Il precedente

Perché c’era così tanta “bella gente” al congresso di autocommissariamento della Fai dall’Antonella a Pomezia? Un po’ tutta la segreteria confederale con nostra signora delle poste in testa, parecchi segretari di federazioni di categoria e di unioni, il presidente della Cisl-Probiviri (che ha assistito alla liquidazione di una storia della quale sarebbe parte anche lui; ma avrà preferito non ricordarlo), Nino Sorgi (non sappiamo in quale delle numerose vesti attualmente ricoperte), i presidenti Inas, Iscos, Caf, più vari ed eventuali.

Ma come mai tutti in passarella all’Antonella? Eppure un congresso di fine commissariamento dovrebbe essere quasi una cosa interna. Invece qui se ne è fatto un segnale per tutta la Cisl, un esempio, un po’ come si pretende che il contratto degli alimentaristi debba esserlo per la contrattazione.

E’ stata proprio la signora Anna Maria, l’improbabile segretario generale attualmente in carica, a spiegarlo: dopo la rivolta dell’Ergife, all’Antonella c’è stata “l’unità fra federazione e confederazione”.

Grazie al cavolo! Dopo aver commissariato ed epurato, alla fine, come disse quel generale, “l’ordine regna a Varsavia”.

Se nel congresso precedente la Fai aveva preso in mano il proprio destino, ribellandosi all’indicazione confederale di sciogliersi prima dell’accorpamento con la Filca (a proposito, si è poi capito perché sciogliersi “prima” e non “a seguito” dell’accorpamento?), dopo 18 mesi di commissariamento quell’atto di libertà è stato ridotto in cenere. Se allora era stato difeso ed affermato il principio dell’autogoverno (che il dottor Sbarra dell’Anas, a pag. 25 della relazione congressuale, associa a “qualche cialtrone”, eppure è scritto nel preambolo dello statuto della Cisl; opera di cialtroni anche quello?), la passerella dell’Antonella ha sanato la ferita inferta alla prassi del centralismo democratico.

D’altra parte, la segreteria Furlan è la stessa che si avvia a liquidare l’altra eredità fondamentale della Cisl di Pastore, il rifiuto della legge di applicazione dell’articolo 39, è naturale che debba liquidare anche il principio dell’autogoverno, che si fonda sulle stesse premesse culturali. A quel punto, l’unità sindacale sarà dietro l’angolo; ma non come conquista, solo come rinuncia della Cisl ad essere la Cisl. Sarà un’unità per autoconsunzione.

Ma cosa vuol dire unità fra federazione e confederazione, dopo il precedente del commissariamento della Fai? Un commissariamento, ricordiamolo, deciso senza istruttoria, solo tre giorni dopo il voto del congresso della Fai, non per “gravi violazioni dello statuto”, come richiede lo statuto stesso (forse l’aveva scritto “qualche cialtrone” anche quello…), ma come “atto eminentemente politico-organizzativo”, ha scritto la Cisl-probiviri nel lodo che ha respinto l’impugnazione.

Tradotto in italiano, quel che ha stabilito Via Po 22, sede della Cisl-Probiviri, è che Via Po 21 può commissariare i dissidenti e chi si ribella alle indicazioni, o addirittura chi diventa soltanto un problema. Il caso della Fai, un segretario generale che arriva dalla segreteria confederale dopo un passaggio da commissario per prepararsi il terreno, allora può essere ben più di una situazione legata ad un caso specifico, e diventare invece un paradigma per altre situazioni.

Ad esempio, prendiamo il caso Slp. Dove c’è un subreggente che continua a parlare come se fosse il segretario generale in carica, ma ora si scopre che ha improvvisi problemi di legittimazione con la controparte che non li aveva mai posti. Teoricamente, non c’è alcun rischio di commissariamento; in pratica, la segreteria confederale (che pure è implicata nella situazione con lo stesso segretario generale), potrebbe prendere una decisione “politico-organizzativa” e sciogliere gli organismi democratici di quel sindacato, imponendo un commissario, magari preso fra i segretari confederali perché si possa preparare il posto da segretario generale.

E neanche la convocazione del consiglio generale della categoria per eleggere la segreteria potrebbe impedire questa soluzione. Anche in questo caso, c’è il precedente della Fai che fa giurisprudenza.

Ecco perché il caso della Fai è un avvertimento per le federazioni nella Cisl. Per tutte. E allora che ne dice, facciamo un nome a caso fra i presenti all’Antonella, il Bentivogli Marco, oggi a capo dell’ultima organizzazione che gode ancora del privilegio di una relativa autonomia d’azione? Vorrà aspettare ancora, fino a quando non toccherà a lui cedere il posto a qualche segretario confederale ansioso di ricollocarsi?

