La stessa Boccassini parla di un episodio di “malcostume”, non di reati).

In breve, o tutta la Cisl fa le barricate a difesa dei due licenziati, come sarebbe giusto se li ritenesse innocenti, o commissaria la federazione solidale con i licenziati, se li si considera responsabili. E il commissario, vi anticipiamo un’informazione, sarebbe Maurizio Bernava da Messina. Giusto per non allontanarsi troppo dalla Calabria.

Ma come fa la Cisl a commissariare, per di più con queste motivazioni, un sindacato che è retto dal segretario generale in persona? Sarebbe come chiederne le dimissioni.

Cose che, per quel che conta, intanto ci permettiamo di fare noi.

E la raccomandazione? Era andata a buon fine. La persona segnalata dalla Calabria a Milano era stata poi assunta in un ufficio in Lombardia. “Normale attività sindacale” nella federazione di cui ha la tessera il segretario generale della Cisl (sempre se paga la quota).

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7 Commenti - Scrivi un commento

  1. “Adoro” gli iscritti della Cisl sono dei veri filantropi, consentono ai loro dirigenti stipendi da 200-300 mila euro sono veramente dei grandi…

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  2. Chi ha creduto che solo Dio, in questo mondo, avesse il dono dell’ubiguità deve ricredersi perché almeno sulla terra la Furlan ha dimostrato di essere altrettanto. Fossi nei panni del Santo Padre, Papa Francesco comincerei seriamente a preoccuparmi mettendo in sicurezza il soglio papale.

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  3. piuttosto si incatena che dare le dimissioni.
    Dovrebbe tornare a guadagnare 24.000€ rispetto le centinaia di migliaia e i benefit che prende ora.
    Ci voleva la prima donna per creare e giustificare cose inguardabili.
    E le donne tacciono.

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  4. Penso che questo articolo possa dare parecchi spunti di riflessione

    da: Il Fatto Quotidiano 1° maggio 2015

    IL SINDACATO BIANCO FA TESSERAMENTI RECORD. TRA GLI ASSUNTI CHI NON PUÒ ALZARE PACCHI, CHI NON PUÒ FARE LA NOTTE E CHI NON PUÒ STARE NELLA POLVERE

    Ogni giorno che Dio manda in terra 14 mila dipendenti delle Poste restano a casa. Sono il dieci per cento dell’organico. Settemila di essi si ammalano: febbre, artrite, mal di testa, di pancia, di gamba, di schiena. Ogni mese 19mila dipendenti delle Poste restano a casa tre giorni extra per accudire, a norma della legge 104, la mamma anziana, la moglie invalida, la nonna immobile. Ogni giorno decine di postini risultano inidonei a fare i postini. C’è chi non può sopportare carichi sulle braccia, e dunque i pacchi restano a terra. Chi non è idoneo a fare i turni notturni. E dunque la posta non la può preparare. Chi non è idoneo a soggiornare in luoghi polverosi, e purtroppo la polvere si annida tra le lettere e dunque la posta non la può smistare. Ogni giorno è una battaglia nel grande Soviet delle Poste Italiane che questo governo vorrebbe privatizzare entro novembre e ricavarne una decina di miliardi di euro, uno dei cosiddetti tesoretti da spendere magari cash. Ma che sarà un capitombolo all’ingiù se il Soviet continuerà a perdere quote di mercato, come gli sta succedendo nella divisione corrispondenza, e di fatturato.

    L’utile c’è, ma i conti non splendono più L’anno si è chiuso con un bilancio che ha ridotto drammaticamente l’attivo: da un miliardo (2013) a 220 milioni di euro (nel 2014) e il comparto tradizionale (corrispondenza) ha perso 504 milioni di euro. Avanzata persino una commissione d’inchiesta parlamentare – con tanto di timbro ufficiale da una trentina di parlamentari del Pd per decifrare i nomi di mogli e mariti, cugini e sorelle, di riciclatori di denaro sporco, di etnie sindacali affamate, di assunzioni sballate e fuorilegge, conti fuori controllo.

