Pubblicare tutto

 Un commentatore al nostro articolo Regolamento col trucco ci chiedeva: “Dove si può trovare sto regolamento che nessuno pubblica? non potete farlo voi?

Scusandoci per il ritardo, informiamo il nostro commentatore che il regolamento (Trattamenti economici e normativi per i dirigenti eletti nelle segreterie a tutti i livelli dell’organizzazione) è reperibile sul sito della Fim, nella sezione Regole e trasparenza, dove si trova il regolamento confederale, quello della categoria e anche le busta paga dei dirigenti.

Una scorsa veloce ai siti delle altre Federazioni e della Confederazione ha dato esito negativo: sotto il profilo della trasparenza la Fim è l’unica virtuosa, coerente col proprio Statuto, per il quale l’attività del sindacato “deve essere caratterizzata da comportamenti individuali e collettivi improntati a forti valori etici che si concretizzano nella trasparenza degli atti dei propri aderenti ed in particolare dei propri dirigenti”.

Un esempio – quello della Fim – che dovrebbe essere seguito da tutti, Confederazione in testa. Non ci dovrebbe essere alcun mistero sui regolamenti del personale e sui bilanci, in quanto il sindacato è sì un’associazione di lavoratori soci, ma è anche agente sociale ed economico che stipula accordi e contratti di interesse generale, che avrebbe interesse a diffondere tali informazioni, anche allo scopo di accreditarsi presso i lavoratori non iscritti e presso l’opinione pubblica.

Se il commentatore avrà la pazienza di scaricare il Regolamento e di leggerlo potrà constatare che nel complesso si tratta di norme che, oltre ad affermare diritti, definiscono limiti e responsabilità dei dirigenti. I problemi in cui la dirigenza nazionale si è impigliata nascono dal mancato rispetto del regolamento, in particolare da quei compensi che eccedono anche di molto il massimo consentito. E  sono stati ulteriormente complicati dal tentativo di introdurre nuove regole a sanatoria di abusi del passato, dimenticando che senza sanare il passato non ci può essere sano futuro.

Certamente, se a suo tempo tutto si fosse reso pubblico e trasparente sarebbe stato più difficile cadere negli abusi.

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5 Commenti - Scrivi un commento

  1. pierantonio baggio · Edit

    Ringrazio ho trovato e alcune cose sono anche interessanti.
    cosa vuol dire auto media visto che i parcheggi in giro sono pieni di suv o auto da 25 mila euro in su?
    non si poteva adottare il criterio fiscale con il massimo di importo?
    mi sembra ci sia poco sulle spese di rappresentanza mi sembra manchino regole stringenti.
    Le foresterie dovrebbero essere foresterie non appartamenti in uso esclusivo e dovrebbero pagare il benefit.
    Sono d’accordo che serve sapere cosa è successo in passato e vedere i quadri del 730 di ogni dirigente.
    Complimenti alla Fim per la trasparenza.
    Complimenti a voi per il lavoro

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  2. I nostri prodi condottieri, non perdono occasione per riempirsi la bocca di trasparenza ma al dunque, per avere qualche notizia bisogna sperare nei siti dissidenti (come questo) altrimenti “campa cavallo”.
    Allora staniamoli noi semplici iscritti con una sottoscrizione affinché: la Cisl confederale e di ogni categoria nazionale e territoriale sia obbligata ad avere un sito nel quale devono essere inseriti e mantenuti per 5 anni tutti gli atti che gli organismi statutari producono. Ribadisco tutti. Ovviamente prevedendo sanzioni severissime per le omissioni anche solo parziali. Nell’era dell’informatica non mi sembra di chiedere la luna e solo questione di volontà. Questo qualificherebbe il nome della Cisl verso i suoi iscritti e tutti i cittadini che non potrebbero lamentare come giustamente fanno oggi la non trasparenza.
    Luigi Viggiano

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  3. Trasparenza: il 730 è sufficiente?
    Nella cultura anglosassone (lo so che non è la nostra, ma ha una fortissima tradizione di associativismo, no-profit, charities, terzo settore, ecc.) viene data grande importanza alle politiche sui conflitti di interesse e le dichiarazioni di trasparenza
    Perché una Organizzazione ha una politica sui conflitti di interesse? Lo scopo di una politica sul conflitto di interessi è quello di proteggere l’Organizzazione e le persone interessate da qualsiasi sospetto di irregolarità.
    I conflitti possono sorgere tra interessi e/o appartenenze personali o familiari di un individuo e quelli dell’Organizzazione in cui ha una carica o un impiego di responsabilità. Tali conflitti possono creare problemi, in quanto possono:
    • inibire la libera discussione;
    • portare a decisioni o azioni che non sono nel migliore interesse dell’Organizzazione;
    • rischiare di dare l’impressione che l’Organizzazione abbia agito in modo improprio.
    Questi interessi potenzialmente conflittuali coprono diverse aree:
    1. Area finanziaria (interessi finanziari in aziende, possesso di azioni, ecc.)
    2. Area economica (se si ricevono altri compensi oltre a quelli dell’incarico in oggetto, interessi in aziende fornitrici)
    3. Area familiare (parenti e affini impiegati nella stessa associazione o in enti da essa controllati o in ditte fornitrici)
    4. Area relazionale (se si ricoprono cariche in altri enti)
    A questo scopo, dove vige una politica dell’Organizzazione sul conflitto di interessi, tutti coloro che rivestono una carica o un incarico o un impiego di responsabilità sono tenuti a stilare una dichiarazione di trasparenza su conflitto di interessi, nella quale forniscono tutte le informazioni relative alle 4 aree. Queste dichiarazioni vanno fornite all’organo principale di governance dell’Organizzazione e sono aggiornate ogni anno
    Per saperne di più: https://www.councilofnonprofits.org/tools-resources/conflict-of-interest

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    1. Amici, non inventiamo l’acqua calda !
      Da sempre , dal 1950…., la CISL ad ogni congresso, confederale o di categoria, pubblicava gli atti (editi da edizioni lavoro e prima ancora da…) del congresso precedente e di tutte le riunioni degli organismi dai consigli generali agli esecutivi … qualcuno pubblicava anche le delibere di Segreteria…
      Una tradizione, un costume che, dagli anni ’90 in poi, si è via via affievolito (pubblicati con ritardi sempre maggiori ed in forme non cartacee e poi neanche quelle in supporto informatico….fino a sparire del tutto con Bonanni. Una coincidenza ovviamente).
      La proposta è: perché non torniamo all’antico sano costume e pubblichiamo semplicemente tutto ciò che votiamo, decidiamo, stabiliamo…a tutti i livelli ?
      Sono un nostalgico? In fondo basterebbe tornare all’antico

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      1. Caro amico nostalgico, forse non ci siamo capiti.
        Qui non si tratta di pubblicare gli atti della Cisl, cosa che va fatta anche quella. Qui si tratta di sapere se le regole che ci sono vengono rispettate. Cosa che ai tempi di Pastore non si faceva, forse perché di Pastore ci si poteva fidare.
        Ora, come si dice, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio

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