L’insurrezione

“Ma interroghiamoci sul perchè non c’è l’insurrezione dei nostri associati… mi state stancando”

Il commento di un lettore ci pone la domanda del perché non c’è l’insurrezione degli associati. E siccome l’articolo commentato (“La spaccatura”) parlava della Fai, probabilmente il commento si riferisce alla mancata insurrezione degli associati alla Federazione. Ma noi ci permetteremo di rispondere, nella seconda parte, come se la domanda chiedesse della mancata rivoluzione degli associati alla Cisl di fronte allo spettacolo deprimente offerto dalla segreteria confederale.

1. Perché gli associati alla Fai non insorgono?

E perché dovrebbero essere loro a muoversi per primi? Un associato non aderisce al sindacato perché a Via Tevere 20 c’è Sbarra invece che Cianfoni, o Gorini, o l’attuale presidente della Cisl-Probiviri. Lui a stento ne conosce il nome: quel che gli interessa, il motivo per cui si iscrive, è innanzitutto la sua busta paga, non il “leader”, o sedicente tale, dell’organizzazione. Né tanto meno si iscrive se gli piace il “brand” della Cisl o se funziona il “marketing associativo” (ricordate le sciocchezze della relazione Ventura a Riccione?).

Per questo, le adesioni alla Fai (che pare siano in calo; il che non è un’insurrezione ma è un indizio certo che le cose non vanno) sono motivate dal fatto che l’azione del sindacato è convincente nel luogo di lavoro, sul territorio nella fabbrica o in ufficio. Un buon sindacalista attira iscritti, uno non bravo te li fa perdere.

Sarebbe quindi sbagliato pensare che dovrebbero essere gli iscritti alla Fai ad avere per primi il problema di cacciare Sbarra l’usurpatore. Il problema della democrazia se lo dovrebbero porre i dirigenti locali (i regionali no, a loro sta benissimo aver salvato il posto grazie al mancato scioglimento e successivo commissariamento) che, a quel punto, potrebbero e dovrebbero coinvolgere gli iscritti e discutere con loro il problema.

Ma chi fa parte di un’organizzazione, prima di ribellarsi deve portare i suoi argomenti dentro agli organismi democratici. Che però, in questo momento, non ci sono perché la Fai è commissariata da un anno e mezzo e gli organismi sono sciolti. Ed ecco che l’insurrezione sarebbe comunque fermata per il fatto che ancora non è stato possibile tentare il passaggio precedente, quello della protesta dentro all’organizzazione, senza del quale la rivolta è poco legittima e ancor meno convincente.

Per di più, ora siamo alla fine di diciotto mesi senza democrazia, durante i quali tutto è stato fatto in modo che passasse la logica del “cosa fatta capo ha, teniamoci ‘sto Sbarra e continuiamo a fare il nostro lavoro”.

Anche perché, e qui sta la chiave di tutto il resto, ” ‘sto Sbarra” ha dimostrato di essere vendicativo, e di non essersi fatto scrupolo di privare due famiglie del sostentamento o di organizzare l’isolamento sistematico di ex dirigenti sgraditi. Allora, chi glielo fa fare ad un povero dirigente locale di rischiare il posto di lavoro? Meglio aspettare che si muova qualcun altro! La paura della punizione, e l’attesa di ricompensa per la fedeltà, sono strumenti potenti di governo al posto della democrazia.

Certo, il degrado della democrazia interna prima o poi diventa degrado dell’organizzazione. E forse è stata proprio l’insufficienza della pratica della democrazia interna nella Fai già negli anni precedenti che ha posto le basi per l’arrivo a Via Tevere 20 del dottor Sbarra dell’Anas. La cui permanenza però porta a continuare su questa china, non a risalirla. Perché proseguirà e accentuerà la tendenza a scegliere a livello locale gli “affidabili” non i bravi sindacalisti, quelli che non creano problemi invece quelli che, siccome sanno creare problemi quando è necessario, portano nuovi iscritti e nuove adesioni.

Intanto, è stata chiusa la Scuola di formazione, che sarebbe servita appunto a formare dirigenti locali capaci, secondo l’insegnamento del professor Silvio Costantini, di assumersi responsabilità e non solo di eseguire gli ordini. E la formazione che si fa nel saloncino ristrutturato a Via Tevere 20 è solo quella che permette di ottenere finanziamenti.

2. Perché non c’è la rivolta nella Cisl?

Molti motivi sono analoghi ai precedenti, e non li ripetiamo. Con la differenza che qui c’è un’esposizione mediatica del segretario generale che crea un danno d’immagine all’organizzazione.

Quindi non è escluso che le figuracce della signora Anna Maria in fuga dalle Iene possano creare problemi fra gli iscritti. Che però non sono iscritti “alla Cisl”, ma alle federazioni che aderiscono alla Cisl. Se il rapporto col sindacato di appartenenza è buono, la vergogna provocata dall’incapacità conclamata del segretario generale a rispondere in maniera convincente alle Iene può essere controbilanciata dal fatto di apprezzare l’appartenenza alla propria federazione.