    Le Poste Italiane sono l’ultimo ring del più grandioso e feroce scontro che si sia mai visto, immortalato la settimana scorsa dagli smartphone del gruppo degli assaltatori targati Cisl: “Bastardo, cornuto, fuori di qua, vergognaaaa!”. Grida sputate in faccia a Francesco Caio, l’amministratore delegato chiamato ad esporre la sua busta paga: un milione e duecentomila euro l’anno. Pretesto perfetto perchè la falange potesse svergognarlo all’istante e sbianchettare la sua voglia di ripulire le Poste e moralizzarle un po’. “Caio pensa di essere il marchese del Grillo. Ci dice: io so’ io e voi non siete un cazzo! E invece noi ci siamo”. Parla Mario Petitto da Girifalco, provincia di Catanzaro, da dodici anni segretario dei postelegrafonici della Cisl, il sindacato monopolista, il tutore con circa 60mila tessere del popolo dei postali, l’azienda italiana più grande con i suoi 144mila dipendenti. Fino a qualche tempo fa un soviet, tecnicamente una piramide di familismo amorale che, d’un tratto, si trova a fare i conti con la sua storia imbrattata dai trucchi e dalle prebende, da vere mazzette e da un profilo clientelare promosso dal sistema dei partiti (di ogni colore) che ora ipocritamente chiede verginità.

    Un ufficio di collocamento per la politica clientelare
    Negli archivi di Poste italiane sono conservate le cartelline dei politici che iscrivevano – come si fosse all’ufficio di collocamento – i loro clienti nella pianta organica. Oggi quegli stessi, o quasi, avanzano a Caio, il manager napoletano con l’accento londinese, di spezzare le reni alla moltitudine di calabresi, siciliani, campani e pugliesi che popolano in maggioranza gli uffici postali. “Anch’io sono un postino, e anch’io sono calabrese. Ed è vero che noi meridionali siamo la maggioranza. Ma si fa finta di non sapere che fino alle soglie del duemila le Poste erano un traguardo lavorativo e sociale solo per noi. Piemontesi e veneti, emiliani e lombardi non avevano interesse a quell’impiego. Ricordi che la busta paga di un postino è di 1100 euro mensili e un impiegato ne prende 150 in più. Paga da fame e i meridionali sono serviti a coprire i posti vacanti”.
    È vero quel che dice Petitto, ed è giusto rammentare che la maggioranza dei dipendenti lavora sodo, che il gruppo ha un bilancio che comunque ha il segno più, che le migliaia che si sono trasferiti da Trapani a Cuneo avevano il giusto diritto di vedersi riconosciuta una vita dignitosa, un lavoro magari umile ma garantito.
    Quel che è successo dopo, quella interminabile fila di migranti all’inverso, da nord verso sud, di assunzioni farlocche, di clienti aggregati nelle centinaia e centinaia di filiali è la storia abbastanza recente di un malcostume che si è fatto sistema. E di quel sistema il sindacato si è fatto garante.

    Un gruppo di potere lungo dodici anni
    Per dodici anni l’azienda è stata governata dallo stesso amministratore delegato, dallo stesso capo del personale, e dallo stesso segretario della Cisl. Un triumvirato. “Abbiamo fatto tutoraggio, è vero. E non nego le mie responsabilità. Ho cercato di bonificare l’ambiente, emarginare chi non si comportava bene. Ho fatto la mia parte”.
    A dire dai risultati il lavoro di Petitto non è stato gratificato da un successo pieno. A novembre scorso in Sicilia scoppia lo scandalo dei figli di. Assunto il figlio del segretario provinciale di Palermo, la figlia del segretario aggiunto di Palermo, la figlia di quello di Caltanissetta, tutti e tre targati Cisl, la figlia del rappresentante della Uil di Messina e del suo collega di Agrigento, la moglie del segretario dell’Ugl di Trapani, la moglie del segretario Uil di Catania, la figlia del segretario regionale della Confsal di Catania.

