Da Il fatto quotidiano del 29 ottobre 2014 Egregio Direttore, mi sorprende che un giornale come Il Fatto abbia dato credito a un plico, contenente illazioni anonime nei miei confronti e dati coperti dalle leggi sulla privacy, tra l’altro palesemente trafugati e sapientemente distorti. Mi riservo di valutare nei prossimi giorni gli elementi di diffamazione, sia in sede penale sia in sede civile, anche per tutelare l’immagine dell’organizzazione nella quale ho militato per tutta la vita. Voglio precisare che la mia pensione netta ammonta a 5.122 euro mensili, dopo 47 anni di regolari contributi e frutto del calcolo sugli ultimi dieci anni di versamenti. Questa è l’unica cifra vera. Tutto il resto sono illazioni farneticanti. È certamente una pensione in linea con quella di chi ha ricoperto importanti incarichi nelle varie attività politiche e sindacali, soprattutto dopo 47 anni di contribuzione. Quanto alla mia ultima retribuzione del 2011, usata da qualcuno a pretesto della campagna di denigrazione, voglio altresì precisare che essa assommava necessariamente, come tutti i dirigenti di grandi organizzazioni, le competenze di fine mandato, arretrati ed altri bonus “una tantum” legati alla carica ed alla funzione che ho ricoperto negli ultimi otto anni come segretario generale della Cisl. Cordiali saluti Raffaele Bonanni Prendiamo atto delle precisazioni di Raffaele Bonanni che non smentiscono la sostanza di quanto da noi pubblicato. Sulla rilevanza della pensione in oggetto non abbiamo espresso alcun giudizio. Possono farlo tranquillamente i lettori. s.c