Certo, questo è uno scenario assolutamente inverosimile. Ma è anche vero che il precedente c’è.

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4 Commenti - Scrivi un commento

  1. Già,il presidente del collegio dei probiviri…che abominio,con i suoi quattro accoliti. Il solo pensiero che sia stato il segretario generale di una categoria (la FAI) ex autogovernata ed ex fiera di esserlo stata( sono sicuro che chi ha dato del cialtrone ad Uomini con spina dorsale dritta ed anche ad un morto non ha mai neanche visto lo statuto e se ne infischia totalmente di consultarlo e tantomeno di rispettarlo),rende ancora più insopportabile il pensiero che sia ancora lì a fare danni insanabili a persone serie in nome di una Organizzazione che ormai declina inesorabilmente verso l’implosione per autoconsunzione

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  2. Ho appena letto che la signora Furlan,” l’improbabile segretario generale attualmente in carica, ha detto che: dopo la rivolta dell’Ergife, all’Antonella c’è stata “l’unità fra federazione e confederazione”.
    Mi rendo conto che la poveretta doveva tirare acqua al suo mulino però, per amore di verità va precisato che non si é trattato di unità (vocabolo a lei probabilmente poco chiaro) ma di annessione, cosa alquanto diversa perché perseguita d’imperio a cominciare dal commissariamento, a mio avviso illegale sia nelle modalità e motivazione dell’adozione che nella durata; per continuare poi con una campagna elettorale durata 18 mesi e fatta usando il bastone e le carote.
    Questa penosa vicenda che potrebbe apparire come una dimostrazione dei muscoli ha di fatto messo a nudo una amara realtà, che mai nessuno di lor signori (ammetterà ufficialmente) mi riferisco al fatto che, anche se a livello inconscio, nella loro mente, è partita la liquidazione della confederazione e dunque ognuno tenta di garantirsi il futuro ricollocandosi nelle categorie. Fino a quando queste glielo permetteranno. D’altra parte, le stesse cose pare stiano accadendo anche a livello periferico.
    Luigi Viggiano fnp Savona

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  3. Io mi pongo una domanda..
    E invito a fare una profonda riflessione..
    Da quello che si evince…siamo di fronte ad una spietata lotta di potere..
    Giochi…sotterfugi..strategie..
    Con la logica del:il fine giustifica i mezzi..tutto è lecito!
    Però…un elemento risulta lampante ..
    In questo preciso momento…in questa organizzazione sindacale…non esiste nessuna regola certa…
    Cioè..l’efficacia e l’effetivita del regolamento…non esiste!
    Il segretario generale e i suoi protetti…per dirla in breve…FANNO IL CAVOLO CHE VOGLIONO!QUI COMANDIAMO NOI…
    Tutto si piega al volere di chi comanda..e non invece il contrario
    Cioè…chi comanda è limitato dalle regole prestabilite!
    Ma stiamo parlando di un sindacato…
    Cioè di un soggetto che dovrebbe esistere per l’unico scopo di chiedere,stimolare e controllare che i diritti delle fasce deboli vengano rispettati!
    Ma come fa un sindacato che in pratica vive totalmente fuori dal rispetto di regole approvate e accettate al proprio interno…
    poi andare a trattare coi governanti per chiedere il rispetto della dignità delle persone più deboli??
    Come fa un sindacato…che licenzia e sbatte fuori persone..padri di famiglia…nel peggiori dei modi possibili…
    Andare poi a chiedere ad un’azienda privata o al pubblico…
    Di rispettare i diritti dei propri dipendenti?

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  4. paolo nerozzi (iscritto fai bologna) · Edit

    sono d’accordo con “anonimo ore 18:18”.
    E’ quello che ho cercato di dire nella varie occasioni di incontro che ho potuto partecipare in questi ultimi 12 mesi nella mia zona. Personalmente sento questo problema troppo troppo importante, Per quanto mi riguarda hanno perso la mia fiducia di iscritto cisl.
    Ovviamente sono uno e non valgo niente confronto alla moltitudine, ma ho bisogno di esprimerlo lo stesso anche se ci si dovesse accorgere di essere dei solitari, perchè per quanto mi riguarda non mi piace l’indifferenza, la storia ci insegna che porta alla distruzione della convivenza civile (don tonino avrebbe detto “convivialità delle differenze”) di un paese democratico e libero.

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