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  5. Ringrazio della par condicio è giusto il contraddittorio però domando con quale faccia il Petitto attacca lo stipendio di Caio con tutto lo stile che contraddistigue un postino e tace su quelli dei suoi compari e della sua mentore, diligentemente documentati dal grande Fausto?
    E ancora il movimento donne che all’insediamento della Furlan prometteva modernità, sobrietà in parole povere un sindacato rinnovato ed adeguato ai tempi moderni CHE FINE HA FATTO? Se dopo pochi mesi al contrario delle tante aspettative di rinnovamento ingenerate negliscritti si è omologato al sistema Bonanniano sorpassandolo in pochi mesi?
    Un bello esempio di coerenza il suo, non c’è che dire, rispondere a domanda con altra domanda tipico di chi é stato preso col sorcio in bocca. Abbia il coraggio e la cortesia assieme ai suoi sodali di rispondere alle domande poste da Fausto e tuttora inevase.

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  6. Un articolo sulla “normale attività sindacale” all’Anas; parla della Cgil, ma nei commenti compare anche il nome del vostro amico…

    http://www.lultimaribattuta.it/45303_anas-sindacati

    ANAS e privilegi sindacali: il caso Filt Cgil Calabria
    Politica
    14/04/2016 – Giusi Brega
    All’indomani della notizia dell’apertura dei sindacati (su quali basi poi?) circa l’ipotesi dell’ingresso di ANAS nel perimetro delle Fs, diventa interessante analizzare quanto conta avere la “tessera giusta” per far carriera in via Monzambano.
    Ma qual è la “tessera giusta” in ANAS? Vallo a scoprire. Quel che è certo al momento è che mentre la Filt Cgil e la Uilt hanno preferito non commentare l’eventualità di confluire in FS, con un improbabile entusiasmo la Fit Cisl – il maggiore sindacato in ANAS – ha affermato che l’operazione «può essere una buona mossa e creare molto sviluppo». 
    Ah sì? Hanno per caso letto il piano industriale? Perché, almeno per quanto è dato sapere, si tratta al momento di una semplice ipotesi (oppure no?). O forse il solo pensiero di uscire dal perimetro della Pubblica Amministrazione (e quindi sottrarsi al controllo della Corte dei Conti e agli obblighi di trasparenza) e poter far finalmente “i soldi veri” con la politica e i privati, sta giocando brutti scherzi, facendo peccare di frettolosità?
    Quel che è certo, è che i sindacati hanno tutta l’aria di volersi adoperare per creare le condizioni necessarie – ovvero la calma piatta – per consentire che “chi di dovere” faccia quello che deve fare, senza scocciature.
    In tal senso è emblematico il caso di Francesco Fazzolari, responsabile regionale Anas Filt Cgil in Calabria. Un sindacalista molto attivo che, in questi anni, ha lavorato alacremente per i suoi tesserati all’interno di ANAS chiamata, spesso e volentieri, a rendere conto davanti al giudice per i contenziosi legati ai contratti. Sull’argomento ha persino scritto a noi un’accorata lettera indirizzata ad Armani (LEGGI QUI).
    Bene. All’infaticabile Fazzolari, il 4 aprile 2016, viene conferito dal presidente Armani l’incarico di responsabile del procedimento “per gli interventi relativi le aree di servizio esistenti e di nuova realizzazione lungo l’autostrada A3, SA-Rc“.
    Congratulazioni vivissime. Si tratta di un incarico che contempla la gestione di parecchie risorse (sia umane sia economiche) e che prevede un inquadramento contrattuale di livello A, mentre al momento Fazzolari è inquadrato nel profilo professionale A1 di tecnico specializzato (ma tanto queste cose, si sa, si risolvono con una vertenza, giusto?).
    Quel che fa sorridere (o indignare, decidete voi) è che 8 mesi fa, precisamente il 7 agosto 2015, lo stesso Fazzolari inviò una lettera al presidente Armani e alla Direzione Legale dell’ANAS, nella quale denunciava che “non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestono o abbiano rivestito negli ultimi due anni incarichi in partiti politici o in organizzazioni sindacali“.
    Ironico eh? Bisogna capire, ora, se questa “incompatibilità” vale per gli altri ma non per lui o se, semplicemente, ha cambiato idea dopo la promozione. Quel che però fa storcere il naso è che, ad oggi, Fazzolari non risulta ancora essersi dimesso dalla carica sindacale.
    Anche perché lo stesso statuto della Filt Cgil e il codice deontologico dichiarano che il sindacato considera incompatibile “l’appartenenza a consigli di amministrazione […] di istituti ed enti pubblici di ogni tipo o organi di gestione in genere“. E l’attività del RUP, guarda un po’, è organo di gestione sia economico che di risorse umane.
    Fazzolari, che facciamo? Due pesi e due misure?
    Il codice deontologico prevede anche che il dirigente sindacale non possa “accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità tra gli iscritti e le lavoratrici e i lavoratori, né può utilizzare la sua posizione per ottenere profitti personali o per altri o lucrare avanzamenti professionali e/o economici che non riguardano la generalità delle lavoratrici e dei lavoratori interessati”.
    E ancora: “è incompatibile con il presente Codice Deontologico e con i principi dello Statuto Filt Cgil la sottoscrizione o l’attuazione di accordi che prevedano miglioramenti lavorativi per i dirigenti sindacali alla conclusione del mandato”.
    Attendiamo le dimissioni, quantomeno come segno di coerenza.
    Nel frattempo, però, sarebbe interessante sapere – in virtù della calma piatta indispensabile per le “grandi manovre” – come mai nel frattempo la Filt Cgil – e quindi Fazzolari – abbia ritirato le due vertenze con le quali chiedeva (giustamente) di veder riconoscersi i propri diritti (tra cui la violazione dell’art. 28 della legge 300/70 dello Statuto dei lavoratori).
    Come si spiega? A voler pensar male sembrerebbe una sorta di “baratto”, il silenzio in cambio della promozione… Ma sicuramente Fazzolari avrà una spiegazione migliore e più edificante. Quale?
     
