Dopo la prima giornata di votazioni, il dato provvisorio dell’affluenza alle urne per i cinque referendum è attorno al 22,7 per cento. Quindi il quorum non ci sarà. Il che era prevedibile, anche se certamente i promotori speravano in qualcosa in più.
Dunque la Cgil ha perso e Via Po 21, che ufficialmente non aveva neppure una posizione (parola di segretaria generale) per non assumere toni da stadio, ora può fare la ola perché ha vinto due volte.
In primo luogo, perché il suo silenzio sull’argomento era funzionale alla strategia, perseguita soprattutto dai partiti della maggioranza, di disinnescare il dibattito che avrebbe potuto spingere la partecipazione. E questa strategia, politicamente mediocre, ha raggiunto l’obiettivo.
In secondo luogo perché ora Via Po 21 può raccontare che c’è chi la sua battaglia politica l’ha vinta (la legge sulla partecipazione, per modesta nei contenuti che sia, è stata approvata) e c’è chi l’ha persa (i referendum della Cgil, per condivisibili nel merito che fossero, hanno fallito).
Due a zero dunque; ma in una partita che non cambia in nulla, né peggio né in meglio, la condizione di chi vive del lavoro. Perché la vera partita è quella della questione salariale. E per vincere quella non si può fare affidamento sull’apatia o sull’indifferenza; lì ci vuole una capacità di partecipazione democratica autentica su una linea politica credibile.
E sul quel piano, l’impressione è che la partita fra Via Po 21 e i suoi avversari sia ferma, anzi immobile, sullo zero a zero da un paio di decenni.
il9marzo.it
La cgil ha perso e Landini dovrebbe dimettersi. La Cisl non pervenuta.
È una sconfitta storica, durissima e profonda per tutti coloro che credono nei valori sociali e nel lavoro. Ma era evitabile. È il prodotto di un gruppo dirigente sindacale e mediatico (Landini, la Cgil, Repubblica, i blog a sostegno) che da anni si rifiuta di confrontarsi sulla realtà del lavoro, incapace di leggere il presente (basta vedere che non firmano in Fiat gli aumenti salariali ai lavoratori), interessato solo a fare politica con scioperi generali finti e “campi larghi” da costruire e fa discutere il paese di un passato nostalgico che non esiste.
In un Paese serio si sarebbero già dimessi. Ma non lo faranno, aumentando la loro distanza dai lavoratori.
Con questo referendum hanno rafforzato il qualunquismo e la destra.
La colpa non è solo loro, ma di tutti quanti, anche qui, che li stanno osannando e sostenendo
la cgil ha responsabilità gravissime. Landini dovrebbe dimettersi. Qui si perdono le rsu e non si dimette nessuno. si firmano le dimissioni incentivate (licenziamenti) in stellantis a go go
Dovevano andare in Spagna. Sono rientrati a chiedere una collaborazione ai pensionati.
In un momento in cui i nostri delegati potevano prendere fiato per il pessimo risultato di landini. La cisl fa vedere a cosa mirava la linea filogovernativa degli ultimi 3 anni con Meloni. un posto per Gigi.
Faranno fatica a parlare di autonomia.
Anzi Giorgia ha deciso di cambiare norma al partito Fratelli di Sbarra.
Si era fatto fare una fondazione su misura con i soldi della fnp (pensionati) solo per prendere tempo.
https://m.dagospia.com/politica/concertazione-scusa-per-riciclarsi-giorgia-meloni-nomina-l-ex-segretario-437691
So che è inconferente coi contenuti del post. Ma … merita la prima pagina del Corriere della Sera on line
“Meloni propone Luigi Sbarra come sottosegretario per il Sud: è stato per anni il leader della Cisl” .
Cosa dire? l’avevamo detto
https://m.dagospia.com/politica/concertazione-scusa-per-riciclarsi-giorgia-meloni-nomina-l-ex-segretario-437691
La cisl è diventato il sindacato meloniano da tempo e la nomina ne è la conferma.
Che schifo