Questo, naturalmente, solo sul presupposto che la tua federazione sia capace poi di farsi sentire e dare una risposta al danno di immagine a tutta la Cisl provocato dall’attuale segreteria confederale.

Perché allora sì che c’è il rischio non tanto dell’insurrezione (perché dovrebbero?), ma dell’uscita, magari per risparmiare i soldi della quota, magari per aderire a qualche altra organizzazione. Che è il rischio contro il quale metteva in guardia Fausto Scandola:

“è molto semplice dare la disdetta, ma non serve a niente. Bisogna combattere, bisogna impegnarsi!”.

Grazie, Fausto!

3. Una precisazione finale

Il nostro lettore dice che cominciamo a stancarlo, ma evidentemente gli interessiamo ancora abbastanza da leggerci e addirittura scriverci. Altri invece ci stanno scoprendo e ci leggono in un numero che tende stabilmente alla crescita di settimana in settimana.

E noi ringraziamo l’uno e gli altri, perché ci confermano che stiamo sollevando questioni che qualche interesse ce l’hanno. Se poi questo porterà all’insurrezione finale, o più realisticamente ad un dibattito serio sullo stato della Cisl, non sta a noi saperlo.

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6 Commenti - Scrivi un commento

  1. A proposito d’insurrezione.
    Caro lettore stanco, una domanda, ma chi ti obbliga a leggerci? In realtà quello che ti fa perdere la pazienza con tanta facilità è dentro di te e di tutti quelli che hanno creduto che, dopo un po’ di fragore mediatico, sullo scandalo tutto sarebbe passato nel dimenticatoio. Questa capacità di analisi tua e dei tuoi compagni è più che esauriente per capire lo spessore dei protagonisti in campo. Non hanno e non hai capito che la gravità dello scandalo e la risonanza che ha avuto nell’opinione pubblica ha macchiato per sempre il buon nome della CISL e dei suoi iscritti. Basta leggere l’articolo di Vittorio Feltri su “il giornale” di oggi per capire quanto è bello il regalo che la befana ha portato agli incolpevoli Cislini; col suo operato (non ci considera più nessuno e così sarà per sempre, ogni volta che a qualunque titolo si parlerà della cisl ) .
    Di conseguenza senza entrare nel merito delle risposta data dalla redazione, che condivido in pieno anzi la ritengo troppo educata per i personaggi in indirizzo, che a quanto leggo, non si sono fatti scrupolo di mettere in mezzo alla strada persone oneste, che hanno avuto il torto di non piegarsi al rango di servi come gli veniva ordinato. Sappi, ma probabilmente lo sai già, egregio lettore che i tuoi amati superiori per far capire chi comanda usano dire che loro non lasciano feriti. A questo è ridotta la democrazia della CISL oggi. Se per te va bene continua per la tua strada; ma quale vanto puoi menare per ergerti a giudice di chi non la pensa come te. Mi rendo conto che comincia a fumarti il cervello e dunque mi astengo dal continuare a infierire, in fondo anche tu sei solo un povero cristo che manco ti rendi conto di quello che realmente sta accadendo intorno a te anzi a noi.
    Ribadito la mia piena condivisione della risposta che ti è stata data, certo bisogna saperla leggere ed ancora di più capirla, che come ben sai non è la stessa cosa. Comunque, tu non te ne sei accorto ma la l’insurrezione che evochi è in atto da tempo e vi sta creando parecchi fastidi; tanti che non vedete l’ora che il tormento finisca. Ma stai, anzi state sereni vi assicuro che durerà quanto basta per vedervi tutti sistemati nei posti che più vi si addicono……
    Noi siamo pazienti NON CI STANCHIAMO MAI e ti ricordo che la PAZIENZA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI
    Tu/voi non siete pazienti e dunque, prima o poi soccomberete te lo dico: serenamente, pacatamente per intenderci alla CROZZA/RAZZI
    p.s.. Sursum corda, coraggio ancora tre quattro cazzate e ce l’avete fatta a seppellire la CISL nel disonore complimenti
    IL POSTINO

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  2. Ferrarotti Agostino · Edit

    Concordo in pieno sull’analisi dell’articolo e sui successivi commenti.
    Non date la disdetta, bisogna impegnarsi, bisogna combattere. SEMPRE !!!!!!!!!

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  3. Vorrei fare una riflessione che non ha attinenza diretta a “L’insurrezione” ma in qualche modo mi è venuta da essa.
    Ieri 2 aprile grande manifestazione CGIL CISL UIL contro la riforma Fornero. Riassumendo brutalmente, la critica alla riforma verte su due punti: 1) dopo una vita (40 anni) in cui quasi tutte le nostre energie sono state assorbite dal lavoro è giusto che ci si riposi 2) se non vanno in pensione gli anziani non cìè posto e futuro per i giovani.
    In Cisl qualcosa non quadra: Nino Sorgi, Fausto De Simone, Francesco Scrima non sono in pensione? eppure lavorano ancora in Cisl. O durante la loro vita lavorativa non hanno speso troppe energie, oppure non sono preoccupati per il posto e il futuro dei figli e nipoti. Perchè sono già sistemati negli enti della Cisl e nei fondi bilaterali…

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