     
     
     
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    40 COMMENTI
    Bisbetico domato – 19 aprile 2016 said:
    Cara Giusi L’Anas e’ una grande azienda dove basta aver acquistato una mini laurea alla Cepu ( e ribadisco acquistata) , aggiungi qualche anno di segreteria in un qualsiasi sindacato, ovviamente il padrino politico che ti tuteli nn deve mancare e nello spazio di qualche anno diventi in questo caso un quadro di primo livello……..,naturalmente nn ci si ferma qui il prossimo passo è Roma……..buona giornata sopratutto ai poveri illusi cgiellini che ancora credono nei principi e valori che sono state le fondamenta di un grande sindacato quale è stato la Cgil
    Rispondi 
    incazzato di più – 18 aprile 2016 said:
    Buongiorno, Signor Presidente quindi fino all’eventuale assorbimento da parte delle FS ci dobbiamo sopportare qui a Roma;
    1 i sindacalisti Camuffi
    2 i dirigenti fasulli con mogli e come protettori vecchi direttori
    3 i colleghi parenti o messi da vecchi geometri e vecchi dirigenti.
    Bene se è solo per qualche mese va bene, abbiamo subito tanto, ma solo qualche mese …saluti da Roma
    Rispondi 
    Javier8 – 17 aprile 2016 said:
    L’articolo dice testualmente che erano due vertenze per veder riconosciuti i propri diritti fra cui l’art 28. Ciò non è possibile alla luce di quello che dici quindi mi viene da pensare che può essere imprecisa questa frase o non sappiamo i risvolti. Sei d’accordo?
    Rispondi 
    L’Ultima Ribattuta – 18 aprile 2016 said:
    C’è una vertenza personale di Fazzolari (ancora in essere) e altre due vertenze relative all’art. 28 che riguardano una pluralità di lavoratori (ritirate). Ad ogni modo, stiamo analizzando le problematiche oggetto di denuncia sindacale non solo CGIL. Vi terremo aggiornati.
    Rispondi 
    nomeincodiceParodi – 16 aprile 2016 said:
    Cara Giusi, ma non ti sembra di esagerare…? ora te la prendi con il sindacalista ma neppure una parolina contro chi c’è dall’altra parte del “baratto”? cosa avresti scritto se ci fossero ancora Ranucci e Ciucci?
    Rispondi 
    NO CISL – 16 aprile 2016 said:
    Adesso è ripartito l’assalto alla diligenza degli ex Co.Co.Pro, oggi assunti a tempo determinato ed è miracolosamente in arrivo un ulteriore rinnovo dei contratti per un altro anno.
    IN BARBA AI TANTO DECANTATI CONCORSI ANNUNCIATI DA ARMANI
    ARMANI …….. La politica ti sta schiacciando ???????
    PERCHE’ IL 99% DEI PRECARI E’ LEGATO ALLA CISL ?????
    QUANTO DENARO GIRA IN QUESTA TRUFFA ?????
    Rispondi 
    ex cislino – 16 aprile 2016 said:
    Armani ha già chiuso tutti i suoi fascicoli: quando ha saputo, come noi, della possibile fusione con FS, ha tirato i remi in barca! E adesso, sono certo, che non farà nulla più dell’ordinario (firmare OdS, deleghe, decreti per appalti, inaugurazioni, gite nei compartimenti, presenzialismo diffuso, ecc.). Non metterà le mani sull’organizzazione dell’azienda (Contratto, Modello Org.vo, Esercizio, ecc.) perché non ne vale la pena, visto che con FS sarà rivisto tutto! Questo comportamento è tipico di chi sta per lasciare!
    Rispondi 
    italiano – 16 aprile 2016 said:
    Bau bau bau
    il ‘padrone” ha buttato l’osso e subito ci si azzanna a chi la dice più grossa
    si passa dalle sacre scitture alle farse napoletane
    Il dramma dell’anas è Fazzolari? ???????
    Sbarra no??????
    E tutti quelli assunti negli ultimi 15 anni?
    Che bello
    santa antonella pentiti di più
    Rispondi 
    Caronte – 16 aprile 2016 said:
    Italiano senti per caso l’effetto del sale sulle ferite anche tu?
    Il problema, infatti, non è solo Fazzolari, non è solo il sindacato, ma molto altro ancora, di cui caro Italiano la tua ipocrisia non ti consente di parlare, bisognerebbe avere il coraggio di parlare e non fare generiche affermazioni…..Visto che non è lui il problema, come dici tu, allora alza il chiusino, inizia a far venire fuori le esalazioni tossiche, l’informazione è democrazia.
    Lui non sarà “l’unico problema”, ma ha fatto peggio di tutti gli altri messi insieme …….
    Poi, vedi che non sei aggiornato ….. Sbarra è migrato in Agricoltura. Segretario generale della FAI CISL. Italiano aggiornati per favore.
    http://www.lamezialive.it/soddisfazione-della-confagricoltura-calabria-per-la-nomina-di-luigi-sbarra-a-segretario-generale-della-fai-cisl/
    Rispondi 
    bisbetico domato – 15 aprile 2016 said:
    Grande Horus,hai fatto la foto ad uno dei più tristi e aggiungerei squallido spaccato del sindacato 0
    Rispondi 
    riccio – 15 aprile 2016 said:
    Leggere tutti questi commenti mi fa solo arrabbiare. Quando eravamo A.N.A.S. tutte queste cazzate non succedevano. Se venivi assunto da cantoniere ed eri ingegnere, se non superavi un concorso, continuavi a fare il cantoniere fino alla pensione. Diventando s.p.a. tanti pecoroni sono diventati dirigenti.
    Ricordo un geometra non riuscì a superare un concorso interno a ingegnere, era l’unico concorrente, continuò a fare il suo lavoro. Divenne “A” solo con la s.p.a..
    Rispondi 
    Javier8 – 16 aprile 2016 said:
    “Un geometra non riusci a superare un concorso ad ingegnere?” Non doveva neanche sedersi (tutto il rispetto a chiunque sia non so di chi stiamo parlando) Anas non elargisce lauree o sbaglio? Ecco un esempio della visione distorta della realtà che c’è.
    Rispondi 
    A mare i Sindacalisti corrotti – 29 aprile 2016 said:
    Caro collega Riccio, hai proprio ragione…
    Sapessi come rimpiango i tempi in cui per parlare con il Capo Compartimento dovevi essere convocato e (quasi sempre) dovevi essere accompagnato dal Dirigente di riferimento…..
    Ma allora per dirigere un Compartimento dovevi avere i capelli bianchi mentre ora ti ritrovi ad essere comandato da YESMEN che quasi sempre non capiscono di cosa tu stia parlando.
    MA la politica non vedeva l’ora di mettere le mani sull’A.N.A.S…
    Assunzioni (si, ma in minima parte) appalti, gestione forniture, espropri, concessioni (quante ne hanno date agli amici amministratori locali che prima venivano rifiutate? si sono inventati piazzole di sosta fittizie su cui aprire accessi inammissibili….) e poi i Sindacati…
    In cambio di qualche polpetta che cade nel piatto ci hanno svenduto facendo SOLO gli interessi della cricca di galantuomini che avete imparato a conoscere nei mesi scorsi.
    Io ai rappresentanti nazionali (mi sento di dire della Cricca, perché quasi tutti non hanno mai fatto gli interessi dei lavoratori) lo dissi in faccia che avrebbero dovuto impugnare il regolamento per i Collaudi emanato, poiché era strutturato in modo tale che solo se eri Dirigente potevi parteciparvi, e quindi era a vantaggio delle Imprese, che con molti dirigenti hanno più feeling (diciamo così).
    Ma questo è…
    Se non abbiamo le palle per buttare a mare questi personaggi, questi portaborse ignoranti assunti a Segretari Sindacali, allora non ci resta altro che bruciarlo il palazzo….
    Rispondi 
    Caronte – 15 aprile 2016 said:
    Ho avuto oggi il piacere, girando tra i commenti, di leggere “l’accorata” lettera del Dott. Fazzolari al Presidente Armani del 28/09/2015. A tal proposito, ma poi Dottore di cosa esattamente? Ci potrebbe chiarire questo conflitto tra l’Ingegnere della trasmissione e il Dottore dell’Ordine di Servizio.
    Rileggendola fa una premessa che è tutto un programma: “Ci piacerebbe definire in una sede apposita i contenziosi giudiziari in corso, evitando così spese su spese affinché in maniera autorevole e trasparente, si diano certezze ai lavoratori che si sono rivolti alla giustizia”. Ma poi, in tutta onestà, la sede apposita quale è stata? Ha attuato in maniera trasparente i contenziosi giudiziari in corso dando certezze ai lavoratori della regione Calabria? O ha definito solo il suo? Ci faccia sapere Fazzolari, siamo in pensiero.
    Mettere sale sulle ferite (scrive qualcosa del genere nella lettera), come noto, provoca un gran dolore, solo che in questo momento il dolore lo sentono i tanti lavoratori e lavoratrici calabresi, che attraverso una delega avevano posto fiducia nel suo operato sindacale e che ora probabilmente iniziano a comprendere e sentire il dolore, avendo svenduto pure il loro posteriore. Ahimè non è una novità nel panorama Anas; che lo faccia la grande CISL, te lo aspetti e nello ‘statuto’, ma che poi lo faccia uno che si era eletto a paladino della giustizia e che si dichiara anche compagno in nome della Filt CGIL Calabria proprio NO!
    Certo, se nel resto delle regioni le cose vanno male, in Calabria vanno peggio, come dice verdeanas.
    Fazzolari hai fatto peggio di tutti gli altri sindacalisti, predicavi fino a qualche mese addietro, a gran voce, pentimento, punizione e pulizia e poi all’improvviso hai voluto emulare quel Caifa e quel Sinedrio che vollero la morte del Signore che cacciava i mercanti dal Tempio e i loro sodali. Sei stato un gran fornicatore segreto di costoro, nonché dei potentissimi burocrati e grandi commessi, forse anche incestuoso, e sicuro usurpatore dei diritti altrui. Hai agito gattopardescamente, ad assecondare il dire per poi impedire e osteggiare con tutti i mezzi il fare.

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